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L’inositolo nella Sindrome dell’ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è una problematica molto comune che coinvolge circa il 10% delle donne in età fertile. È un disturbo di origine endocrina che comporta uno squilibrio a livello ormonale. Le donne che ne soffrono, infatti, producono un maggior numero di ormoni maschili, detti androgeni.

La PCOS interessa le ovaie femminili, deputate alla produzione di estrogeni e progesterone, ovvero gli ormoni che regolano il ciclo mestruale. Proprio per questo chi ne soffre può scontrarsi con sbalzi del ciclo mestruale e disturbi riproduttivi. Molte donne con PCOS si rivolgono allo specialista proprio in seguito a problemi di irregolarità del ciclo mestruale. Il medico, in seguito ad opportuni esami come i dosaggi ormonali e l’ecografia pelvica, può poi confermare o meno la presenza della patologia. Le caratteristiche principali di questa sindrome si possono pertanto racchiudere in:
• presenza di cisti ovariche multiple;
• ciclo irregolare o assente;
• alti livelli di ormoni maschili (iperandrogenismo);
• iperinsulinemia.

Queste piccole cisti ovariche sono in realtà follicoli contenenti uova immature e perciò incapaci di innescare l’ovulazione. La mancanza di ovulazione altera i livelli di estrogeni, progesterone, LH e FSH; in particolare, i livelli di progesterone sono più bassi del solito e quelli degli androgeni più alti. Questi ultimi interrompono il ciclo mestruale: ecco spiegato perché le donne con PCOS hanno meno cicli del solito.

SINTOMATOLOGIA

Tra i sintomi più evidenti compaiono: disturbi mestruali, irsutismo e alopecia androgenetica che si manifesta con acne e calvizie.

Fino al 70% delle donne con PCOS sviluppa resistenza all’insulina, il che significa che le cellule non riescono ad utilizzarla correttamente. La richiesta da parte dell’organismo aumenta e induce il pancreas a produrne una maggiore quantità: l’insulina in eccesso attiva le ovaie a produrre più ormoni maschili. Anche l’obesità è un fattore che predispone alla comparsa di insulino-resistenza, pertanto entrambe possono aumentare il rischio di insorgenza di diabete di tipo 2.

Anche l’infiammazione sembra giocare un ruolo importante nella PCOS. Nonostante l’eziologia della patologia non sia ancora nota, gli studi permettono di correlarla agli stati infiammatori (spesso legati al sovrappeso) e responsabili dell’iperandrogenismo. Il grasso viscerale promuove il rischio di ipertensione, diabete di tipo 2 e infiammazione cronica.

COME INTERVENIRE?

Innanzitutto migliorando lo stile di vita con dieta, esercizio fisico e, laddove sia necessario, perdita di peso. Studi dimostrano che una dieta a basso indice glicemico può aiutare sia a regolarizzare il ciclo che ad abbassare i livelli di insulina.

Si può intervenire a livello farmacologico con l’utilizzo della pillola anticoncezionale o farmaci antiandrogeni che permettono di regolarizzare il quadro ormonale; oppure con l’utilizzo di metformina per controllare la resistenza insulinica.

Dal punto di vista nutraceutico, l’inositolo risulta essere efficace come primo approccio terapeutico a sostegno della terapia farmacologica o in tutti i casi in cui la sintomatologia è lieve e non invalidante.

L’INOSITOLO NELLA PCOS

Era il 1998 quando il Professor Larner evidenziò la correlazione tra l’inositolo, già presente nel nostro organismo, e le alterazioni del metabolismo degli zuccheri. Dal punto di vista chimico, l’inositolo è un poliolo e comprende 9 tipi di molecole chimicamente simili, delle quali il myo-inositolo è la forma più importante in natura. Esso è un composto della membrana cellulare ma in particolare funge da secondo messaggero di ormoni quali: ormone insulina, TSH e FSH. I due stereoisomeri myo-inositolo e D-chiro-inositolo sono fondamentali per l’apporto di glucosio ai tessuti tra cui il tessuto ovarico: il ruolo del glucosio nelle ovaie è infatti fondamentale per la produzione dei follicoli e quindi degli ovuli.

Per quanto riguarda l’ormone insulina, esso è responsabile del metabolismo del glucosio e in assenza o carenza di myo-inositolo diventa incapace di far entrare lo zucchero in cellula causando un’iperisulinemia compensatoria. Con il passare del tempo questo si traduce in un innalzamento dei livelli di glicemia nel sangue. Il myo-inositolo promuove l’espressione dei trasportatori del glucosio (GluT 4) e di conseguenza diminuisce l’insulino-resistenza. Gli studi dimostrano che un utilizzo costante di integratori contenenti questa molecola migliori sia la condizione ovarica che metabolica e, di conseguenza, la qualità di vita della donna. La letteratura più recente suggerisce anche che una combinazione di Myo-inositolo e D-chiro-inositolo, in un rapporto fisiologico di 40:1, potrebbe rappresentare un’importante strategia terapeutica per il miglioramento degli aspetti metabolici, ormonali e riproduttivi della PCOS.

FONTI

www.healthline.com/health/polycystic-ovary-disease#medical-treatments
www.sindromeovaiopolicistico.it/inositoli-benefici-sindrome-ovaio-policistico
www.rbmojournal.com/article/S1472-6483(16)30508-9/fulltext
pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29309199/
europepmc.org/article/med/25670222

Dott.ssa Giulia Lodrini

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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