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L’influenza in età pediatrica e in gravidanza: Come prevenirla?

Il virus dell’influenza è responsabile, ogni anno, di un gran numero di infezioni respiratorie in tutto il mondo e in tutti i gruppi di età. Le particolari caratteristiche di questo virus, come la sua capacità di variazione antigenica, fanno sì che, nonostante la grande evoluzione ottenuta nella prevenzione e nella gestione, queste infezioni continuano ad avere un enorme impatto in termini di morbilità e mortalità. Per decenni, le principali categorie ritenute particolarmente a rischio sono stati gli anziani e persone con patologie croniche come malattie cardiache, asma bronchiale, disturbi metabolici o immunodeficienze. Negli ultimi anni, grazie ai progressi conseguiti nelle tecniche diagnostiche per le infezioni virali, è stato dimostrato che le donne in gravidanza e i neonati sono più vulnerabili ad alcune infezioni e per tale motivo costituiscono un nuovo gruppo a rischio.

Sintomatologia clinica del virus influenzale

L’agente patogeno responsabile dell’influenza è un virus a singolo filamento di RNA appartenente alla famiglia degli Orthomyxoviridae. L’infezione colpisce le vie respiratorie (naso, gola, polmoni) e si presenta con caratteristiche epidemiologiche e cliniche ben note. È molto contagiosa e si trasmette facilmente da un individuo all’altro attraverso goccioline più o meno sottili emesse con tosse, starnuti o una normale conversazione, o anche mediante il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Inoltre, un recente studio pubblicato su Nature Communications ha messo in luce come i virus dell’influenza possano propagarsi efficacemente anche attraverso polveri, fibre ed altre invisibili particelle sospese nell’aria. L’influenza si presenta come una malattia respiratoria acuta caratterizzata nella sua forma completa da febbre alta, rinite, tosse, mal di testa, mialgia, e infiammazione delle vie respiratorie superiori e della trachea. Le complicanze più gravi della malattia sono la bronchite o polmonite virale e possono essere provocate direttamente dal virus o dovute ad un’infezione batterica sovrapposta. Il punto cardine dell’epidemiologia dell’influenza è la spiccata tendenza dei virus influenzali a mutare, vale a dire presentare variazioni antigeniche nelle due glicoproteine HA e NA, che permettono loro di bypassare la risposta immunitaria dell’ospite dovuta ad infezioni precedenti. Questo escamotage del virus, va preso in considerazione nella preparazione dei vaccini, la cui composizione deve essere aggiornata tutti gli anni sulla base dei virus isolati nel corso della stagione precedente. Come conseguenza la vaccinazione va ripetuta ogni anno.

La vaccinazione anti-influenzale in gravidanza

I principali vaccini disponibili sono quelli inattivati, costituiti solo da frammenti virali, e si distinguono in trivalenti e tetravalenti in base ai ceppi contenuti.  In gravidanza, il vaccino anti-influenzale rimane la strategia migliore per prevenire l’infezione virale, la sintomatologia correlata, le complicanze e il ricorso ai farmaci. L’immunizzazione contribuisce al corretto sviluppo del nascituro infatti l’influenza stagionale può aumentare il rischio di parto prematuro o addirittura l’interruzione della gravidanza. Diversi studi hanno ipotizzato un potenziale rischio embriogenetico da ipertermia, associato a difetti cardiaci congeniti e in particolare difetti del tubo neurale. Il vaccino presenta un ottimo profilo di sicurezza e tollerabilità, ed è privo di effetti avversi sul feto. In Italia, per le donne in gravidanza, la vaccinazione stagionale è raccomandata e offerta attivamente e gratuitamente. È importante sottolineare che sulla base di evidenze scientifiche, il vaccino anti-influenzale può essere somministrato in ogni trimestre di gravidanza. Inoltre questo rappresenta un importante strategia di protezione per il neonato. Il vaccino anti-influenzale non viene somministrato nei neonati con meno di 6 mesi, età caratterizzata da un’alta suscettibilità all’infezione. È comunque possibile mettere in atto una protezione indiretta attraverso la vaccinazione materna in gravidanza, aumentando significativamente il titolo di anticorpi presenti alla nascita sia nel sangue materno che nel sangue cordonale.

