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Segale, melo e rosmarino: tre aiuti dalla gemmoterapia per i sintomi del cambio stagione

Che il cambio stagione sia un periodo dell’anno particolarmente ostico per il nostro organismo è risaputo e, anche se spesso non ce ne rendiamo conto, il nostro corpo inizia a predisporsi per questo cambiamento già verso la fine di agosto. Questo accade perché le ore di luce mano a mano si riducono e si innescano dei meccanismi che ci permettono di adattarci  all’arrivo della stagione fredda. Tra gli organi più interessati e che più si trovano sovraccarichi in questo periodo c’è sicuramente il fegato. Il fegato, come ben si dice nella Medicina Tradizionale Cinese, è il nostro “generale d’armata” perché gestisce e regola tutta una serie di funzioni che a catena coinvolgono l’intero organismo. Il fegato gestisce immagazzinamento e rilascio degli zuccheri, infatti è il primo deposito della nostra energia; è coinvolto nella digestione e nel metabolismo dei grassi; lavora di sponda insieme alla tiroide per un efficiente gestione delle attività giornaliere e del ritmo circadiano; è una delle nostre prime barriere contro i virus e, una volta risolte le infezioni, è proprio il fegato che permette un efficiente controllo da parte del sistema immunitario; è coinvolto nella buona funzionalità muscolare e, non in ultima, è deposito di vitamine e minerali fondamentali per il benessere di pelle e capelli.

Non a caso, tra i vari sintomi del cambio di stagione ricordiamo:

  • stanchezza, spossatezza e fatica ad “ingranare”;
  • sonnolenza post prandiale e difficoltà digestive;
  • frequente senso di nausea;
  • sensazione di cerchio alla testa;
  • recidive di sintomi come il mal di gola e l’herpes labiale (alla cui base c’è generalmente una riattivazione virale);
  • caduta dei capelli e debolezza delle unghie.

È chiaro quindi che aiutare il fegato è come dare una “botta di vita” al nostro organismo, perché lavorando così a monte daremo il via ad un circolo virtuoso di cui beneficerà tutto il nostro sistema.

Tra i tantissimi rimedi in commercio sicuramente tra i più adeguati troviamo i gemmoterapici.

Cos’è la gemmoterapia e perché sceglierla

La gemmoterapia, o meglio definita “fitoembrioterapia”, nasce dagli studi del dottor Paul Henry negli anni ’60, appassionato, oltre che di medicina, di fitoterapia e fitosociologia. Henry capisce che gli alberi sono vere e proprie officine a cielo aperto e intuisce il potenziale terapeutico delle gemme, sapendo che in esse è contenuto tutto ciò che serve alla pianta per crescere. La differenza con le parti della pianta già formate sta nel fatto che nelle gemme tutto è ancora allo stato embrionale ma con allo stesso tempo una forza biochimica ed energetica non riscontrabile in altri rimedi naturali. Per verificare le sue intuizioni Paul Henry svolge degli approfonditi studi di laboratorio che confermano che effettivamente gli estratti di gemme hanno un enorme potenziale terapeutico che mantiene una dolcezza nell’azione che li rende estremamente sicuri nell’utilizzo.

Ad oggi i rimedi gemmoterapici più consigliati sono quelli in cui l’estrazione avviene con uguali parti di acqua, alcol e glicerolo: questo permette di estrarre anche la parte solubile in acqua, veicolo di fondamentali principi attivi, e di ridurre il dosaggio alle 10/15 gocce 3 volte al giorno, a differenza delle 50/60 gocce dei primi macerati.

Gemmoterapici per il fegato

Tra i vari gemmoterapici per il fegato, i più consigliati sono sicuramente la segale, il melo e il rosmarino.

  • Segale: ha un’azione diretta sugli epatociti con proprietà protettive e rigeneranti. Ripara i danni cellulari ed è tra i rimedi più utili per il fegato nel cambio di stagione. Agisce infatti come vero e proprio tonico epatico e, oltretutto, ha un’azione specifica di riparazione dei danni cutanei (utile quindi anche dopo la stagione estiva).
  • Melo: oltre alla sua incredibile azione antiossidante (dovuta anche alla stimolazione della produzione endogena di glutatione), la gemma di melo migliora e amplifica le funzioni dei rimedi con i quali la si assume. Tra le sue varie proprietà ricordiamo anche che a livello dello stomaco regola il pH e migliora la peristalsi: questo la rende utilissima nei sintomi gastrici tipici del cambio stagione.
  • Rosmarino: conosciutissimo rimedio per il fegato, il rosmarino come estratto gemmoterapico è ricchissimo di attività. La sua azione antiossidante, anche qui dovuta all’aumento della sintesi del glutatione, si accompagna alla capacità di preservare le caratteristiche fisiologiche delle membrane cellulari delle cellule epatiche, assicurandone la corretta attività enzimatica. Lavora normalizzando i valori alterati in caso di disfunzioni metaboliche, riduce i livelli di urea ed acido urico ed ha un’azione antispastica a livello di tutte le mucose.

Ecco quindi che l’insieme di questi tre gemmoterapici dà una vera e propria spinta al fegato, riequilibrando e migliorando tutte le sue funzioni.

In questo caso sono sufficienti 40/50 gocce in un’unica somministrazione al mattino, oppure suddivise tre volte nell’arco della giornata, a partire già dai primi giorni di settembre per un periodo di almeno due mesi.

Il vero punto di forza della gemmoterapia è l’essere estremamente efficace ma ugualmente dolce nell’azione: non vi è mai infatti rischio di sovraddosaggio, in quanto l’organismo utilizza solo ciò che riconosce e che gli è necessario. Assumere gli estratti di gemme è infatti come consegnare al nostro sistema un manuale di istruzioni per tornare a lavorare in maniera efficiente.

FONTI

  1. Piterà, M. Nicoletti. Gemmoterapia – Fondamenti scientifici della moderna meristemoterapia, 2016
  2. Henry. Bases biologiques de la Gemmothérapie, 1959
  3. Andrienne. Traite de Gemmotherapie. Ed. Amyris, 2011
Dott.ssa Rita Bernardi

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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