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Mangiarsi le unghie: le conseguenze sulla salute

Onicofagia è il termine medico usato per descrivere il comportamento compulsivo di chi si mangia le unghie e nei casi più gravi anche le pellicine e le cuticole circostanti. Questa cattiva abitudine è difficile da abbandonare e peggiora nei periodi di nervosismo, stress, ansia e noia. Sono numerose le conseguenze negative dell’onicofagia, non solo sul piano estetico.

Rischi dermatologici

Le unghie si indeboliscono progressivamente. Sulla pelle intorno all’unghia e alla sua base si possono formare facilmente ferite dolorose e sanguinanti e arrossamenti. Il danno alla cuticola (porzione di pelle posta ai lati delle unghie) espone al rischio di traumi e infezioni batteriche o virali. Per questo motivo, chi si mangia le unghie è più soggetto ad infezioni batteriche e virali e micosi. Tra le infezioni più frequenti citiamo il patereccio, meglio conosciuto come giradito: la pelle intorno all’unghia si arrossa, gonfia, si avverte un dolore pulsante, può formarsi anche una vescicola di pus fino al distacco dell’unghia.

Se i morsi sono esercitati in maniera aggressiva, si rischia di alterare irreversibilmente la matrice dell’unghia che crescerà irregolare e distrofica.

Il vizio di mordersi le unghie accresce poi le probabilità di avere unghie incarnite e gravi deformazioni delle dita.

Rischi odontoiatrici

Nella bocca i danni possono essere anche maggiori e meno reversibili:

  • Malocclusione dei denti: un disallineamento dei denti che può dar luogo ad una cascata di disturbi che investono non solo la bocca in sé, ma l’intero organismo provocando mal di testa, problemi uditivi e dolori alla schiena.
  • Denti storti

Questo può accadere soprattutto nei più giovani, in cui sono in atto i processi di crescita e formazione di tessuti ed ossa.

  • I denti anteriori si consumano rapidamente e i margini incisali appaiono seghettati e abrasi.
  • Carie, per intaccamento della sostanza adamantina
  • Lesioni e infezioni gengivali e problemi parodontali

L’Accademia di Odontologia Generale stima che le persone che si mangiano le unghie possono spendere fino a 4.000 dollari durante la loro vita solo in visite di natura odontoiatrica, proprio a causa di questo disturbo.

Rischi infettivi

Oltre ai rischi infettivi precedentemente citati a carico della pelle, è importante ricordare che le unghie sono l’ambiente ideale per la crescita dei batteri come E.coli e Salmonella. Le unghie possono essere fino al doppio più sporche delle dita, poiché sono difficili da pulire bene.

Portando le mani alla bocca, si trasferiscono i microrganismi presenti sotto le unghie in bocca e in tutto l’organismo. In questo modo ad esempio si trasmettono le infestazioni da vermi.

Rischi per l’apparato gastrointestinale

L’ingestione dei residui ungueali può provocare anche problemi allo stomaco, stitichezza o diarrea.

Consigli per evitare di mangiarsi le unghie

Un valido aiuto per aiutare a smettere di mangiarsi le unghie arriva dall’Accademia Americana di Dermatologia che consiglia di:

  1. Mantenere le unghie tagliate sempre corte in modo da essere meno tentati di strapparle con i denti.
  2. Applicare smalti per unghie che hanno un cattivo sapore (a base di denatonio benzoato, peperoncino, aloe, genziana amara, tea tree) aiuta a ridurre la tentazione di avvicinare la bocca alle unghie. Ne esistono di trasparenti e non lucidanti utilizzabili anche dai maschi.
  3. Farsi fare la manicure o la ricostruzione unghie o applicare unghie artificiali.
  4. Proteggere le unghie delle dita con guanti o cerotti quando si sta in casa.
  5. Giocare con una pallina anti stress quando sale il desiderio di mangiarsi le unghie.
  6. Capire quali situazioni spingono a mangiarsi le unghie, come noia, ansia, stress oppure la presenza di pellicine ed evitarle.

Alcuni dermatologi consigliano un approccio step-by-step, cioè consigliano di smettere di mangiarsi le unghie iniziando dalle unghie dei pollici, per esempio, e di passare successivamente alle altre dita della mano.

E’ anche possibile masticare chewingum senza zucchero, ma senza abusarne.

Dott.ssa Giulia Parise

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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