
Da ormai molti mesi, durante un classico colloquio al banco con il farmacista, una percentuale sempre maggiore di pazienti si imbatte nella problematica dei farmaci carenti.
Purtroppo si tratta, ad oggi, di un fenomeno che interessa le aree terapeutiche più disparate e di cui sono protagonisti farmaci impiegati nel trattamento di patologie croniche come quelle cardiovascolari, gastrointestinali, respiratorie, inerenti al sistema nervoso centrale ecc..
Tale carenza genera, inevitabilmente, la preoccupazione dei pazienti e delle loro famiglie, nonché criticità anche per gli stessi farmacisti (e farmacie) sempre più impegnati nel fornire informazioni accessibili e aggiornate. A tal proposito, è utile conoscere e comprendere significati e dinamiche alla base di tale problematica.
Che cosa si intende per farmaco “carente”?
Riferendoci alla definizione proposta dall’Agenzia Italiana del Farmaco, per “carente” si intende un medicinale non reperibile sull’intero territorio nazionale, in quanto il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) temporaneamente non può assicurarne una fornitura appropriata e continua.
Le cause, prevedibili e imprevedibili, che possono portare i titolari dell’AIC di un farmaco a non soddisfare la domanda a livello nazionale, sono differenti e generalmente riconducibili a:
- difficoltà produttive o distributive aziendali;
- irreperibilità del principio attivo necessario a produrre il farmaco (le sostanze attive possono essere prodotte da aziende terze dalle quali si riforniscono le aziende farmaceutiche titolari);
- provvedimenti a carattere regolatorio (disposti dalle Agenzie regolatorie e in merito ai quali l’azienda farmaceutica deve attuare le eventuali disposizioni correttive);
- sospensione della commercializzazione del farmaco poiché “datato” o di basso costo, dalla redditività limitata;
- imprevisto incremento delle richieste di un determinato medicinale;
- emergenze sanitarie nei Paesi di produzione.
Tale concomitanza di ragioni produttive, economiche e normative conduce a quello che potremmo definire uno “stato di carenza” temporanea relativa ad uno specifico farmaco.
Carenza vs Indisponibilità
È necessario distinguere la problematica dei farmaci carenti dal fenomeno della “indisponibilità” di un farmaco che è, invece, generato da distorsioni del mercato collegate a determinate dinamiche distributive come ad esempio l’importazione parallela (“parallel trade”). Quest’ultima è una legittima forma di scambio, presente nel mercato interno europeo, che ha lo scopo di “sfruttare” le differenze di prezzo dei farmaci sui diversi mercati: si delinea l’esportazione di farmaci da Paesi in cui i prezzi sono inferiori verso Paesi in cui i prezzi sono più elevati. Ciò può portare ad una temporanea indisponibilità nel Paese da cui i farmaci sono esportati e per questo motivo, al fine di tutelare la salute pubblica del cittadino, le autorità nazionali competenti (in Italia, l’AIFA) si occupano di eseguire una intensa attività di vigilanza e monitoraggio destinata a verificare la corretta e concreta applicazione delle norme vigenti.
I medicinali indisponibili non sono presenti nella lista dei medicinali carenti e il farmacista, una volta constatata la mancata disponibilità del farmaco presso la distribuzione intermedia regionale, può rivolgersi direttamente al produttore che si impegna a fornirlo alla farmacia entro le 48 ore successive dall’inoltro della richiesta.
Carenza di farmaci ed emergenza Covid-19
Come già visto, le emergenze sanitarie nei Paesi di produzione sono tra le cause della carenza di medicinali e, non a caso, nel corso dell’emergenza Covid-19 tale problematica è diventata ancor più rilevante, registrando un improvviso incremento della domanda per i farmaci utilizzati nelle terapie ospedaliere (antivirali, antibiotici, antitrombotici, anestetici ecc.) destinate ai pazienti ricoverati a causa dell’epidemia.
In risposta ad un contesto talmente critico, l’AIFA ha costituito una “comunità di esperti” coincidente con una vera e propria “rete operativa” composta dai vari referenti delle Regioni, associazioni industriali e la stessa agenzia, con lo scopo di vigilare e raccogliere le esigenze dei vari distretti territoriali e mettere successivamente in campo interventi e azioni specifiche in maniera tempestiva (ad esempio, ricerca di fornitori italiani ed esteri per i prodotti di più difficile reperimento, supporto ai titolari AIC rispetto a interventi logistici e semplificazioni regolatorie necessarie a garantire la disponibilità di farmaci ecc.).
Farmacia e Pazienti
La realtà di difficoltà descritta finora in alcuni dei suoi aspetti “più tecnici”, si consuma al banco in farmacia nel corso della quotidianità lavorativa: la priorità del farmacista resta quella di porre al primo posto le esigenze del paziente, nel tentativo di minimizzare l’impatto che tale contesto rischia di avere sulla sua salute.
Dopo aver inoltrato le opportune richieste e aver constatato lo stato di carenza di un determinato farmaco, nell’impossibilità di dispensare il medicinale abitualmente previsto dalla terapia, il farmacista può suggerire al paziente di rivolgersi allo specialista o al medico di medicina generale con il quale poter prendere in considerazione la scelta di un eventuale farmaco equivalente (se reperibile) sulla base della propria storia clinica.
A fronte di una lista di medicinali carenti ancora in crescita e costantemente aggiornata dall’AIFA (con tutti i dettagli, tra cui la data di presunta fine carenza e le motivazioni) si rende ulteriormente necessario un netto miglioramento della comunicazione tra le parti e i professionisti coinvolti al fine di poter realizzare una collaborazione sinergica finalizzata ad evitare interruzioni della terapia (o ridotta efficacia della stessa) e quindi ad assicurare e tutelare la salute del paziente.