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Riabilitazione Post Covid

Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo imparato tutti, nostro malgrado, che a sancire la guarigione dal Covid-19 fosse necessario l’esito negativo di due tamponi molecolari.
Eppure non si parla a sufficienza di cosa avvenga dopo aver affrontato questo brutto e perfido mostro del terzo millennio.

Affronteremo nel dettaglio, in base a quadri clinici più o meno gravi, come si affronta il post covid ed, in particolare, la corretta riabilitazione che spetta ad ogni malato.

Teniamo a precisare che lo studio riguardo il periodo post covid, come qualsiasi argomento riguardante la malattia COVID-19, è uno studio in essere, data la breve vita della malattia. Per questo le nozioni fornite non devono essere intese come assolute, ma soprattutto hanno un’alta variabilità in funzione della risposta dell’organismo di ogni individuo.

Cosa accade nel periodo post covid?

Purtroppo, dopo aver scoperto di essere guariti da COVID-19, molti soggetti si sono ritrovati a non sentirsi del tutto guariti, motivo per il quale si parla di molti strascichi sulla salute. In particolare, in seguito all’osservazione dei sintomi postumi, è stata identificata e studiata una sindrome detta long-covid.

Questa sindrome è chiamata con questo inglesismo proprio perchè indica il “periodo lungo” che segue la guarigione e durante il quale permangono diverse manifestazioni cliniche patologiche (nemmeno troppo lievi) che accompagnano il paziente per diverse settimane, se non anche per mesi.

Si è osservato che delle volte non è la gravità della manifestazione dell’infezione in sé per sé a causare la gravità di patologie residue. Tra questi due eventi, infatti, sembra non esserci alcuna correlazione: ad esempio può capitare che un soggetto affetto da COVID-19 che ha subito ospedalizzazione possa, paradossalmente, manifestare meno sintomi long-covid rispetto ad un soggetto che ha affrontato l’infezione con sintomi lievi, quasi assenti.

Tuttavia molto spesso i tempi di ripresa completa sono strettamente correlati ai giorni di ospedalizzazione nei soggetti ricoverati con polmonite bilaterale interstiziale.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

I sintomi che permangono e per cui può essere richiesto un periodo di riabilitazione possono essere i più disparati.

Ne elenchiamo alcuni, tra cui: la stanchezza cronica, un senso di oppressione al petto molto spesso accompagnato da lieve dispnea sia diurna che notturna, difficoltà a dormire (quindi insonnia), febbre, mal di gola, debolezza muscolare, palpitazioni, rush cutanei, ed ancora molto altro.

Purtroppo questi sintomi post virus SARS-Cov-2 possono portare ad invalidare totalmente la vita dei soggetti che ne sono affetti, tanto da precludere il normale svolgimento della routine quotidiana cui si era abituati precedentemente all’infezione.

Cosa causa questi disturbi?

Si è compreso che il virus, provocando un’infezione a carico del sistema respiratorio (in particolare i polmoni, con polmonite interstiziale bilaterale), causi delle lesioni polmonari molto importanti, soprattutto nei soggetti sottoposti a ricovero, durante il quale si sia ricorso all’utilizzo di casco CPAP o nei casi estremi di intubazione invasiva. Questo accade perché il polmone è sottoposto ad un grave distress respiratorio tale da creare in esso delle cicatrici fibrotiche che portano alla perdita della sua naturale espansione. La mancata e incompleta espansione del polmone causa un minore scambio di ossigeno con conseguente aumento dell’anidride carbonica a livello sanguigno che causa un aggravamento della fisiologia degli altri organi e dei relativi apparati.

Tuttavia, non solo i problemi sono correlati all’affezione primaria (ovvero la polmonite) ma un lungo periodo di allettamento potrebbe aumentare i rischi di trombosi, già presenti in un soggetto covid positivo. Tale situazione può addirittura portare il soggetto alla perdita di tono muscolare al punto da renderlo incapace di deambulare normalmente.

Questo complesso quadro clinico, molto spesso riconduce ai sintomi long-covid precedentemente enunciati.

Cosa fare quindi per ritornare ad una vita normale?

Tutto quanto appena detto non deve far pensare ai soggetti che sono stati affetti da COVID-19 che il ritorno alla normalità non sarà una meta raggiungibile, anzi, deve essere una corsa guidata alla meta finale: la completa guarigione.

I percorsi che vengono consigliati a questi soggetti possiedono un approccio multidisciplinare, poiché i sintomi che si presentano sono multi-sistemici. Si parla di riabilitazione che miri alla fisioterapia respiratoria, con il fine ultimo di riabilitare il paziente ad una respirazione completa e autonoma. La riabilitazione può essere (e molto spesso lo è) una fisioterapia muscolare e articolare perché i soggetti che hanno affrontato il COVID-19 hanno completamente perso la forza muscolare in seguito all’allettamento.

La riabilitazione, infine, può essere di natura psicologica, poiché il long-covid porta a forme molto forti di depressione, stati d’ansia e perdita di cognizione mentale che a volte porta il paziente a vaneggiare e a sentirsi disorientato.

Per tutte queste tipologie di riabilitazione sono nati dei centri specializzati ad hoc proprio per i soggetti affetti da patologie long-covid. In seguito alle dimissioni ospedaliere, tramite il consiglio del proprio medico di medicina generale, si consiglia al soggetto la struttura adeguata per un completo recupero.

Invece, tutti i pazienti long-covid che non hanno avuto bisogno di ricovero ospedaliero, sono invitati a riprendere con estrema cautela e gradualità la propria attività di vita quotidiana, magari in seguito al consulto di medici specialisti che possano seguire la riabilitazione casalinga.

Può capitare che a volte la valutazione del quadro clinico possa non essere accurata o attentamente valutata, per questo motivo la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (Simfer) ha avviato un servizio di consulenza a distanza rivolto direttamente ai cittadini, così che possano essere seguiti con attenzione in un momento così delicato.

In conclusione, data la gravità che l’infezione da virus SARS-Cov-2 ha causato, e purtroppo sta continuando a causare, non bisogna sottovalutare la possibilità di essere seguiti da un equipe medica anche dopo essersi negativizzati. Ricordate però che la strada potrebbe essere lunga e tortuosa, ma voi prendetela come una dura passeggiata in montagna, alla fine ci sarà una vista splendida e tutti gli sforzi compiuti saranno ripagati perché sarete stati in grado di riconquistare a pieno la vostra vita pre-covid.

FONTI

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/neuroscienze/long-covid-i-disturbi-piu-frequenti-che-rimangono-nel-tempo

https://www.google.it/amp/s/www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/cardiologia/covid-19-la-riabilitazione-di-cui-ha-bisogno-chi-supera-la-malattia-amp

Dott.ssa Dalila Solimeni

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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