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La nausea in gravidanza

 

La nausea è un disturbo molto comune durante la gravidanza. Si stima che circa l’80%-85% delle gestanti ne soffre con intensità variabile nel corso del primo trimestre e che nel 52% dei casi si presenta associata a vomito. 

I sintomi possono variare da donna a donna, da gravidanza a gravidanza, possono durare tutto il giorno o essere concentrati in un particolare momento della giornata (spesso si sente infatti parlare di “nausee mattutine”).

I sintomi, in genere, compaiono tra la 4^ e la 9^ settimana di gestazione, si acuiscono tra la 7^ e la 12^ settimana e tendono a diminuire progressivamente verso la 13^ settimana. A volte persistono per periodi più prolungati e in certi casi possono durare per tutto il resto della gravidanza.

Alcune donne che non soffrono di questo disturbo temono che la loro gravidanza possa essere più delicata per questo motivo; in realtà anche l’assenza di nausee è normale e non è da considerarsi un parametro per valutare l’andamento della gestazione.

Cause

Non sono ancora del tutto chiari i motivi che portano alle nausee gravidiche, tuttavia ci sono diverse teorie plausibili.

Un’ipotesi riguarda l’aumento dei livelli di gonadotropina corionica umana (HCG) che si verifica durante il primo trimestre di gravidanza e che tende a scendere verso la 13^ settimana di gestazione. Questo spiegherebbe il perché spesso le nausee diminuiscono gradualmente intorno a quel periodo per poi scomparire tra la 16^ e la 20^ settimana di gravidanza.  

Secondo un’altra teoria la nausea sarebbe legata ai bassi livelli di glicemia, dal momento che spesso si verifica al mattino presto, dopo molte ore di digiuno o alla fine della giornata, quando si è stanche o si ha bisogno di cibo e riposo.

Un’altra spiegazione plausibile considera l’aumento di progesterone in gravidanza come responsabile del rilassamento della muscolatura liscia del tratto digerente che rallenta, in tal modo, il passaggio del cibo. Di conseguenza, gli alimenti ingeriti e i succhi gastrici prodotti restano più a lungo nello stomaco, favorendo l’insorgenza di nausea e vomito.

Infine, altre possibili cause che possono favorire l’insorgere delle nausee risiedono in fattori psicologici, predisposizione genetica, maggiore concentrazione di estrogeni, carenza di specifiche vitamine (ad esempio B6), gravidanze multiple.

Rimedi

Non esistono cure miracolose e universalmente valide per tutte le donne ma si possono comunque provare rimedi e accorgimenti per tentare di trovare un po’ di sollievo dalle nausee. Si consiglia comunque un consulto medico prima di ricorrere a rimedi fai-da-te (che siano farmaci, prodotti fitoterapici, integratori o altre pratiche) in modo da trovare una strategia personalizzata e sicura. Ecco qui di seguito alcuni esempi:

  • Fare piccoli spuntini a intervalli regolari con alimenti secchi o leggeri (ad esempio crackers, grissini, gallette, riso, barrette ai cereali, frutta secca…) per non lasciare troppo a lungo lo stomaco vuoto. Al contrario, cercare di evitare pasti abbondanti e difficilmente digeribili, così come alimenti molto grassi, speziati oppure odori che possono dare fastidio e innescare la sensazione di nausea.
  • Se la nausea è molto intensa quando ci si sveglia la mattina, mangiare subito un biscotto o qualcosa di secco per provare a contrastarla quanto prima.
  • Mantenersi idratate bevendo frequentemente a piccoli sorsi, cercando di non associare solidi e liquidi in abbondanza durante i pasti. Per alcune donne può essere di sollievo bere acqua frizzante e/o acidula (con aggiunta di limone o altri agrumi).
  • Zenzero: è una pianta dalle note proprietà antiemetiche. Piccole quantità sotto forma di radice, tisana, capsule, gomme da masticare o biscotti possono aiutare a contrastare il malessere.
  • Tisane aromatiche: ad esempio le tisane alla menta o a base di altre piante dalle proprietà rinfrescanti.
  • Vitamina B6
  • Farmaci (previo consulto medico): esempi di alcuni rimedi antiemetici sono la metoclopramide (ad esempio Plasil®, Maalox nausea®…), antiacidi (ad esempio Biochetasi®) oppure l’associazione doxilamina + piridossina (Nuperal®).
  • Braccialetti antinausea: si usano generalmente per le cinetosi (mal d’auto, mal di mare…) ma alcune donne riscontrano benefici anche per le nausee gravidiche indossando questi bracciali che sfruttano i principi dell’acupressione.
  • Medicina alternativa (agopuntura, omeopatia, osteopatia…).

Iperemesi gravidica

A volte le nausee sono associate a episodi di vomito con cadenza e durata tali da portare a disidratazione e debolezza per un’eccessiva perdita di liquidi e di nutrienti. Questa manifestazione è nota con il nome di iperemesi gravidica e riguarda circa lo 0.35% delle gravidanze. Nel caso insorga questa condizione debilitante, occorre rivolgersi al proprio medico che, valutando la situazione, può rimandare a un breve ricovero in ospedale per reintegrare tramite fleboclisi liquidi, glucosio e sali minerali persi, ripristinare lo stato di idratazione e contrastare la sensazione di spossatezza. Possono eventualmente essere somministrati anche degli antiemetici per bocca o tramite flebo.

Conclusioni

Le nausee e il vomito in gravidanza non solo costituiscono un fastidioso problema, soprattutto quando non si riesce a trovare una strategia per contrastarli, ma possono anche portare al timore che il nascituro non riceva tutto il nutrimento necessario. In realtà il bambino riuscirà comunque a selezionare tutto ciò di cui ha bisogno per svilupparsi normalmente.

È comunque importante ascoltare il proprio corpo e cercare un supporto fisico e psicologico, se possibile facendosi aiutare nei compiti quotidiani ed evitando situazioni di stress o circostanze che possono accentuare il problema (ad esempio si consiglia di riposarsi e dormire un numero adeguato di ore, arieggiare frequentemente gli ambienti in cui si soggiorna, stare all’aria aperta, evitare luoghi troppo caldi e gli odori forti).

Si ricorda infine che in caso di episodi ricorrenti e invalidanti di vomito (iperemesi gravidica) o se le nausee insorgono più tardi rispetto al periodo tipico sarebbe meglio rivolgersi al proprio medico in quanto possono essere necessari particolari approfondimenti o trattamenti.

Fonti

 

Dott.ssa Marianna Gualdana

Laureata in CTF, ricopre il ruolo di Pharmacovigilance Safety Surveillance Associate presso Pfizer.

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