
I nei furono descritti per la prima volta da Ippocrate che, già nel quarto secolo a.C., ne spiegava l’origine tramite l’utilizzo dell’acqua sporca da parte delle donne in stato di gravidanza.
Attualmente i nei, in linguaggio medico definiti anche nevi, vengono definiti come delle zone in cui i melanociti (cellule che producono melanina) si sono sviluppati in maniera anomala, donando ad una porzione di pelle una colorazione differente (rosata o marroncina).
Il numero di nei che può avere una persona è molto variabile e solitamente se ne hanno a decine. Di essi varia la dimensione, la forma, il colore e la possibilità di essere in rilievo rispetto alla pelle.
I nei possono sicuramente essere considerati dinamici: nel corso della vita possono comparirne di nuovi, alcuni possono sparire, schiarirsi, scurirsi e/o mutare forma.
Le variazioni che possono subire queste lesioni cutanee devono essere seriamente monitorate per evitare che si trasformino in melanomi (tumori della pelle).
La mappatura dei nei
La visita dei nei, o mappatura dei nei, è una visita specialistica non invasiva e non dolorosa eseguita da un dermatologo. L’obbiettivo del controllo consiste nell’acquisire le immagini macroscopiche e dermoscopiche dei nei che una persona presenta nella sua superficie cutanea.
Durante la visita il dermatologo si aiuta con una lente adeguata chiamata dermatoscopio. Tale lente utilizza la tecnica dell’epiluminescenza e consente allo specialista di osservare particolari pigmentari e vascolari altrimenti non visibili ad occhio nudo. Le informazioni ottenute grazie all’ausilio di questi strumenti ottici di precisione sono paragonabili a biopsie digitali di 3-4 mm.
Lo specialista ricava dalla visita una serie di immagini che verranno poi archiviate nel fascicolo del paziente per fungere da base di confronto per le visite successive. L’obiettivo è quindi quello di monitorare le variazioni di forma, colore e dimensione dei nei esistenti e valutare eventuali neoformazioni.
Se nel corso di una visita il dermatologo dovesse riscontrare anomalie particolari, potrebbe decidere di procedere con una biopsia o una diretta asportazione, con successiva verifica tramite esame istologico.
In base all’esito della visita lo specialista consiglia l’intervallo di tempo tra un controllo e l’altro.
Per una corretta e veritiera analisi di questo tipo occorre che la pelle non sia abbronzata; per le donne la pelle deve essere pulita e priva di trucco mentre per gli uomini l’ideale sarebbe sfoltire barba e/o baffi.
Quando è consigliata la mappatura?
- In casi di familiarità con i melanomi;
- quando si notano delle variazioni di alcuni nei
- quando si ha semplicemente un numero rilevante di nei
I punti per distinguere un neo potenzialmente pericoloso
Oltre alla visita specialistica è utile per tutti eseguire un’autovalutazione e autosorveglianza sullo stato delle proprie lesioni pigmentate, in modo da intervenire tempestivamente. In particolare, sono da osservare eventuali variazioni di:
- colore;
- asimmetria nella forma;
- bordi irregolari;
- dimensione;
- qualsiasi cambiamento rapido non va sottovalutato (infiammazione zona circostante, dolore, desquamazione ecc).
Come proteggere i nei
È di fondamentale importanza proteggere i nei dai raggi solari per evitare l’insorgenza di melanomi. La protezione va eseguita sia nel periodo invernale che estivo. A seconda del numero di nei e dal fenotipo, si può optare per una protezione totale oppure si può ricorrere all’utilizzo di stick o appositi cerotti. L’importante è utilizzare una protezione di qualità.
Particolare attenzione va riposta ai nei più “pericolosi”, ossia quelli caratterizzati da forme meno regolari e dalle colorazioni più scure.
Fonti
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26421650/
https://www.cancer.gov/types/skin/moles-fact-sheet