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L’apparato digerente: bocca e stomaco

L’apparato digerente è composto da numerosi organi, i quali partecipano ai processi digestivi. Il cibo può essere correttamente digerito quando i diversi componenti dell’apparato digerente sono in salute e quindi svolgono il proprio ruolo, in sinergia con gli altri. 

LA BOCCA

Il primo passo di una corretta digestione passa dalla corretta masticazione. Quante volte mandiamo giù un boccone dopo averlo masticato a malapena 5 volte? La fretta, le distrazioni quotidiane, l’essere poco educati in tal senso, oppure, ancora, dei disturbi all’interno della cavità orale, possono portarci a commettere questo errore. Masticare poco, e in maniera distratta, è anche uno dei motivi per i quali ci alziamo da tavola non completamente appagati, e quindi potremmo avvertire prima del dovuto il brontolio allo stomaco. 

La masticazione permette la formazione del così detto “bolo”, un insieme tra cibo, enzimi digestivi, saliva, il quale lascerà la bocca attraverso l’esofago per arrivare, passando per il cardias, allo stomaco. 

Già nella cavità orale inizia la digestione, e il resto dell’apparato digerente sarà facilitato nello svolgere il proprio compito, se il cibo viene correttamente sminuzzato e triturato dai denti. 

La saliva, prodotta da tre coppie di ghiandole salivari, permette al cibo di entrare in contatto con i primi enzimi digestivi: l’amilasi salivare, responsabile della iniziale digestione degli amidi, e la lipasi salivare, la quale inizia la digestione dei grassi. La saliva ha anche il compito di lubrificare il bolo, affinché possa essere deglutito senza problemi. 

Se vogliamo migliorare la digestione degli alimenti che introduciamo, attenuare quindi anche tutti i disturbi frutto di una cattiva digestione, dovremmo concentrarci, in primis, sul cibo che stiamo assumendo: mettiamo via cellulare, televisore, pc o qualsiasi altra distrazione. 

LO STOMACO

Lo stomaco accoglie il bolo, trasformandolo in chimo. Il bolo passa attraverso il cardias, per poi trovarsi nel fondo dello stomaco. Da qui sarà convogliato nel corpo dello stomaco, poi nell’antro e per poi passare, attraverso il piloro, nell’intestino tenue. 

Lo stomaco secerne tra i 2 e il 2,5 l di fluidi ogni giorno, all’interno dei quali sono presenti, principalmente, acido cloridrico (secreto dalle cellule parietali), pepsinogeno, lipasi gastrica, muco, fattore intrinseco, e gastrina. Il pepsinogeno è la forma inattiva della pepsina, responsabile della iniziale digestione delle proteine. Il pepsinogeno viene convertito in pepsina dall’acido cloridrico.

L’amilasi salivare che abbiamo incontrato nella bocca viene resa inattiva dall’ambiente acido dello stomaco. La digestione dei carboidrati verrà portata a termine nell’intestino. 

La digestione dei lipidi, invece, prosegue ad opera di una lipasi resistente alla forte acidità gastrica. La lipasi gastrica si occupa prevalentemente della digestione di trigliceridi composti di acidi grassi a corta e a media catena. La loro importante azione non è però sufficiente nel caso in cui venissero a mancare le lipasi pancreatiche (per esempio in caso di insufficienza pancreatica), attive nell’intestino, e, conseguentemente si avrebbe un malassorbimento dei lipidi. Soltanto il 10% circa dei lipidi viene digerito a questo livello, infatti.

L’ambiente acido dello stomaco (il pH si aggira tra il valore 1 e 4) è un prezioso contributo per ridurre la carica microbica degli alimenti che vengono introdotti. Si tratta di un’importante protezione per il nostro intero organismo.

L’acidità dello stomaco va salvaguardata, e, in condizioni normali, non causa problemi alle pareti dallo stomaco, le quali sono ben protette dalla forte acidità tramite muco e bicarbonato. L’assunzione di antiacidi deve essere quindi sempre valutata con attenzione, e non va vista come una soluzione. 

La composizione del pasto determina con quale velocità il chimo lascerà lo stomaco: un pasto liquido passa normalmente nell’intestino quasi interamente nell’arco di 1-2 ore, un pasto solido in 2-3 ore. Prestare attenzione alla composizione del pasto è uno dei fattori da attenzionare nel caso in cui, per esempio, si soffre di nausea, vomito, gastroparesi diabetica, oppure, semplicemente, si vuole intervenire sulla gestione del peso, sfruttando il senso di sazietà dato dai diversi pasti.

B12

La cobalamina o vitamina B12 viene correttamente assorbita soltanto se si lega al fattore intrinseco di Castle, una glicoproteina secreta dalle cellule parietali. Questo passaggio fondamentale avviene a livello dello stomaco, mentre l’assorbimento vero e proprio avverrà nell’ileo. Affinché le cellule parietali possano secernere il fattore intrinseco, e affinché la vitamina B12 possa scindersi dalle proteine animali, è fondamentale che sia salvaguardata la giusta acidità dello stomaco. 

La carenza di B12 ha importanti conseguenze, tra le quali anemia macrocitica, manifestazioni neuropsichiatriche, modifiche del comportamento e della cognizione, iper-omocisteinemia, carenza di ferro.

Oltre ai gastroprotettori, anche la metformina influenza l’assorbimento della cobalamina. Oltre a chi assume questi farmaci, anche le persone di età più avanzata dovrebbero tenere sotto controllo i livelli di B12, in quanto con l’età l’acidità dello stomaco potrebbe variare, e avvicinarsi a valori più vicini alla neutralità.

La carenza di B12 si può determinare attraverso il test di Schilling, la determinazione dell’acido metilmalonico nelle urine, e tramite la determinazione della vitamina legata alla transcobalamina TCII. L’ultimo è il test più sensibile e specifico. 

 

FONTI 

Krause’s Food & the Nutrition Care Process – Mahan, Raymond

Fisiologia umana – Silverthorn

 

Dott.ssa Laura Kerer

Biologa nutrizionista. Si occuperà di divulgare consigli alimentari e nutrizionali per un corretto e sano stile di vita. Info: Potete contattare personalmente la dott.ssa Laura Kerer all'indirizzo di posta elettronica kererlaura@gmail.com o iltuofarmacista.web@gmail.com Potete visitare la pagina Facebook Dott.ssa Laura Kerer - Biologa Nutrizionista

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