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ESPOSIZIONE AL SOLE: LUOGHI COMUNI E FALSI MITI

I raggi solari sono alleati del buon umore e del benessere psicofisico e spesso l’abbronzatura viene considerata come sinonimo di salute e bellezza ma è necessaria una presa di coscienza da parte nostra per far sì che l’esposizione al sole sia sicura, in modo da evitare il più possibile dei seri danni. Infatti, un’esposizione eccessiva e/o incontrollata, sia al mare, che in montagna (ma anche nei solarium), può portare al rischio di effetti acuti e cronici sulla pelle, sugli occhi e sul sistema immunitario tra cui:

  • scottature (dal semplice arrossamento della pelle alle ustioni gravi),
  • tumori della pelle,
  • fotoinvecchiamento cutaneo,
  • fotodermatiti,
  • danni oculari (cataratta, fotocongiuntivite…)

Per tutti questi motivi è consigliabile usare prodotti che proteggono dai raggi ultravioletti (UV). SEMPRE. Per diminuire il rischio di sviluppare queste problematiche le principali raccomandazioni sono generalmente:

  • applicare prodotti con fattore di protezione solare (SPF), sia per UVA che UVB, in base alla propria carnagione e alla propria individuale predisposizione alle scottature,
  • evitare di esporsi al sole nelle ore centrali del giorno (generalmente 10-16) in cui i raggi UV sono più violenti,
  • indossare un copricapo e degli occhiali da sole per proteggere gli occhi dai raggi UVA e UVB.

 

Vediamo qui di seguito alcuni luoghi comuni e falsi miti legati all’esposizione solare che possono portare ad errori pericolosi.

 

