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Il lipedema: strategie nutrizionali

Il lipedema o lipoedema è una patologia che colpisce prevalentemente le donne. L’accumulo di tessuto adiposo in questi casi non è imputabile semplicemente alla condizione di sovrappeso o obesità. Tuttavia, sin troppo spesso, non viene riconosciuto e, quindi, diagnosticato.

Questa patologia riguarda il tessuto adiposo, e non è da confondersi con il linfedema, che invece è definito come “una patologia cronica degenerativa e progressiva che si instaura nell’organismo a causa di una parziale incapacità di trasporto linfatico”. (Linee di indirizzo sul Linfedema e patologie correlate al sistema linfatico – Gazzetta Ufficiale LEA 2017).

L’eziologia è tutt’oggi non ben compresa e conosciuta. Si può però affermare, con relativa certezza, che tra le cause che determinano la patologia ci siano sia fattori genetici che fattori ormonali.

Si stima che, a livello mondiale, siano interessate dalla patologia l’11% delle donne. Ma questa percentuale sicuramente non rappresenta il dato reale, in quanto la patologia è sottodiagnosticata.

Il lipedema compare generalmente durante la pubertà, per poi peggiorare durante la premenopausa o menopausa. Può presentarsi anche in seguito a una gravidanza. Sono, infatti, tutte condizioni fisiologiche durante le quali avvengono alterazioni ormonali.

Come si presenta il lipedema

Il lipedema comporta gonfiore a livello degli arti. Generalmente sono coinvolti gli arti inferiori, talvolta anche quelli superiori.

Il tessuto adiposo si accumula a livello sottocutaneo, proliferando in modo anomalo, nell’area:

-delle natiche;

-delle cosce;

-delle gambe;

-delle braccia (più raramente).

L’accumulo si presenta in modo simmetrico e il più delle volte non sono interessate le parti distali degli arti. Quest’ultima caratteristica genera spesso il “cuffing sign”. L’ingrossamento interessa l’arto, cessando avvicinandosi all’estremità, come se ci fossero delle manette applicate.

Oltre all’anormale accumulo di tessuto adiposo si osserva, in genere, edema che aumenta soprattutto durante la seconda parte della giornata.

Una delle caratteristiche più importanti e caratterizzanti del lipedema è il fatto che questo causa dolore, il quale si ripercuote spesso anche sulla salute mentale della persona, portando anche a depressione.

Le aree interessate, oltre ad essere doloranti, sono soggette frequentemente anche alla formazione di lividi.

Gestione nutrizionale

Molto spesso, ma non sempre, chi presenta lipedema è in sovrappeso o obeso. Nel caso in cui il BMI (Body Mass Index) sia elevato uno dei primi passi da compiere è quello di affrontare un piano dimagrante. Nelle aree interessate la perdita di tessuto adiposo è particolarmente difficoltosa. Nonostante ciò, però, è bene favorire una perdita di peso complessiva, andando a snellire, per esempio, il punto vita.

Nel caso in cui il BMI rientri nella categoria del normopeso è bene procedere con un percorso di educazione alimentare, affinché possa essere mantenuto un peso adeguato.

Dieta mediterranea o dieta chetogenica?

Si sta indagando su quale sia l’approccio nutrizionale migliore per la gestione del lipedema. Due degli approcci maggiormente sotto indagine sono la dieta mediterranea e la dieta chetogenica.

La dieta mediterranea (quella vera, non quella ricca di pane, pasta e pizza) ha una serie di caratteristiche che permettono di definirla “antinfiammatoria”. È infatti ricca di fibre, alimenti a basso indice glicemico, di origine vegetale. Povera in grassi saturi e zuccheri semplici, abbonda invece in grassi salutari, come omega 3 e omega 6 (con una particolare attenzione al loro bilanciamento).

Un altro approccio indagato frequentemente è quello della dieta chetogenica. La dieta chetogenica viene impiegata ormai da 100 anni per il trattamento dell’epilessia. È un approccio molto in voga negli ultimi anni ed effettivamente permette di ottenere risultati promettenti in svariate condizioni, anche patologiche (cancro, Alzheimer, sclerosi multipla).

La dieta chetogenica sembra promettente nell’ambito del trattamento del lipedema in quanto, in base a studi effettuati finora, sembra riuscire ad ottenere: una riduzione del peso e del tessuto adiposo, una riduzione del dolore e un miglioramento della qualità di vita. Altri aspetti, riguardo ai quali è necessario un approfondimento, ma che sembrano modificarsi applicando il protocollo di dieta chetogenica sono: la riduzione dell’edema e della ritenzione idrica, la riduzione dell’infiammazione, la prevenzione e la riduzione della fibrosi, il miglioramento della risposta metabolica e ormonale.

Ulteriori approcci

La dieta e l’attività fisica sono gli approcci non invasivi possibili per il trattamento del lipedema. L’attività fisica non è risolutiva, ma permette di ottenere un miglioramento della circolazione venosa, del drenaggio linfatico, e una riduzione dell’edema. L’attività fisica più idonea sembra essere di tipo aerobico, non ad intensità particolarmente elevata. Uno degli sport più adeguati sembra essere il nuoto.

A parte gli approcci non invasivi ci sono gli approcci invasivi di tipo chirurgico, ovvero la liposuzione.

 

FONTI

Update in the management of lipedema, Isabel Forner-Cordero, Angeles Forner-Cordero, Győző Szolnoky, International Angiology 2021 August;40(4):345-57

Ketogenic diet as a potential intervention for lipedema, L. Keith, C.A. Seo, C. Rowsemitt, M. Pfeffer, M. Wahi, M. Staggs, J. Dudek, B. Gower, M. Carmody, Medical Hypotheses, Volume 146, January 2021, 110435

 

Dott.ssa Laura Kerer

Biologa nutrizionista. Si occuperà di divulgare consigli alimentari e nutrizionali per un corretto e sano stile di vita. Info: Potete contattare personalmente la dott.ssa Laura Kerer all'indirizzo di posta elettronica kererlaura@gmail.com o iltuofarmacista.web@gmail.com Potete visitare la pagina Facebook Dott.ssa Laura Kerer - Biologa Nutrizionista

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