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Epilessia: cosa fare durante un attacco epilettico?

L’epilessia è un disordine cronico del cervello che colpisce persone in tutto il mondo. È caratterizzata dal ripetersi di fenomeni chiamati crisi epilettiche, di solito di breve durata (secondi o pochi minuti), che possono manifestarsi con alterazione dello stato di coscienza e/o con movimenti involontari che riguardano una sola parte del corpo (crisi parziale motoria).

La crisi epilettica è dunque provocata da una scarica elettrica anomala a livello della corteccia cerebrale, localizzata o diffusa, che può essere asintomatica o provocare disturbi anche significativi. 

Quali tipi di crisi epilettiche ci sono?

Le crisi epilettiche si dividono essenzialmente in crisi parziali (dette anche focali) e crisi generalizzate.

Le crisi parziali originano da un focolaio in una regione della corteccia cerebrale, cioè da un’area che possiede un’anomala eccitabilità. Le crisi generalizzate, invece, coinvolgono tutta la corteccia cerebrale e provocano normalmente una completa perdita di coscienza.

Quali sono le cause dell’epilessia?

Le cause dell’epilessia sono diverse a seconda che si tratti di una forma parziale o generalizzata.

Nell’epilessia focale sintomatica, la causa più comune è la presenza di lesioni strutturali, quali aree ischemiche, emorragiche, tumori, o anche cicatrici di pregressi traumi o interventi chirurgici, e in tal caso si parla di epilessia parziale secondaria o sintomatica.

In altri casi, pur essendoci evidenza clinica o strumentale dell’origine delle crisi da una specifica area cerebrale, gli esami radiologici quali TC o RM (risonanza magnetica) non sono in grado di mostrare alcuna lesione strutturale, e si parla pertanto di epilessia focale criptogenica.

L’epilessia in generale ha due picchi di incidenza durante il corso della vita: il primo durante l’infanzia, il secondo nella popolazione anziana, dopo i 65 anni. 

Quali sono i sintomi dell’epilessia?

Nelle crisi parziali, i sintomi dipendono dall’area cerebrale interessata. Quindi a seconda del coinvolgimento dell’area motoria, sensitiva o del linguaggio possono insorgere scatti, movimenti anomali, formicolio, disturbi sensitivi, difficoltà a parlare. Sono possibili anche fenomeni visivi, gustativi, alterazioni del comportamento, sensazioni di estraneità o di deja-vu.

Fra le crisi generalizzate, i tipi più comuni sono le assenze (piccolo male) e le crisi tonico-cloniche (grande male). Nelle crisi di assenza il soggetto diventa improvvisamente incosciente, spesso a occhi aperti, di solito non cade e non presenta disturbi motori. 

Nelle crisi tonico-cloniche, alla perdita di coscienza si associano contrazioni muscolari diffuse, che provocano la caduta a terra del paziente. 

Quali sono i trattamenti farmacologici?

Il singolo evento epilettico non va trattato farmacologicamente, mentre nel caso in cui si verificassero eventi ripetuti nel tempo e quindi epilettici si può intervenire con farmaci antiepilettici che, nella maggior parte dei casi, producono effetti straordinari, tanto da ridurre sia la frequenza che l’intensità delle convulsioni epilettiche. 

Ad alcuni pazienti, l’epilessia si manifesta in forma così lieve che la somministrazione di un solo farmaco, per un periodo di tempo più o meno lungo, è sufficiente per annullare i sintomi, ed evitare la ricomparsa delle crisi.
Qualora i farmaci non risultassero del tutto benefici per la salute del paziente, lo specialista potrebbe proporre un trattamento chirurgico o altre cure alternative (stimolazione del nervo vago).
Il problema più complesso sembra essere la scelta del farmaco più adatto per il paziente, sia in termini di tipologia, che di dosaggio; per far fronte a questo problema e per testarne l’eventuale affidabilità ed efficacia, il medico generalmente prescrive dosaggi piuttosto bassi, per aumentare la posologia di volta in volta, gradualmente, fino al completo controllo delle crisi epilettiche.

Come comportarsi se si assiste ad una crisi?

Ovviamente il paziente che soffre di crisi epilettiche ha uno stile di vita condizionato da quella che è la sua patologia. Ciò nonostante, le persone colpite da epilessia possono vivere una vita piena e attiva ma per farlo è importante il sostegno delle persone vicine. È importante che gli amici e i familiari siano informati sui problemi connessi all’epilessia in modo che possano comprenderli, affrontarli e sapere come comportarsi nel caso in cui si dovesse assistere ad una crisi epilettica.

I principali consigli da seguire sono:

1) porre qualcosa di morbido sotto la testa, in modo che durante le convulsioni il paziente non sbatta il capo su una superficie dura. 

2) Terminate le convulsioni, slacciare gli indumenti che possano ostacolare il flusso nelle vie aeree, ruotare la testa di lato e porre il paziente su un fianco facilitando una migliore respirazione. 

3) Evitare assembramenti attorno alla persona che ha avuto una crisi, durante la fase di recupero: dopo l’attacco epilettico, la persona riprende coscienza gradualmente passando attraverso una fase di confusione che può durare diversi minuti e l’assembramento di persone non è di aiuto.

4) Durante le convulsioni non tentare di aprire forzatamente la bocca per impedire il morso della lingua, o inserire le dita.

5) Non bloccare braccia e gambe agitate dalle convulsioni

6) Non tentare di somministrare acqua, farmaci o cibo.

Infine, è molto importante per il paziente, cercare di vivere in modo indipendente, continuare a lavorare e non preoccuparsi costantemente di avere una crisi. Per vivere serenamente, è necessario, provare ad ignorare le reazioni negative delle persone e cercare di mantenere il senso dell’umorismo sempre. 

fonti:

iss.salute

manualmsd

Neurologia

Dott.ssa Valeria Colucci

Farmacista di professione, nutre una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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