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Un nuovo ostacolo, la sindrome del long-covid

Da ormai un anno tutto il mondo si trova a fronteggiare un nemico comune, la malattia denominata Covid-19 causata dal virus SARS-Cov-2. In poco tempo, grazie alla ricerca scientifica, siamo riusciti a ricostruire l’andamento della malattia, dai sintomi allo sviluppo, fino ad arrivare alla guarigione.

In questo articolo invece andremo ad analizzare quali conseguenze cliniche vengono riscontrate nelle persone che sono dichiarate “ufficialmente guarite dalla malattia”.

Cosa si intende per Long COVID

Il Long COVID (in inglese) o postumi della Covid-19 a lungo termine o sindrome post Covid-19, sono gli esiti che la malattia COVID 19, in quanto malattia multiorgano  può avere su molti apparati del corpo umano, anche con effetti duraturi.

La definizione di Long COVID è stata proposta da malati stessi all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in alternativa alla dizione Post-COVID. Il motivo risiede nel fatto che i disturbi del Long COVID possono essere considerati come una continuazione della malattia.

Il tempo necessario per riprendersi dall’infezione da SARS-Cov-2 è differente da persona  a persona: la maggior parte dei malati recupera nell’arco di un paio di mesi, ma alcuni disturbi e manifestazioni possono durare più a lungo. In inglese, le persone che presentano queste caratteristiche vengono anche chiamate Long-haulers (portatori a lungo termine)

Non sembra esserci collegamento tra la gravità dell’infezione e la possibilità di sviluppare sintomi gravi una volta guariti.

Eziologia

Un primo studio del National Institute for Health Research del Regno Unito suggerisce che i sintomi di un Long COVID possano essere dovuti a quattro sindromi:

  • danno permanente di organo
  • sindrome da stanchezza post virale
  • sindrome post terapia intensiva
  • sintomi Covid-19 a lungo termine

 

QUALI SONO LE CAUSE?

 I disturbi relativi al Long COVID possono essere la conseguenza di diversi meccanismi, tra cui un danno diretto causato dalla malattia a diversi organi del corpo, l’anormale coinvolgimento del sistema immunitario o del sistema nervoso.

Per quanto riguarda il sistema immunitario, sembra che il virus abbia componenti in comune con l’organismo e che quindi il sistema immunitario, nel tentativo di eliminare il virus, aggredisca per sbaglio anche organi e tessuti del proprio corpo, danneggiandoli.

QUALI SONO I SINTOMI?

I disturbi e le manifestazioni cliniche più comuni associati al Long COVID sono diversi; i più comuni sono:

  • Astenia (stanchezza cronica)
  • Affanno
  • Problemi di memoria e concentrazione
  • Depressione e ansia
  • Perdita di olfatto e gusto
  • Dolore o senso di oppressione al petto
  • Difficoltà a dormire
  • Dolori articolari
  • Dolori muscolari
  • Palpitazioni dopo un minimo sforzo
  • Vertigini
  • Formicolii
  • Eruzioni sulla pelle
  • Febbre, tosse e mal di testa

Se trascorsi due mesi dal termine dell’infezione da SARS-Cov-2 ancora permangono alcuni sintomi come quelli appena citati, occorre consultare il proprio medico curante, in quanto potrebbe trattarsi di Long COVID.

Ad oggi non esistono delle terapie specifiche per i disturbi legati al Long COVID; le terapie infatti risultano personalizzate per ogni singola persona che ne soffre e possono comprendere programmi di riabilitazione fisica e supporto psicologico.

In generale, le donne sembrano avere il doppio delle probabilità di sviluppare il Long COVID rispetto agli uomini, ma solo fino a circa 60 anni, quando il livello di rischio diventa simile.

Questa incidenza sembra essere correlata con le cause del Long Covid stesso; infatti nelle donne la risposta immunitaria è più forte che negli uomini sia per motivi genetici che ormonali.

Oltre all’essere donne anche l’età avanzata e il sovrappeso (indice di massa corporea più alto del normale) potrebbero essere fattori di rischio per lo sviluppo del Long COVID.

A seguito di questa analisi, risulta fondamentale che i medici monitorino attentamente le persone che hanno avuto il Covid-19 per individuare effetti a lungo termine che dovessero permanere dopo la guarigione dall’infezione.

 

Fonti:

www.iss.it

Dott.ssa Ornella Annicchiarico

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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