fbpx

S.O.S Meduse, cosa fare e non fare in caso di contatto

Popolano i nostri mari da più di 700 milioni di anni, hanno il corpo gelatinoso composto per il 98% da acqua e sono coloratissime. Parliamo delle meduse, creature marine tanto affascinanti quanto temute. Che ci si trovi nel Mediterraneo o in mari esotici, in acqua calde o fredde, le meduse restano una delle insidie più temute dai bagnanti e non è raro fare il loro incontro. Il loro numero è in costante aumento per due ragioni:

  • l’innalzamento della temperatura favorisce il loro ciclo riproduttivo
  • la pesca eccessiva riduce le specie ittiche che si nutrono di meduse 

Ogni anno durante la stagione estiva, le spiagge si popolano ed è subito “allarme meduse”. Innanzitutto è importante precisare che le meduse non pungono né mordono e neppure attaccano spontaneamente i nuotatori. Semplicemente si fanno trasportare dalle correnti e dunque nuotando è possibile urtarle. Al contatto con un corpo estraneo le meduse attivano un meccanismo di difesa proiettando all’esterno dei filamenti urticanti. La dolorosa sensazione che proviamo quando incappiamo in esse è originata proprio dal contatto con i tentacoli: attraverso essi le meduse rilasciano un veleno urticante causando una reazione cutanea simile ad un’ustione. 

Le sostanze che compongono il veleno sono: 

  • l’ipnotossina, anestetica; 
  • la talassina, responsabile della risposta infiammatoria; 
  • la congestina, in grado di paralizzare l’apparato circolatorio e respiratorio

Immediatamente si percepisce un forte bruciore. Subito dopo, la cute diventa rossa e compaiono dei piccoli pomfi (rigonfiamenti). Il dolore comincia ad attenuarsi dopo una ventina di minuti, lasciando spazio ad un intenso prurito, eritema, formicolio e intorpidimento. Se la reazione cutanea diventa molto estesa e si associa a respirazione difficoltosa, confusione mentale, vomito, sudorazione profusa e pallore è bene recarsi con urgenza al pronto soccorso. Nelle persone suscettibili, infatti, la puntura di medusa può causare lo shock anafilattico.

Cosa fare in caso di contatto?

  • Se si sta nuotando al largo, non fare movimenti scomposti e cercare di allontanarsi senza agitarsi. Se si avvista una medusa mentre ci si trova a riva, invece, è bene uscire subito dall’acqua.
  • Lavare la zona interessata con acqua di mare in grado di diluire le tossine rilasciate dai tentacoli e non ancora penetrate nella pelle. Non sciacquare con acqua dolce perchè favorisce la rottura delle cnidocisti (strutture urticanti che contengono il veleno) rimaste sulla pelle 
  • Cercare di staccare dalla pelle i filamenti che potrebbero essere rimasti attaccati. Finché i tentacoli e gli eventuali residui della medusa aderiscono alla pelle, continuano a rilasciare veleno. Utilizzare a tal scopo una tessera di plastica rigida (es. carta di credito).
  • Per lenire il prurito si consiglia di spalmare una crema o un gel astringente a base di cloruro di alluminio, meglio se ad una concentrazione del 5%, il prima possibile e riapplicarlo più volte fino alla scomparsa del prurito. Questo prodotto, utile anche per le punture di zanzara, è reperibile in farmacia anche se in Italia è ancora poco diffusa l’abitudine di portarlo con sè. Gli spray lenitivi a base di acqua di mare e sostanze astringenti naturali funzionano altrettanto bene. Tra i rimedi naturali sono consigliabili le soluzioni di acqua e bicarbonato, gel o pomate a base di aloe vera e di calendula.

Quando la manifestazione è localizzata sarebbe meglio non ricorrere alle creme contenenti cortisone o antistaminico, poiché entrano in azione solo dopo circa 30 minuti dall’applicazione, cioè quando la reazione è già esaurita. Questi principi attivi sono invece indicati per via orale, nel caso di lesioni diffuse o disturbi generali, previa indicazione del medico.

Cosa NON fare

  • Non strofinare la cute con sabbia calda: è vero che le tossine del veleno sono termolabili, cioè vengono inattivate dal calore, ma per produrre quest’effetto bisognerebbe raggiungere una temperatura di circa 50°C, rischiando una scottatura.
  • Non grattare la parte la parte colpita.
  • Non affidarsi ai rimedi della nonna applicando ammoniaca, urina, limone, aceto o alcol che potrebbero ulteriormente infiammare la pelle.
  • Nelle settimane successive alla puntura di medusa non esporsi al sole o coprire l’area interessata fino a completa guarigione o applicare un solare con SPF50+: il sole potrebbe dar origine a macchie cutanee scure. 

Come evitare il contatto con meduse?

  • Prima di tuffarsi in acqua è bene guardare la superficie del mare: se si avvista una medusa, anche in lontananza, rimandare il bagno. 
  • Non ignorare le indicazioni espresse su cartelli e i segnali di avvertimento sulla spiaggia.
  • Chi si reca in aree a rischio per la presenza di meduse dovrebbe conoscere le strategie di pronto intervento.
  • A scopo precauzionale, possono essere indossate delle tute complete di Lycra o applicate delle “creme anti-medusa” in grado di rendere la pelle scivolosa impedendo ai tentacoli di aderire come di consuetudine.

Fonti

Ospedalebambinogesu.it

www.issalute.it

Ministero della Salute, Portale Acque.

Dott.ssa Giulia Parise

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments