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Patologie oncologiche e alimentazione

Nel corso dello scorso secolo tantissimo è cambiato per quanto riguarda le patologie prevalenti nella popolazione mondiale. Nel mondo occidentale, soprattutto, si sono diffuse molto le patologie croniche. Tra queste ci sono anche i tumori. I tumori nella popolazione italiana sono differenti, relazionati ad età e sesso. Nella donna over 50, per esempio, le sedi maggiormente coinvolte sono la mammella e il colon retto, nell’uomo la prostata e il polmone.

Alimentazione e tumori, c’è un nesso?

La corretta gestione dell’alimentazione ha un forte potere preventivo anche quando si parla di tumori. I tumori derivati, in parte, da abitudini alimentari scorrette, sono tutti quelli che riguardano gli organi dell’apparato digerente, ma non solo. Fattori alimentari sono coinvolti anche nello sviluppo del tumore all’endometrio e al seno nella donna, alla prostata nell’uomo.

Il nesso tra scorretta alimentazione e tumori c’è anche considerando come fattore di rischio l’obesità. L’obesità può essere considerata a tutti gli effetti una patologia, la quale viene a svilupparsi per diversi motivi. Questi possono essere anche genetici, ma in gran parte sono collegati a uno stile di vita scorretto. La sedentarietà e un’alimentazione mal bilanciata, eccessiva per alcuni versi, e deficiente sotto altri, sono sicuramente due dei maggiori fattori coinvolti nello sviluppo dell’obesità.

Obesità e tumori

Attualmente si ritiene un individuo obeso quando il suo indice di massa corporeo o body mass index (IMC o BMI) è superiore al valore di 30. Questo parametro mette in relazione il peso e l’altezza. Tuttavia, permette una classificazione non del tutto precisa. Ci si deve ricordare sempre che giocano un ruolo fondamentale le percentuali di massa magra e massa grassa e anche la distribuzione del tessuto adiposo a livello corporeo.

L’accumulo tessuto adiposo nell’area addominale è quello che costituisce il maggior fattore di rischio, essendo il grasso viscerale a tutti gli effetti un organo endocrino, in grado quindi di secernere ormoni e dare uno stimolo pro-infiammatorio a l’intero organismo.

L’obesità e un accumulo di tessuto adiposo non giocano soltanto un ruolo nello sviluppo dei tumori, ma rendono anche complicato il trattamento e la gestione del paziente oncologico. Diventa infatti complicato il dosaggio dei farmaci.

Il tessuto adiposo come organo endocrino

L’incremento del tessuto adiposo, inteso sia in termini di iperplasia che ipertrofia, porta con il tempo a un tessuto adiposo disfunzionale. Un tessuto adiposo disfunzionale correla direttamente con l’insulino-resistenza, generando a tutti gli effetti una spirale di effetti negativi, in quanto l’organismo perderà mano a mano la capacità di gestire correttamente il glucosio nel sangue. Avremo come effetto ultimo i valori della glicemia e dell’insulinemia cronicamente elevati. Un tessuto adiposo disfunzionale correla anche con infiammazione cronica (incremento citochine infiammatorie) e ipossia e angiogenesi. Si crea quindi un ambiente favorevole allo sviluppo tumorale.

Quali sono gli altri fattori di rischio per le patologie oncologiche?

Oltre al patrimonio genetico ci sono fattori esterni a noi che sono relazionabili allo sviluppo di patologie oncologiche. Questi sono gli agenti infettivi, le cattive abitudini come il fumo, la sedentarietà, l’abuso di alcolici, la non corretta esposizione ai raggi solari, l’esposizione a fattori inquinanti.

Parte di questi fattori sono controllabili, quindi ciascuno di noi ha la possibilità di ridurre i fattori di rischio.

Per completezza occorre dire che per quanto riguarda gli alcolici si parla di abuso, ma, in realtà, è bene ricordare che non esiste una soglia al di sotto della quale si riducono i rischi legati al consumo di alcol, perché non è possibile individuarla. L’ideale è quindi un consumo nullo o saltuario di bevande alcoliche.

In riferimento alla corretta esposizione ai raggi solari, è bene cercare di attuare misure di protezione, come l’applicazione di creme e evitare di esporsi nelle ore centrali della giornata. Tuttavia, è importante tener presente che la luce solare, correttamente gestita, è fondamentale per la sintesi da parte dell’organismo della forma di vitamina D attiva, importante a vari livelli per la salute.

La corretta nutrizione del paziente oncologico

È bene sapere che parte dei decessi di pazienti oncologici sono dovuti a malnutrizione. La corretta nutrizione è quindi fondamentale, andando a lavorare per ridurre gli effetti collaterali legati alle terapie. Tra gli effetti collaterali possiamo citare anemia, disbiosi, vomito.

Nel paziente oncologico è anche fondamentale prestare una grande attenzione al mantenimento della massa magra, cercando di ridurre invece, quando necessario, la massa grassa.

La nutrizione deve anche essere improntata alla riduzione dei fattori pro-infiammatori, quindi concentrarsi sulla corretta gestione di glicemia e insulinemia, fattori di crescita, citochine e ormoni sessuali.

Va da sé che il paziente oncologico andrebbe seguito in modo continuo da un professionista dell’alimentazione con conoscenze approfondite in questo ambito.

 

Dott.ssa Laura Kerer

Biologa nutrizionista. Si occuperà di divulgare consigli alimentari e nutrizionali per un corretto e sano stile di vita. Info: Potete contattare personalmente la dott.ssa Laura Kerer all'indirizzo di posta elettronica kererlaura@gmail.com o iltuofarmacista.web@gmail.com Potete visitare la pagina Facebook Dott.ssa Laura Kerer - Biologa Nutrizionista

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