Vaccinare i bambini contro l’influenza: sì o no?

I bambini, in modo strettamente proporzionale all’età, sperimentano una maggiore frequenza di infezione da virus influenzale rispetto agli adulti. La vaccinazione è fortemente consigliata e offerta gratuitamente ai bambini a rischio, ovvero quelli che hanno più probabilità di esporsi a complicanze dell’infezione perché già portatori di altre patologie croniche. Diverso è il caso dei bambini e ragazzini sani, per i quali ci sono opinioni controverse da parte del mondo medico. Sono presenti in letteratura studi scientifici che evidenziano l’efficacia parziale del vaccino nel rendere immune il bambino contro l’influenza e la completa inefficacia contro altri malanni di stagione: si mette in luce come nei bambini sani l’influenza ha quasi un decorso benigno senza comportare particolari rischi. In questo caso però l’obiettivo della vaccinazione è significativamente diverso: non è, infatti, la prevenzione delle complicanze patologiche, ma la sola prevenzione della malattia clinica e dei disagi che questa può comportare. L’ampia circolazione dei virus tra i bambini ha ricadute drammatiche sulla popolazione generale, perché i bambini eliminano il virus in quantità superiore e per tempi più lunghi. Questo si traduce nella conseguente interruzione delle attività quotidiane (andare a scuola, al lavoro) e in un incremento dei costi per l’assistenza medica pediatrica.

Paura dell’iniezione: c’è una strada alternativa?

Generalmente, il vaccino anti-influenzale viene somministrato per via intra-muscolare sul muscolo deltoide del braccio. Nei bambini la sede preferenziale d’iniezione è il muscolo della coscia. Sappiamo bene che il più delle volte la siringa è protagonista degli incubi infantili e suscita loro timore. Non è per niente semplice preparare un bambino alla vaccinazione, ma la tecnologia farmaceutica non si è arresa. La grande novità è l’ingresso nel piano vaccinale italiano del vaccino anti-influenzale spray intra-nasale, già ampiamente utilizzato in Lombardia lo scorso anno. Si tratta di uno spray contenente al proprio interno virus influenzali ancora vivi attenuati, vale a dire meno aggressivi rispetto a quelli che circolano in modo naturale. Somministrando uno spruzzo per narice è in grado di stimolare il sistema immunitario alla produzione di anticorpi creando una vera e propria barriera contro l’influenza. Questa innovativa tipologia di vaccino, somministrato a partire dai due anni di età fino ai diciotto anni, offre massima accettazione da parte delle categorie di persone più ostili alla tradizionale via di somministrazione, così permettendo l’estensione della copertura vaccinale.

 

FONTI

  1. https://www.salute.gov.it/portale/influenza/dettaglioContenutiInfluenza.jsp?lingua=italiano&id=686&area=influenza&menu=vuoto&tab=2
  2. https://www.epicentro.iss.it/influenza/influenza
  3. Luis E. Vega-Briceño, Katia Abarca V. e Ignacio Sánchez D, Flu vaccine in children: State of the art, 2006.
  4. Jefferson T, et al. Vaccines for preventing influenza in healthy children. Cochrane Database of Systematic Reviews 2018, Issue 2. Art. No.: CD004879.
  5. Mølgaard-Nielsen D, Fischer TK, Krause TG, Hviid A. Effectiveness of maternal immunization with trivalent inactivated influenza vaccine in pregnant women and their infants. J Intern Med. 2019 Oct;286(4):469-480
  6. Schlaudecker EP, Ambroggio L, McNeal MM, Finkelman FD, Way SS. Declining responsiveness to influenza vaccination with progression of human pregnancy. Vaccine. 2018 Jul 25;36(31):4734-4741.
  7. https://www.auxologico.it/prestazione/vaccinazione-antinfluenzale-pediatrica-spray?utm_source=Istituto+Auxologico+Italiano&utm_campaign=61201a5cc0-settembre+settimana+3&
Dott.ssa Giada Maraia

Dott.ssa in Chimica e Tecnologie farmaceutiche, nutre una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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