  1. HO LA PELLE SCURA/MI ABBRONZO FACILMENTE, QUINDI LA PROTEZIONE NON MI SERVE. È vero che le pelli più scure contengono una maggiore quantità di melanina (un pigmento protettivo) e che l’incidenza dei melanomi è più bassa negli individui con la pelle più pigmentata, tuttavia anche in questo gruppo si riscontrano tumori cutanei che possono sfortunatamente venire diagnosticati ad uno stadio più tardivo e pericoloso. Il rischio di effetti dannosi agli occhi e al sistema immunitario prodotti dalle radiazioni UV è invece indipendente dal tipo di pelle.
  2. SE METTO LA CREMA NON MI ABBRONZO. I prodotti solari possono contenere filtri fisici (che riflettono e disperdono i raggi UV lontano dalla pelle) e filtri chimici (che assorbono i raggi UV alterandoli prima che abbiano la possibilità di causare danni). Tuttavia, la melanina viene comunque prodotta dalla pelle quando ci esponiamo al sole e anche una protezione solare alta o molto alta non impedisce di abbronzarsi. Quindi, in realtà, funziona proprio al contrario: i prodotti con filtri solari non solo aiutano a proteggere la pelle, ma favoriscono anche il conseguimento di un’abbronzatura graduale, uniforme e duratura, evitando il rischio di sgradevoli scottature. Un altro luogo comune spesso associato a questa credenza è che un eritema si trasformerà poi in abbronzatura. In realtà il rossore che vediamo è indice di un danno alla pelle e questo pensiero, oltre che errato, è quindi anche pericoloso. Vari studi hanno dimostrato che le scottature sviluppate specialmente in giovane età aumentano il rischio di contrarre melanomi nel corso della vita, quindi ancora più attenzione va posta quando ad esporsi al sole sono i bambini.
  3. CI SONO LE NUVOLE, QUINDI NON MI POSSO SCOTTARE. I raggi solari possono penetrare attraverso le nuvole, quindi anche in una giornata coperta possiamo sempre essere raggiunti da una certa frazione di radiazioni UV, soprattutto se ci troviamo sulla sabbia, sulla neve o in acqua perché queste superfici si comportano come uno specchio che riflette i raggi provenienti dal sole.
  4. SOTTO L’OMBRELLONE LA CREMA NON SERVE. I raggi solari possono attraversare molti tipi di tessuti, compreso quello dell’ombrellone, raggiungendo la pelle. Inoltre, dato che l’acqua e la sabbia riflettono i raggi solari e quindi colpiscono il corpo indirettamente, a maggior ragione, l’applicazione di creme solari è necessaria anche sotto l’ombrellone per tutelare al meglio la nostra salute.
  5. FACCIO QUALCHE LAMPADA PER EVITARE DI SCOTTARMI QUANDO MI ESPORRÒ AL SOLE. In realtà la pigmentazione stimolata dalle lampade UV è più superficiale e quindi meno protettiva rispetto ad un’abbronzatura ottenuta gradualmente e naturalmente (si stima che in molti casi possa garantire lo stesso effetto protettivo di una crema solare con SPF pari a 2 o 3). Senza contare poi che i dispositivi per l’abbronzatura artificiale ci espongono ad una quantità aggiuntiva e superflua di raggi UV dannosi per la nostra pelle e il loro uso continuato può portare a conseguenze per la salute che possono manifestarsi anche a distanza di molti anni dall’esposizione.
  6. CAROTE E CAROTENOIDI MI GARANTIRANNO UN’ABBRONZATURA PERFETTA. Oltre ad essere precursori della vitamina A, che fornisce al nostro organismo capacità antiossidanti, i carotenoidi sono particolarmente protettivi in relazione a parecchie patologie, grazie alla loro capacità di neutralizzare i radicali liberi, molecole che possono danneggiare la struttura delle nostre cellule se non tenute sotto controllo. Per preparare la pelle al sole ed intensificare l’abbronzatura può essere utile mangiare alimenti ricchi in carotenoidi (carote, melone, albicocche, pomodori, peperoni, alcune verdure a foglia verde…) o assumere integratori che li contengono. Bisogna però notare che i carotenoidi, se assunti in grande quantità, possono conferire alla pelle una colorazione tendente all’arancione (carotenodermia) che non ha nulla a che fare con la produzione di melanina, ossia con il naturale processo che porta all’abbronzatura proteggendo la cute. In conclusione, i carotenoidi non devono essere considerati come dei sostituti dei prodotti per la protezione solare.
  7. LA MIA CREMA SOLARE È RESISTENTE ALL’ACQUA, QUINDI BASTA METTERLA UNA VOLTA SOLA. I prodotti solari vanno applicati nella giusta quantità (circa 6 cucchiaini da caffè per un adulto di media corporatura) e frequenza, compresi quelli etichettati come resistenti all’acqua e molto resistenti all’acqua. Siccome una parte di prodotto verrà comunque persa con l’azione dell’acqua, della sabbia, del sudore o con la frizione dell’asciugamano, occorre riapplicare il solare quando ci si espone nuovamente al sole dopo il bagno o comunque ogni circa 2 ore.
  8. L’OLIO SOLARE È PIÙ EFFICACE DELLE CREME.
  9. Questa convinzione è legata al fatto che alcuni oli, come quello di cocco, contengono generalmente fattori di protezione più bassi rispetto alle classiche creme offrendo una barriera più debole ai raggi solari. Proprio per questo motivo, quindi, non possono proteggere la pelle in modo sufficiente e certamente non sono adatti per le persone con un fototipo basso. Per non parlare poi dell’applicazione di oli comunemente diffusi in commercio senza nessun fattore di protezione solare che non solo non difendono la pelle ma possono essere deleteri in quanto l’olio funge da riflettore che attira i raggi UV del sole, facilitando una loro penetrazione negli strati più profondi della cute.
  10. UNA VOLTA ABBRONZATI, STOP ALLA PROTEZIONE. Questa opinione è tanto diffusa quanto pericolosa perché i filtri presenti nei solari aiutano a proteggere la pelle dai raggi UV che continuano a provocare insulti alla nostra pelle anche quando abbiamo guadagnato una discreta abbronzatura. Non continuare a proteggersi significa aumentare il rischio di danni che possono stimolare la proliferazione di cellule cancerose o favorire l’invecchiamento cutaneo o le altre problematiche sopra citate.
  11. È VERO CHE LA DOCCIA “LAVA VIA” L’ABBRONZATURA? Una volta che la vacanza volge al termine, uno dei timori più comuni riguarda il fatto che il bagno o la doccia, insieme al passaggio della spugna sulla pelle, possano asportare il colore conquistato. Se l’abbronzatura è stata graduale sarà anche resistente nel tempo, considerando che comunque la pelle tornerà alla sua colorazione di partenza spontaneamente e progressivamente se non ci esponiamo nuovamente al sole. La cosa importante è prediligere detergenti delicati e applicare creme doposole con ingredienti restitutivi e idratanti o oli nutrienti per la pelle che può risultare secca e irritata dopo l’esposizione al sole.

Si raccomanda infine di prestare particolare attenzione quando si stanno usando farmaci fototossici, come il ketoprofene, il naprossene, l’isotretinoina e alcuni antibiotici, antidiabetici e farmaci per patologie cardiovascolari.

Per quanto riguarda il fattore estetico, si ricorda che il migliore antirughe è la costante prevenzione attuata tramite l’uso di prodotti con SPF e occhiali da sole realizzati con adeguati filtri, ogniqualvolta che esponiamo la nostra pelle ai raggi UV (anche per una semplice passeggiata in città o un giro in bicicletta sotto il sole). Al contrario, un’esposizione irragionevole e senza adeguate protezioni ai raggi del sole o delle lampade UV, può contribuire dapprima a guadagnare un colorito esteticamente gradevole ma col passare del tempo spiana la strada ad un più precoce sviluppo di rughe, macchie e segni marcati sulla pelle.

FONTI

 

 

Dott.ssa Marianna Gualdana

Laureata in CTF, ricopre il ruolo di Pharmacovigilance Safety Surveillance Associate presso Pfizer.

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