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Dieta chetogenica: cos’è e quando applicarla

Oggi parliamo della tanto conosciuta dieta chetogenica. Quello che generalmente si sa è che fa dimagrire molto velocemente ed è quindi un’ottima opportunità dietetica per chi non vuole concedere al dimagrimento il giusto tempo. Tuttavia pochi conoscono veramente quali sono i principi biochimici a cui si va incontro e il più delle volte viene tirata in ballo impropriamente. Prima di applicare ricordiamo sempre che bisogna comprendere. Cerchiamo quindi di fare chiarezza.

Chetosi e chetoacidosi: le differenze

Per capire qual è il principio su cui si basa la dieta chetogenica bisogna innanzitutto introdurre il concetto di chetosi e differenziarla dalla chetoacidosi, 

La chetosi è una condizione fisiologica, caratterizzata da elevati chetoni nel siero e livelli normali di PH e della glicemia. I chetoni, o corpi chetonici, sono 3 molecole (acetoacetato, beta-idrossibutirrato e acetone) sintetizzate dalla cellula epatica in determinate condizioni, utili per produrre energia e ridurre il consumo delle proteine come substrato energetico.

Una piccola quota di chetoni è sempre presente nel sangue e aumenta quando le quantità di glucosio nel flusso sanguigno sono basse. 

In questi casi infatti il fegato sceglie di optare per una via metabolica basata principalmente sui grassi rispetto a quella classica basata principalmente sui carboidrati. Questo succede, per esempio durante il digiuno, l’esercizio molto prolungato o la restrizione dietetica dei glucidi.

Quando siamo di fronte a queste condizioni, quindi, il fegato mette in campo la strategia di scegliere come substrato energetico gli acidi grassi che metabolizza rapidamente in una molecola chiamata acetil-CoA, ed alcune molecole di esso possono a loro volta essere convertite in corpi chetonici. Il fegato non è in grado di sfruttarle a fini energetici, perciò questi corpi chetonici vengono riversati nel flusso sanguigno, dove possono essere utilizzati come moneta energetica dai tessuti periferici e soprattutto dal cervello. 

La chetoacidosi è uno stato, invece, patologico, dato dalla produzione eccessiva e incontrollata di chetoni che porta all’acidosi metabolica.

Nella maggioranza dei casi la chetoacidosi è causata da una carenza di insulina nel diabete di tipo 1, o negli stadi avanzati del diabete di tipo 2, ma può anche essere il risultato dell’abuso cronico di alcol

La chetoacidosi provoca gravi disturbi metabolici e costituisce una grave condizione medica potenzialmente fatale. 

Essa si differenzia dalla chetosi fisiologica in quanto provoca un’incapacità di regolare naturalmente la produzione dei corpi chetonici. Nella chetosi fisiologica, i chetoni nel flusso sanguigno superano i livelli base di riferimento, ma l’omeostasi acido-base del corpo viene mantenuta regolarmente, a differenza della chetoacidosi dove si riscontrano concentrazioni superiori ai 10 mM. 

Una dieta che si basi su un contenuto basso di carboidrati e moderato di proteine, e che quindi sia in grado di stimolare la chetosi, è detta dieta chetogenica. In questo caso i livelli di chetoni nel sangue restano generalmente al di sotto dei 3 mM.

Caratteristiche della dieta chetogenica

La dieta chetogenica è una strategia nutrizionale basata sulla riduzione dei carboidrati alimentari, che induce l’organismo a produrre autonomamente il glucosio (gluconeogenesi) necessario alla sopravvivenza e ad aumentare il consumo dei grassi contenuti nel tessuto adiposo, con la conseguente produzione di corpi chetonici.

La dieta chetogenica è uno schema nutrizionale così basato:

  • Basso contenuto di calorie (dieta ipocalorica)
  • Basso contenuto percentuale e assoluto di carboidrati (tra i 20 e 50g giornalieri)
  • Medio-Alto contenuto percentuale di proteine
  • Alto contenuto percentuale di lipidi.

La linea guida per una corretta dieta chetogenica prevede una ripartizione energetica di: 10% da carboidrati, 15-25% di proteine, 70% o più da grassi.

 Gli effetti sul nostro organismo

 Questa strategia alimentare viene utilizzata soprattutto in tre contesti: nel dimagrimento (sotto controllo medico), soprattutto in caso di obesità molto grave; nella terapia alimentare di certe patologie metaboliche come l’iperglicemia cronica, l’ipertrigliceridemia (solo sotto controllo medico), l’ipertensione arteriosa e la sindrome metabolica (mai in presenza di patologie o sofferenza di fegato e/o reni); nella riduzione dei sintomi associati all’epilessia infantile (esclusivamente quando il soggetto non risponde alla terapia farmacologica e solo sotto controllo medico).

Sicuramente uno degli effetti più apprezzati è il veloce dimagrimento grazie alla forte riduzione delle calorie totali, al mantenimento di glicemia e livelli di insulina costanti, aumento del consumo di grassi a scopo energetico e al suo effetto anoressizzante.  Essa non dovrebbe però essere protratta troppo a lungo, difatti sono generalmente ben tollerate circa 3 settimane, ovvero 21 giorni.

Questo perché a lungo andare porta a svariati effetti collaterali, in particolar modo a carico renale, a cui si aggiunge un aumento del carico di lavoro del fegato, al catabolismo muscolare e non ultimo una ripartizione dei macronutrienti totalmente sbilanciata rispetto ad una sana ed equilibrata alimentazione.

Attenzione al fai-da-te

La dieta chetogenica funziona nell’immediato, certo, ma sottopone l’organismo ad uno stress continuo e non salutare. Se mal progettata, soprattutto quando figlia di un “fai-da-te”, la dieta chetogenica dev’essere abbandonata e sostituita con altre strategie alimentari meno pericolose ed ugualmente efficaci, preferendo sempre una dieta che apporti in misura corretta carboidrati, proteine e lipidi tramite alimenti che promuovano la nostra salute.

Fonti:

  1. H. A. Krebs, The regulation of the release of ketone bodies by the liver, in Advances in Enzyme Regulation, vol. 4, 1º gennaio 1966, pp. 339–353
  2. Ketone body metabolism – Metabolism and hormones – Diapedia, The Living Textbook of Diabetes.
  3. Victoria M. Gershuni, Stephanie L. Yan e Valentina Medici, Nutritional Ketosis for Weight Management and Reversal of Metabolic Syndrome, in Current Nutrition Reports, vol. 7, n. 3, 1º settembre 2018, pp. 97–106
  4. https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/lesperto-risponde/dieta-chetogenica-di-cosa-si-tratta
  5. https://www.grupposandonato.it/news/2019/ottobre/dieta-chetogenica-per-dimagrire-esperta-spiega-cos-e-come-funziona

 

 

Dott. Riccardo Roveda

Nutrizionista. Si occupa di divulgare consigli alimentari e nutrizionali Info: Potete contattare personalmente il Dott. Roveda al numero 340 7253549, all'indirizzo riccardo.roveda@hotmail.com o iltuofarmacista.web@gmail.com

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