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Il Coenzima Q10: una scheda tecnica per conoscerlo meglio

La sua struttura chimica e le funzioni biologiche

Il coenzima Q10 è una molecola che fa parte della famiglia degli ubichinoni ed ha una struttura particolarmente lipofila (cioè, “sopravvive” nella fase grassa). È un coenzima, il che significa che è deputato a supportare le molecole enzimatiche in alcuni processi fisiologici cellulari e, nella fattispecie, si occupa di portare a termine il trasporto degli elettroni a livello dei mitocondri risultando quindi il protagonista dell’ultima tappa della respirazione cellulare.

Il coenzima Q10 permette la produzione di energia nelle cellule, in pratica senza di lui non sarebbe possibile trasformare il glucosio in ATP e fornire quindi all’organismo la molecola energetica per eccellenza.

Meccanismo e siti di azione

Dalle ultime evidenze scientifiche il coenzima Q10 ha forte attività cardioprotettiva e citoprotettiva. Risulta quindi essere un’ottima molecola da consigliare ai cardiopatici e a tutti coloro che vogliono mantenere bassi i livelli di stress ossidativo cellulare in generale.

In primis esercita una forte attività di tipo antiossidante a livello delle membrane mitocondriali (dove ricordo avvengono la maggior parte dei trasporti elettronici necessari per la produzione di ATP), evitando soprattutto la perossidazione lipidica causata dai radicali liberi.

Grazie alla sua struttura lipofila è anche in grado di limitare l’ossidazione delle placche aterosclerotiche. Esercita la sua azione benefica anche a livello nervoso, dato che è in grado di distribuirsi in tutto l’organismo e penetrare la barriera emato-encefalica.

Consigli di assunzione

Essendo una sostanza grassa appunto, migliorerà il suo profilo di assorbimento se assunto con un pasto particolarmente ricco di lipidi. Si consiglia di assumerlo per almeno tre settimane consecutive, periodo dopo al quale raggiunge una sorta di plateau di concentrazione e viene mantenuto costante in tutti i tessuti che presentano una componente grassa.

Indicazioni d’uso

È noto come i farmaci ipocolesterolemizzanti appartenenti alla classe delle statine possano causare una deplezione di coenzima Q10 nell’organismo, provocando quindi il classico effetto collaterale della mialgia (dolore muscolare) da statina se non addirittura disordini cardiovascolari.
Questo è dovuto proprio al meccanismo d’azione di questi farmaci, i quali inibiscono HMG-CoA reduttasi, enzima deputato sia alla produzione di colesterolo che di coenzima Q10. In questi soggetti quindi l’integrazione è fortemente consigliabile, anche se gli studi scientifici in questo senso dovranno essere ulteriormente approfonditi per chiarire i veri meccanismi d’azione a sostegno di questa attività benefica del Q10, soprattutto se si parla di miopatia dovuta all’utilizzo di statine.

Alcune evidenze suggeriscono che possa avere anche un’attività interessante nei confronti dell’insufficienza cardiaca congestizia (come terapia coadiuvante), tanto che è stato approvato anche in Italia come farmaco. Molti studi controllati con placebo hanno poi dimostrato come sia rilevante quale supporto al muscolo cardiaco e al suo corretto funzionamento e, inoltre, ha ottenuto anche effetti molto positivi nel trattamento dell’ipertensione (sempre come adiuvante alla terapia farmacologica di base).

Esistono anche solide evidenze circa la sua utilità nella riduzione dell’infiammazione gengivale: in studi controllati con placebo è stato infatti in grado di ridurre la formazione di tasche gengivali.

Sebbene servano ulteriori studi, si potrebbe comunque ipotizzare a livello deduttivo che il coenzima Q10 possa avere anche la possibilità di permettere un più rapido recupero muscolare dopo sforzi importanti.

Interazioni

Attenzione se sei una donna in gravidanza e allattamento o se fai uso di farmaci anticoagulanti come il Warfarin, meglio non usarlo in autonomia ma sentire il medico o il farmacista per maggiori chiarimenti.

Conclusioni

Il coenzima Q10 è quindi un ottimo supplemento alimentare utile in diverse situazioni: pressione alta, funzionalità cardiaca e muscolare, stanchezza e produzione di maggiori quantità di energia.
Se ti trovi in una di queste situazioni potresti giovare dall’integrazione di questa sostanza, evita comunque il fai da te, soprattutto se sei in terapia con altri farmaci o se hai un qualsiasi tipo di patologia.

Per ottenere consigli o protocolli nutraceutici personalizzati relativamente a questo argomento mi puoi contattare all’indirizzo mail info@davideforlani.it o attraverso i miei canali social Facebook e Instagram @dott.davideforlani.

FONTI

PDR Integratori Nutrizionali – S.Hendler e D.Jorvik, CEC EDITORE, 2017

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