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Un’arancia al giorno leva il medico di torno? La verità sulla vitamina C

La vitamina C è una delle vitamine più conosciute, non è prodotta dal nostro corpo e inevitabilmente deve essere assunta con la dieta. Con l’arrivo della stagione fredda una frequente raccomandazione è quella di mangiare tanta frutta contenente vitamina C (per esempio le arance, kiwi). È opinione diffusa infatti che la vitamina C sia un rimedio infallibile per rinforzare il sistema immunitario e proteggere dalle infezioni virali, al punto da rientrare nella formulazione di tanti farmaci da banco contro i sintomi influenzali. 

Tuttavia, l’utilità di questa vitamina nella prevenzione e nella cura del raffreddore e dell’influenza è oggetto di un dibattito nella comunità scientifica che dura da almeno 70 anni e che si è recentemente animato con lo scoppiare della pandemia Sars-Covid 19. 

Tutto iniziò negli anni ’70, quando uno dei più grandi scienziati del XX secolo Linus Pauling nel suo libro “Vitamin C and the Common Cold” affermò che mega-dosaggi di vitamina C potessero trattare e/o prevenire con successo il raffreddore comune. La convinzione di Pauling nacque dieci anni prima, quando venne contattato dal biochimico Irwin Stone, che gli raccomandò l’assunzione di almeno 3000 mg/die di vitamina C per vivere più a lungo. Pauling seguì il consiglio e notò grandi miglioramenti nella sua salute e la scomparsa dei raffreddori che era solito avere.

Il libro di Pauling ebbe un enorme successo e a dagli anni ‘70 in avanti, il mercato degli integratori di vitamina C crebbe enormemente.

MA QUAL E’ LA VERITA’?

E’ vero che la vitamina C è presente nelle cellule immunitarie e viene consumata rapidamente durante un’infezione. Ed è anche certo che una carenza di vitamina C indebolisce significativamente il sistema immunitario esponendo al rischio di infezioni. 

Tuttavia gli studi clinici hanno smentito Stone e Pauling: tale vitamina non pare efficace nel prevenire il raffreddore in adulti sani. Lo studio più significativo ha concluso che l’integrazione con dosi di 200 mg-2g al giorno di vitamina C al massimo può aiutare a superare un raffreddore più velocemente e a rendere i sintomi meno gravi riducendo la durata del raffreddore dell’8% negli adulti e del 14-18% nei bambini. Inoltre, se l’integrazione inizia quando già si sono manifestati i sintomi allora non influisce significativamente neppure sulla durata e sulla gravità del raffreddore.

Esiste un’eccezione: nelle persone sottoposte a un intenso stress fisico, come gli sportivi, riduce del 50% il rischio di raffreddore.

E’ importante evidenziare che comunque con una dieta bilanciata, ricca di frutta e verdura, si raggiungono e anzi si superano abbondantemente i dosaggi minimi consigliati. Ad esempio, un’arancia di medie dimensioni copre il 77% del fabbisogno quotidiano e 150 grammi di broccoli cotti lo coprono totalmente. 

Effetti collaterali

Nel suo libro Pauling arriva a consigliarne l’assunzione fino a 18.000 mg al giorno, (quando quella raccomandata per gli adulti è di circa 75-90 mg/giorno).

I rischi di effetti collaterali e interazioni farmacologiche aumentano in caso di assunzione di mega-dosi di vitamina C (>1 grammo al giorno). Dosi elevate di vitamina C possono causare diarrea, crampi addominali e nausea. Per questo motivo il Ministero della Salute regolamenta la dose massima per integratore a 1000 mg/die.

E quindi il raffreddore come si cura? 

I vecchi rimedi rimangono i più efficaci: riposo, idratazione e rimanere al caldo. 

Fonti:

“Vitamin C for preventing and treating the common cold” (2013) di  Harri Hemilä & Elizabeth Chalker

“Vitamin C supplementation and respiratory infections: a systematic review” (2004) di Harri Hemilä 

Dott.ssa Giulia Parise

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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