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PAP TEST 

Il Pap test è un esame di screening che consente di identificare lesioni pre-tumorali a livello del collo dell’utero o cervice uterina. 

Questo test di prevenzione è condotto nella popolazione femminile di età compresa tra i 25 e i 64 anni e le linee guida raccomandano che le pazienti si sottopongano all’esame ogni 3 anni. 

Il programma di screening in Italia prevede che ogni donna di età compresa nella fascia indicata riceva personalmente a casa, ogni 3-5 anni, un invito ad effettuare gratuitamente il Pap test presso la ASL di riferimento. Negli ultimi anni, l’adesione volontaria di migliaia di donne ha consentito di ridurre notevolmente il numero di nuovi casi di tumore al collo dell’utero e di abbassare la mortalità a circa 2 decessi annui ogni 100.000 donne. 

Nel 99% dei casi, il tumore al collo dell’utero ha come causa l’infezione persistente da Papilloma Virus (HPV) che viene principalmente trasmesso per via sessuale; un’alta percentuale di donne contrae il virus nel corso della propria vita e nella maggior parte dei casi il virus viene facilmente eliminato dall’organismo. Nei restanti casi, invece, l’infezione può farsi persistente ed evolvere in un processo tumorale a lenta crescita: tali tempistiche sottolineano più che mai l’importanza di effettuare regolarmente questo test salva-vita.

Le origini del test: George Papanicolaou

Il Pap test è conosciuto anche come test di Papanicolaou dal nome del medico greco George Papanicolaou, inventore di questo esame e pioniere nel chiarire la fisiologia e la citopatologia del sistema riproduttivo femminile. Attraverso una attenta visione al microscopio di tamponi spalmati su vetrini (striscio vaginale) e sottoposti a colorazione, Papanicolaou, intorno agli anni ’20, evidenziò la possibilità di distinguere le caratteristiche di cellule cervicali normali da quelle di cellule cervicali maligne. La sua intuizione rimase inascoltata per diversi anni e il Pap test trovò largo impiego solo dopo gli anni ’40 dando poi dimostrazione di una significativa diminuzione dell’incidenza del cancro cervicale. 

Come si svolge l’esame? 

Il Pap test è un esame di semplice esecuzione e viene effettuato nel corso di una normale visita ginecologica. Il medico (o l’ostetrica), dopo aver invitato la paziente a distenersi sul lettino ginecologico, inserisce in vagina un piccolo divaricatore chiamato “speculum” in modo da effettuare una modesta dilatazione che consenta di visualizzare correttamente la cervice uterina (o collo dell’utero), che rappresenta la parte inferiore dell’utero che si congiunge direttamente con la porzione superiore della vagina. A questo punto è possibile prelevare delle cellule del collo dell’utero mediante l’uso di una spatolina (spatola di Ayre) e di uno spazzolino morbido (Cytobrush), delicatamente, senza pinzature o punture; questi due dispositivi servono a prelevare due tipi di cellule diverse che devono essere campionate. Le cellule vengono disposte e fissate su un vetrino destinato poi ad essere analizzato al microscopio ottico in laboratorio. 

L’esame ha una durata di pochi minuti, è indolore (può risultare lievemente fastidioso per alcune pazienti) e non comporta alcun rischio per la donna. 

Preparazione all’esame 

Nei 2-3 giorni precedenti all’esecuzione del Pap test è consigliato astenersi dai rapporti sessuali ed evitare l’uso di spermicidi, gel, ovuli, lavande o qualsiasi altro prodotto o terapia locale che rischi di offuscare le cellule sul vetrino; inoltre potrebbe essere necessario rinviare l’esecuzione del test in presenza del flusso mestruale. La gravidanza, l’uso di contraccettivi orali o la presenza di una spirale intrauterina non rappresentano una controindicazione, seppur sia buona norma informare della propria condizione chi esegue il test. 

Al termine dell’esame si può tornare tranquillamente alle proprie attività quotidiane senza alcuna limitazione; nelle ore successive è possibile che si verifichino delle piccole perdite di sangue che non devono destare preoccupazione (in caso di dubbi, è sempre utile rivolgersi al medico). 

I risultati del test

Effettuata l’analisi laboratoriale, l’osservazione può rilevare cellule in condizioni ottimali (Pap test di I classe), cellule affette da alterazioni benigne dovute magari ad una infiammazione locale (Pap test di II classe) e cellule anomale (Pap test di III, IV, V classe). In quest’ultimo caso si segnala una anomalia cellulare di importanza crescente. 

Se il Pap test risulta positivo, non significa assolutamente che la paziente ha in corso una patologia tumorale; per escludere un falso positivo e per accertare l’entità della lesione, la paziente viene sottoposta ad esami di approfondimento come la colposcopia che attraverso un apposito strumento (colposcopio) consente di ottenere una immagine ingrandita della cervice uterina. Alla colposcopia può far seguito una biopsia con prelievo mirato di una porzione di tessuto da destinare ad una analisi specifica. 

Fortunatamente, non tutte le lesioni pretumorali necessitano di un trattamento specifico, specialmente quelle di basso grado che tendono a regredire spontaneamente nell’arco di 1-2 anni. Si preferisce seguire una condotta “di attesa” soprattutto nelle pazienti giovanissime, sottoponendole ad un attento monitoraggio nel tempo anziché intervenire. Tuttavia, nel caso in cui la lesione di basso grado persista o si tratti di una lesione di alto grado confermata da ulteriori accertamenti, è raccomandata l’asportazione. 

Grazie ai progressi della ricerca e delle tecniche diagnostiche degli ultimi anni, ad oggi è disponibile un ulteriore metodo di screening denominato HPV DNA test che, eseguito con le stesse modalità del Pap test, consente di andare a cercare direttamente la presenza del virus (e non le lesioni pretumorali del collo dell’utero), in particolare quella dei ceppi HPV ad alto rischio (ad es. HPV 16 e 18). Tale test può essere affiancato ad un Pap test risultato positivo o impiegato come test di screening primario (come da recenti introduzioni per le donne oltre i 30 anni). 

FONTI:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4613936/

https://www.airc.it/cancro/affronta-la-malattia/guida-agli-esami/pap-test

https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/p/pap-test-esami-di-accertamento#risultati

Dott.ssa Anna Flavia Carli

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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