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Il counting dei carboidrati nel DMT1

Il conteggio dei carboidrati, o counting dei carboidrati, è un metodo che permette al paziente con diabete mellito di tipo 1 (DMT1) di effettuare in autonomia la quantificazione dei carboidrati contenuti in un pasto, al fine di migliorare il controllo glicemico.

Questo metodo permette di adeguare l’insulina bolo, ovvero quella utilizzata in corrispondenza dei pasti, al quantitativo di carboidrati assunti.

Il diabete di tipo 1

Il diabete di tipo 1 è contraddistinto da una totale assenza di insulina endogena. In condizioni normali, le beta-cellule pancreatiche sono deputate alla sintesi dell’insulina. Quando, per ragioni autoimmuni o idiopatiche, le beta-cellule pancreatiche vanno incontro a distruzione, l’organismo non è più in grado di sintetizzare l’insulina. In assenza di questo ormone non è possibile un controllo della glicemia, ovvero dei livelli di glucosio nel sangue.

Questa patologia insorge, in genere, sin dai primi anni di vita.

La terapia

Il paziente affetto da diabete mellito di tipo 1 deve, in modo obbligato, assumere insulina esogena. La terapia insulinica si è affinata nel corso degli anni, e in questo momento, il gold standard è rappresentato dall’utilizzo di insulina basale e insulina bolo.

L’insulina lenta, basale, permette il controllo glicemico indipendentemente dai pasti. L’insulina bolo, invece, ha lo scopo di contrastare i picchi glicemici in seguito al pasto.

L’educazione alimentare necessaria per poter effettuare il counting

Affinché il paziente possa procedere in autonomia al conteggio dei carboidrati e quindi al dosaggio dell’insulina prandiale, è necessario un percorso di educazione alimentare.

In primo luogo occorre sapere cosa sono i carboidrati e riconoscere i cibi che li contengono. Una volta acquisite queste conoscenze occorrerà saper quantificare il contenuto di carboidrati contenuti negli alimenti e quindi passare ad individuare il quantitativo di carboidrati contenuti nella porzione/nel pasto. A questo punto si potrà cominciare a scambiare gli alimenti contenenti carboidrati, rendendo la dieta più libera e meno vincolata.

Gli ultimi passaggi del percorso che rendono possibile il conteggio autonomo dei carboidrati sono relativi all’individuazione del rapporto insulina/CHO e saper quindi variare il dosaggio dell’insulina in base ai carboidrati contenuti nel pasto.

Cosa sono i carboidrati

I carboidrati sono uno dei principali macronutrienti introdotti con l’alimentazione. Possono essere semplici e complessi, in base alla dimensione della molecola.

Sono basilari per la nostra alimentazione, tant’è che la dieta mediterranea indica di assumerne dal 45 al 60% sull’apporto calorico giornaliero complessivo.

Sono da preferire sempre i carboidrati complessi rispetto a quelli semplici, in quanto quelli semplici determinano un più rapido innalzamento della glicemia.

Fonti di carboidrati

I carboidrati si trovano in quantità variabili in tutti gli alimenti di origine vegetale, sotto forma di zuccheri o amidi (semplici o complessi).

È bene sapere che anche le semplici verdure contengono carboidrati, tuttavia, a meno che non vengano consumate in quantitativi molto elevati, sono soprattutto i seguenti alimenti a rappresentare le fonti alimentari di carboidrati: pane, pasta, pizza, cereali, pseudocereali, legumi, patate, prodotti da forno, dolci, frutta.

Quantificare

Una volta individuate le fonti di carboidrati è necessario saper quantificare. A tale scopo si può usare semplicemente l’etichetta nutrizionale quando presente, altrimenti la bilancia, i metodi di misura casalinghi (cucchiaio, bicchiere, tazza, mestolo, piatto fondo, piatto piano,…), oppure il metodo volumetrico, per il quale è sufficiente usare la mano aperta o il pugno.

Un altro strumento utile è il dietometro, ovvero un atlante fotografico che aiuta nella quantificazione di carboidrati dei diversi alimenti.

Individuare la quantità di insulina

Il diabetologo, con l’ausilio del diario alimentare, della stima dei carboidrati assunti e il diario della glicemie, provvederà ad individuare il fabbisogno insulinico giornaliero e ai pasti.

Controllo glicemico

I valori importanti da tenere sotto controllo sono la glicemia e l’emoglobina glicata. La glicemia è la fotografia in un dato istante del valore della glicemia, mentre l’emoglobina glicata permette di stabilire la qualità del controllo glicemico in un dato lasso di tempo (3 mesi, ovvero l’emivita del globulo rosso). L’emoglobina glicata è molto utile, in quanto permette di capire se la glicemia è in media buona o se è i suoi valori sono, in media, troppo elevati.

Conclusioni

La vita di chi è affetto da diabete di tipo 1 può essere, al giorno d’oggi, molto meno vincolata rispetto al passato. L’attività fisica e l’alimentazione erano sicuramente due degli aspetti maggiormente influenzati dalla patologia. Con le giuste precauzioni e la corretta educazione alimentare si può vivere con maggiore serenità, senza grandi limitazioni. L’aspetto più importante è continuare a monitorare sempre l’andamento glicemico e le quantità di carboidrati assunti. Questi due aspetti andrebbero internalizzati, e resi il più normale possibile per chi soffre di DMT1. Il diabete rappresenta, infatti, una limitazione soprattutto quando non gestito correttamente, e, di conseguenza, vengono a svilupparsi condizioni e patologie correlate.

Dott.ssa Laura Kerer

Biologa nutrizionista. Si occuperà di divulgare consigli alimentari e nutrizionali per un corretto e sano stile di vita. Info: Potete contattare personalmente la dott.ssa Laura Kerer all'indirizzo di posta elettronica kererlaura@gmail.com o iltuofarmacista.web@gmail.com Potete visitare la pagina Facebook Dott.ssa Laura Kerer - Biologa Nutrizionista

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