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Benessere epatico: curiosità e consigli

Siamo da poco usciti dalla quarantena e stiamo pian piano ricominciando a vivere le nostre vite “normali”, fatte anche di cene fuori, aperitivi, feste, cocktail e momenti insieme agli amici.
Queste sono sicuramente occasioni che ci rendono spensierati e ci fanno stare bene, un po’ meno il nostro fegato.

Esso si occupa non solo di importantissimi processi metabolici e digestivi, ma soprattutto ha il compito di eliminare le sostanze tossiche dal nostro corpo. E’ proprio per questo che è fondamentale mantenere questa ghiandola in ottima forma, mantenedo uno stile di vita regolare, una dieta sana, ma anche con altri piccoli accorgimenti.

Cosa è il fegato?

Il fegato è una grossa ghiandola posta a destra all’interno dell’addome, esattamente è posizionato sotto il diaframma ed è adiacente allo stomaco e all’intestino. Ha una lunghezza di circa 26 cm ed un peso di 1-1,5 kg , il che lo rende la ghiandola più grande del nostro copro.

L’attività metabolica è svolta per lo più dagli epatociti che, grazie alla loro grandezza e alla loro copiosità, rappresentano circa l’80% del volume totale del fegato stesso.
Un’altra tipologia di cellule presenti nel fegato sono le cellule di Ito, le quali in condizioni normali sono in stato quiesciente, ma che vengono subito attivate in seguito a danno dando vita a un fenomeno detto Transizione miofibroblastica, che permette alle cellule di diventare miofibroblasti e così attivare il processo infiammatorio, secerenere collagene e produrre matrice extracellulare e dunque contribuire alla riparazione del tessuto danneggiato.

L’attività depurativa è invece svolta da una sostanza prodotta dagli epatociti: la bile, soluzione acquosa a pH leggermente basico, composta per il 95% da acqua e per il restante 5% da proteine, lipidi, elettroliti e bilirubina.
E’ proprio questa che si occupa dell’eliminazione dei prodotti di scarto dell’organismo, tra cui anche i metaboliti di farmaci, oltre che della digestione ed assorbimento dei lipidi.
La principale componente organica della bile sono i sali biliari, i quali svolgono la funzione di detergenti biologici, grazie all’eliminazione di colesterolo, bilirubina e metaboliti di farmaci.
I sali biliari hanno origine nel fegato, ma vengono poi trasportati dalla bile nell’intestino, e lì vengono riassorbiti dalla parete intestinale, tornando di nuovo nel circolo sanguigno, in particolare nel sangue portale e ritornando al fegato e alla bile.
Di conseguenza il blocco dei dotti biliari può causare anche la comparsa di stati infiammatori, infezioni batteriche e flogosi.

All’interno del fegato si trovano anche le cellule di Kupffer: dei macrofagi deputatu alla depurazione del sangue che arriva dagli epatociti, ma anche alla rimozione di cellule del sangue che sono danneggiate o troppo vecchie.

Piante ed erbe amiche del fegato

Una volta compreso l’importante ruolo che svolge il fegato, è altrettanto importante imparare a proteggerlo e farlo funzionare correttamente, grazie anche all’aiuto di piante ed erbe amiche del fegato.

Tra le piante più conosciute per avere effetto epatoprotettivo vi è il Cardo mariano, pianta originaria del Mediterraneo i cui frutti contengono flavonoidi ed una sostanza detta silimarina, che ha azione rigenerante sulle cellule epatiche, antinfiammatoria e detossificante. Le preparazioni a base di Cardo mariano potrebbero però dare effetti lassativi dose-dipendenti, a causa della stimolazione della produzione di bile.

Le piante del genere Phyllantus hanno invece parti aeree ricche di alcaloidi, flavonoidi, terpeni, legnani e fenoli. Tutte sostanze con provati effetti positivi nel trattamento di epatiti croniche.

Anche la curcuma, originariamente utilizzata come coadiuvante nei problemi gastrintestinali, presenta spiccate proprietà epatoprotettive, e grazie alla sua larga diffusione vi è anche la comodità di poterla assumere sotto forma di capsule.

Invece, in caso di alterazione del flusso biliare, si può ricorrere all’uso di Tarassaco, un’erba molto comune e diffusa in quasi tutta Italia, che oltre al regolare il flusso di bile, viene anche utilizzata come stimolante della diuresi, per il trattamento della dispepsia e per stimolare l’appetito.

 

In ogni caso, al giorno d’oggi sono disponibili in commercio una grandissima vastità di integratori, spesso miscele di queste erbe e piante, volti a proteggere le funzioni del fegato.
Si ricorda sempre comunque che queste non sono cure sostitutive in caso di danni gravi o malattie croniche, e si consiglia di consultare sempre il medico ed il proprio farmacista prima di assumere alcun tipo di integratore.

 

Nuovi sviluppi

Impressionanti risultati sono emersi da recenti studi sulla Schisandra, pianta originaria della Cina ma presente anche in Korea e Russia, ma già utilizzata in contesti clinici nell’Est Europa.

Tali studi hanno evidenziato come la Schisandra sia notevolmente utile nella prevenzione di danni istologici degli epatociti, sia nella regolarizzazione di un’eventuale attività già alterata.
Inoltre, in pazienti sottoposti a terapie immunosoppressive con epatotossicità e/o altri effetti da epatite, la Schisandra avrebbe notevolmente ridotto le concentrazioni ematiche di transaminasi, avrebbe aumentato l’attività del Glutatione, e ha ridotto gli effetti nocivi delle epatotossine.

Gli effetti sono da attribuire ai lignani contenuti in questa bacca, quali schisandrina, schisandrolo, schisanterina e gomisina, tutti appartenenti alla classe dei fitoestrogeni.

Ma gli effetti benefici della Schisandra non si fermano qui: sono infatti stati evidenziati meccanismi benefici nel trattamento di stress, depressione e basse difese immunitarie.

 

FONTI

https://www.humanitas.it/enciclopedia/anatomia/apparato-digerente/fegato

F. Ganong, Fisiologia medica

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S037887410800216X

 

 

Federica Martin

Laureanda in Farmacia. La sua passione è la ricerca.

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