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Emicrania, come può aiutare l’alimentazione?

L’emicrania si presenta con cefalee disabilitanti primarie, accompagnate spesso da una serie di altri sintomi. Si distinguono due tipologie principali di emicrania: con e senza aura. La fisiopatologia non è ancora ben compresa e nota.

L’intensità del dolore varia da persona a persona, e può presentarsi insieme a: fotofobia, fonofobia, osmofobia, vomito e disordini nel movimento. L’emicrania è associata a una serie di comorbidità, come disturbi psichiatrici, disordini del sonno, fattori di rischio cardiovascolare, patologie cardiovascolari e cerebrovascolari.

L’alimentazione può, in base a studi scientifici effettuati, influenzare i diversi meccanismi fisiopatologici coinvolti. La dieta può avere effetti diretti sulla modulazione dei neuropeptidi, i neurorecettori, i canali ionici, il sistema nervoso simpatico e il metabolismo cerebrale del glucosio. Gli alimenti che ingeriamo possono fornire uno stimolo proinfiammatorio, con rilascio di ossido nitrico e, quindi, vasodilatazione.

Quali alimenti influenzano gli attacchi di emicrania?

In base agli studi disponibili ci sono diversi cibi che sono correlati con un peggioramento della severità e frequenza dei sintomi.

Uno degli alimenti più frequentemente associati ad episodi di emicrania è l’alcool, in particolare il vino rosso. Gli alcolici sono una categoria di “alimenti” molto particolari, in quanto forniscono prevalentemente energia (7 Kcal/g di alcool), senza essere accompagnati da altri nutrienti che influenzano in modo positivo la salute del consumatore, o almeno non in quantità significative.

Anche la caffeina può portare, in chi soffre di emicrania, alla comparsa dei sintomi. È importante ricordare che la caffeina non è contenuta soltanto nel caffè, ma anche in altre bevande e occasionalmente in alimenti. Molti energy drink, per esempio, la contengono.

Altri alimenti “incriminati” sono latte e latticini, carni processate e conservate, cioccolato, lievitati, consumo molto abbondante di frutta secca a guscio, frutta essiccata.

Una corretta idratazione (almeno 1,5 L di acqua al giorno) sembra avere degli effetti benefici, contrastando la comparsa dei sintomi.

Regimi alimentari specifici

Sono stati messi a confronto alcuni approcci dietetici specifici e i dati ottenuti suggeriscono che, effettivamente, ci siano delle diete che apportano benefici, e altre che portano a un peggioramento dei sintomi.

Il digiuno protratto per diverse ore, in base ai dati forniti da uno studio svoltosi durante il Ramadan, sembra peggiorare i sintomi di chi soffre di emicrania.

Un approccio dietetico che, invece, sembra apportare dei benefici, è quello che predilige alimenti a basso indice glicemico. L’indice glicemico di un alimento si riferisce a quanto questo porti all’innalzamento della glicemia. Alimenti ad alto indice glicemico sono quelli che contengono carboidrati raffinati e zuccheri semplici.

Un confronto tra dieta ipolipidica (<20% dell’apporto calorico giornaliero) e normolipidica (circa 30% di lipidi) ha permesso di stabilire che il regime ipolipidico porta a un decremento degli attacchi di emicrania. Non conta, però, soltanto la quantità di lipidi assunti con la dieta. Un consumo adeguato di omega-3, soprattutto per bilanciare quello degli omega-6, spesso eccessivo, ha dei risvolti positivi sui sintomi.

Altre diete note che permettono di ottenere dei miglioramenti sono l’approccio chetogenico, la dieta anti-ipertensione, ovvero la dieta DASH e la dieta vegana ipolipidica. In questo ultimo caso, però, verrebbe meno l’apporto di omega-3 di origine animale.

Diete di eliminazione

Diete controllate volte all’eliminazione per un periodo specifico di alimenti che stimolano la produzione di immunoglobuline G (IgG) sembrano portare a un miglioramento dei sintomi.

Alimenti che stimolano il rilascio di IgG sono, per esempio: uova, latte, mais, pomodori, funghi, gamberetti, gamberi, frumento e riso.

Diete di eliminazione vanno effettuate SEMPRE e SOLTANTO sotto il controllo medico. Escludere alimenti nell’ambito di regimi “fai da te” non ha senso, e può avere effetti non benefici sulla salute.

Per concludere

I dati a disposizione in letteratura, riguardo a quale possa essere il migliore approccio nutrizionale in caso di emicrania, sono ancora incompleti. Quel che si evince dalle informazioni acquisite finora è che, effettivamente, l’alimentazione ha un ruolo importante nella gestione dell’emicrania. Il migliore approccio resta, come sempre, quello personalizzato, studiato e calato sulle esigenze individuali. Spesso, chi soffre di emicrania, ha anche altre condizioni associate, le quali devono essere valutate con una visione d’insieme.

Infine, una raccomandazione importante, valida anche in questo caso, è che quella che riguarda il microbiota. Un approccio che si prenda cura di ripristinare l’eubiosi intestinale, porta spesso a un miglioramento della sintomatologia.

 

FONTI

The Role of Diet and Nutrition in Migraine Triggers and Treatment: A Systematic Literature Review – Nada Ahmad Hindiyeh, MD; Niushen Zhang, MD; Mallory Farrar, PharmD; Pixy Banerjee, MPharm; Louise Lombard, MNutr; Sheena K. Aurora, MD – Headache (2020)

 

Dott.ssa Laura Kerer

Biologa nutrizionista. Si occuperà di divulgare consigli alimentari e nutrizionali per un corretto e sano stile di vita. Info: Potete contattare personalmente la dott.ssa Laura Kerer all'indirizzo di posta elettronica kererlaura@gmail.com o iltuofarmacista.web@gmail.com Potete visitare la pagina Facebook Dott.ssa Laura Kerer - Biologa Nutrizionista

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