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Bardana maggiore: depurativa, anti-infiammatoria e non solo

Descrizione

La bardana maggiore (nome scientifico Arctium lappa) è una pianta erbacea della famiglia delle Asteraceae. Il nome, di origine antica, ha una etimologia ancora molto discussa. L’ipotesi più accreditata lo farebbe derivare dal greco: in particolare dalle parole arctium che significa “orso” e labein che significa “attaccarsi”. Ciò farebbe riferimento al fatto che il frutto si attacca facilmente al pelo degli animali. E’ diffusa nelle zone temperate di Europa e Asia dove cresce nei terreni incolti e umidi, al margine di piccoli corsi d’acqua, vicino ai muri e nei sentieri di campagna. Può raggiungere i due metri di altezza ed è caratterizzata da fiori di colore rosso-violaceo riuniti in capolini sferici avvolti da brattee uncinate. Le foglie sono cuoriformi mentre la radice è voluminosa, allungata, fittonante ed è capace di saldarsi in profondità nel terreno, anche fino a 50 cm.

Storia 

Vi sono numerosi documenti storici che attestano l’uso della bardana sin dall’antichità. Si tratta di una pianta dall’aspetto ispido che non è stata di certo apprezzata per i suoi fiori o il suo profumo. Veniva invece utilizzata in cucina: della bardana è commestibile tutto radici, giovani foglie e germogli. Inoltre la radice in particolare era impiegata ad uso medicinale, utilizzo che si trova descritto già nei primi erbari medievali. A sottolineare l’importanza della bardana come pianta medicinale è un antico detto medioevale che recitava “se la vecchiaia vuoi tener lontana, fatti amiche cicoria e bardana”. L’uso della bardana sia come alimento che come erba medicinale non si è limitato al solo contesto europeo, al contrario esso vanta una lunga tradizione nella medicina cinese. Le proprietà terapeutiche osservate nel corso del suo millenario utilizzo sono state raccolte nel compendio della materia medica (Bencao gangmu in cinese) scritto nel 1596 da Li Shizhen, la più importante figura storica della medicina tradizionale cinese.

…più recentemente

Questa pianta ha anche legami con la storia più recente. I frutti uncinati furono notati negli anni 40’ dall’ingegnere svizzero Georges de Mestral, inventore della chiusura a velcro. Egli era infatti costretto a toglierli dai suoi abiti e dal pelo del suo cane al ritorno da ogni passeggiata. Impressionato soprattutto dalle proprietà elastiche di questi frutti che ritornavano rapidamente in forma dopo che erano stati staccati, li studiò al microscopio ed arrivò negli anni 50’ ad inventare e brevettare il Velcro, metodo di chiusura ancora oggi utilizzato.

Composizione

La radice essiccata rappresenta la parte più utilizzata a scopo terapeutico. Attraverso moderne tecniche analitiche è stato possibile identificare diversi componenti contenuti nella radice. Sono stati trovati tannini, arctigenina, arctina, beta-eudesmolo, acido caffeico, acido clorogenico, inulina e un particolare sterolo chiamato sitosterol-beta-D-glucopiranoside. Oltre a questi particolari molecole attive vi sono anche nutrienti comuni quali vitamine del gruppo B, potassio, calcio, ferro e magnesio

Usi e proprietà

Tradizionalmente la bardana è impiegata sia per uso esterno che interno. Per uso interno è in grado secondo la medicina tradizionale cinese ed europea di purificare il corpo dalle tossine per stimolazione dei meccanismi di detossificazione. Simmonite, famoso erborista del primo ‘900 la definì “una pianta che ha un effetto curativo graduale” capace di “correggere progressivamente il disturbo che provoca la malattia agendo sul modo consueto di funzionare del corpo”. La Bardana è in grado di promuovere la circolazione sanguigna a livello della cute ed i suoi componenti sono risultati efficaci in infezioni della pelle, psoriasi, scottature, crosta lattea e acne. Inoltre studi preclinici hanno dimostrato per questa pianta un ampio spettro di proprietà: anti-infiammatoria, antimicrobica, epatoprotettiva, anti-tumorale e capace di regolare i livelli di glucosio nel sangue. 

Azione antinfiammatoria.

L’azione anti-infiammatoria è principalmente riconducibile allo spiccato carattere antiossidante in grado di contrastare i radicali liberi che sostengono processo infiammatorio nonchè all’inibizione di specifici enzimi e mediatori infiammatori. 

Azione antimicrobica.

L’estratto secco di foglie di bardana utilizzato localmente ha mostrato proprietà antimicrobiche verso patogeni del cavo orale quali Bacillus subtilis, Candida albicans e Pseudomonas aeruginosa. Inoltre è stato evidenziato come alcuni componenti estratti dalla radice avessero proprietà antibatteriche, antifungine e antivirali. In particolare i polifenoli come l’acido caffeico e clorogenico hanno mostrato una spiccata attività antivirale contro herpesvirus di tipo 1 e 2.

Azione epatoprotettiva.

L’utilizzo della Bardana ha effetti nel curare e prevenire la tossicità epatica indotta dal consumo cronico di alcol. Inoltre, le sue fibre solubili sono in grado di legare composti tossici eventualmente assorbiti per via orale o inalati e di facilitarne l’eliminazione.

Azione antitumorale.

L’arctigenina ha dimostrato un’ampio spettro di attività contro differenti tipi di cellule tumorali in vitro, mentre i tannini sono noti per inibire la crescita tumorale ed aumentare la risposta immunitaria. Inoltre l’elevato contenuto di antiossidanti potrebbe giocare un ruolo importante nella prevenzione dei tumori e delle metastasi. 

Effetto ipoglicemizzante.

L’effetto ipoglicemizzante è da correlare a due importanti componenti: il sitosterolo-beta-D-glucopiranoside che è considerato il più potente composto della radice di bardana e l’inulina, una fibra prebiotica capace di mantenere costanti i livelli di glucosio nel sangue. Inoltre l’estratto di radice di bardana ha portato ad una riduzione sia del peso che dei livelli di colesterolo in uno studio in vivo condotto su ratti. 

Preparazioni

La preparazione più utilizzata è il decotto della radice che si prepara lasciando macerare per qualche ora 60g di prodotto essiccato ogni litro di acqua. Vi sono poi diverse preparazioni topiche che utilizzano le foglie o la radice per ottenere creme utili per problematiche cutanee.

Principali controindicazioni

Le principali controindicazioni all’utilizzo di questa pianta riguardano i soggetti allergici alle Asteraceae e le donne in gravidanza, nelle quali non vi sono sufficienti dati che ne legittimo un utilizzo sicuro. E’ sconsigliata inoltre in chi assume ipoglicemmizanti per un possibile potenziamento dell’effetto di riduzione dei livelli di glucosio nel sangue. 

Conclusioni

Si consiglia in ogni caso di evitare la raccolta di piante da utilizzare a scopo medicinale e di affidarsi al proprio erborista di fiducia per evitare di confondere piante simili tra loro. Inoltre poichè le piante risentono dell’ambiente in cui crescono è bene utilizzare preparazioni che rispettino determinati standard di coltivazione, raccolta e allestimento.

 

Dott.ssa Miriam Girardini

Laurea Magistrale in Farmacia. PhD in Scienze del Farmaco, delle Biomolecole e dei Prodotti per la Salute. Nutre una profonda passione per la divulgazione scientifica

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