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Amuchina: cosa contiene e perché è un disinfettante?

AMUCHINA, COVID-19 E DISINFEZIONE: QUANDO APPRENDERE INFORMAZIONI CORRETTE DIVENTA FONDAMENTALE CONTRO L’EPIDEMIA

In questo pandemico anno sentiamo spesso parlare di Amuchina/candeggina/ipoclorito di sodio e ci affidiamo molto ad Internet per trovare informazioni e rassicurazioni su come comportarci in merito a disinfezione e Covid-19.

Con questo articolo intendo svelare qualche curiosità sull’Amuchina, le differenze con l’ipoclorito di sodio e di come Internet ci “aiuta” se usato in modo consapevole.

IPOCLORITO DI SODIO

L’ipoclorito di sodio, dal caratteristico odore penetrante e di colore giallo-paglierino, si usa come disinfettante, conosciuto con nomi diversi in base alla sua concentrazione in soluzione acquosa variabile dall’1% al 25%.

L’ipoclorito di sodio è il sale di sodio dell’acido ipocloroso, con formula chimica NaClO, è noto come:

  • Candeggina usata per disinfettare sanitari e pavimenti, smacchiare e sbiancare tessuti.
  • Varichina dal francese ‘varech’, l’alga da cui si ricavava la soda caustica (da cui poi si ottiene l’ipoclorito di sodio).
  • Amuchina in soluzione diluita, usata anche come disinfettante alimentare.

L’ipoclorito di sodio viene commercializzato solo in soluzione acquosa a concentrazione inferiore al 25% e mai impiegato puro in quanto si decompone in modo violento a temperature superiori a 35°C.

AMUCHINA

L’ingegnere chimico pugliese Oronzio De Nora a soli 24 anni brevettò l’‘Amuchina’: la prima soluzione disinfettante a base di ipoclorito di sodio creata in Germania nel 1921.

L’utilizzo dell’Amuchina iniziò nel 1930 per contrastare la tubercolosi e continuò fino agli anni ’60 diventando il prodotto più usato per le disinfezioni negli ospedali.

Negli anni ’80, dopo l’epidemia di colera del sud Italia, diventa il disinfettante più usato per le superfici, l’acqua da bere, frutta e verdura.

Nel 2000 Amuchina è acquisita dalla società farmaceutica Acraf e dal 2003 i prodotti Amuchina sono commercializzati anche in Spagna, Portogallo ed Est Europa.

La linea di disinfettanti Amuchina a base di ipoclorito di sodio oggi è di proprietà di Angelini Pharma e il successo di questi prodotti (tra cui il famoso gel disinfettante mani a base di alcol etilico) è dovuto alla presenza del cloro noto per la proprietà antimicrobica rapida.

UTILIZZI

L’ipoclorito di sodio viene utilizzato in ambito sanitario da dentisti, nei reparti di emodialisi e come disinfettante ad azione sporicida, fungicida e virucida.

Amuchina possiede una varietà di prodotti in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza di disinfezione, da quella personale a quella alimentare fino alla pulizia profonda degli ambienti, infatti ha ottenuto anche il riconoscimento come “presidio medico chirurgico”.

Un prodotto per essere definito “presidio medico chirurgico” deve possedere un’autorizzazione ministeriale e riportare sull’etichetta la dicitura “Presidio Medico Chirurgico – Reg n. 19194 Min. Salute” accompagnata dal simbolo che ne identifica la sigla.

DISINFEZIONE E COVID-19

L’avvento dell’epidemia da Covid-19 ha reso l’Amuchina uno dei prodotti più ricercati la cui vendita cresce in modo esponenziale.

Sono sempre più gli italiani che si affidano ai consigli dell’OMS e del Ministero della Salute in cui viene suggerito di mantenere alti gli standard di igiene personale e degli ambienti. 

L’Amuchina è uno dei disinfettanti più noti in Italia, utilizzato per igiene personale, per la disinfezione di oggetti e per la pulizia di alimenti freschi.

Anche quando non si dispone di acqua corrente e sapone, Amuchina risulta ottima per prevenire le infezioni, usando ad esempio il gel igienizzante mani o le salviettine disinfettanti (comodi da portare con sé).

USO CONSAPEVOLE DEL WEB

Oggi Internet è la fonte più veloce per ottenere informazioni e tantissime persone cercano notizie sulla salute online ogni giorno.

Nel 2020 l’Amuchina è risultata tra le prime cinque ricerche web relative alla salute insieme a “maschere facciali”, “sintomi del nuovo coronavirus”, “bollettino sanitario” e “vaccini per il coronavirus”.

Anche parole chiave quali “nuovo coronavirus”, “China coronavirus”, “COVID-19”, “2019-nCOV” e “SARS-COV-2” sono stati i principali termini infodemici e scientifici di tendenza in Italia nell’ultimo anno.

Uno studio dell’università di Abu Dhabi e la Mensana srls di Brescia ha osservato il comportamento di ricerca online correlato all’epidemia da coronavirus e gli atteggiamenti che le informazioni errate causano quali interpretazioni scorrette che circolano nella popolazione. 

L’aumento della necessità di ottenere informazioni sul Covid-19 ha fatto anche aumentare la circolazione di notizie false e informazioni fuorvianti e ciò influisce profondamente sulla salute pubblica, riducendo le misure preventive.

Gli esperti consigliano alle agenzie sanitarie di sfruttare Internet per prevedere il comportamento umano e gestire la circolazione della disinformazione tra la popolazione.

CONSIDERAZIONI

Il Covid-19 minaccia la salute pubblica globale e ha generato milioni di ricerche su Internet in tutto il mondo.

Nel contesto della pandemia da coronavirus, le persone costrette a rimanere a casa, continuano a rivolgersi ad Internet anche per lavoro e per rimanere in contatto con gli altri. 

La disinformazione durante un’epidemia influenza profondamente la comunicazione sulla salute pubblica e crea xenofobia tra le nazioni. 

Diffondere notizie sanitarie false e razzismo sui social media è diventata una pratica diffusa ed il coronavirus non fa eccezione, infatti la disinformazione e i sentimenti anti-asiatici sono aumentati in tutto il mondo. 

In Italia sono stati segnalati diversi episodi di discriminazione e sentimenti anti-cinesi e gli esperti ritengono che il tasso di informazioni relative al razzismo che circolano in tutto il paese potrebbe essere il vero fattore di confusione che contribuisce alla xenofobia.

La dispersione della disinformazione causa agitazione e paura e soprattutto fa diminuire il rispetto delle misure preventive per l’epidemia. 

I giornalisti e le autorità di regolamentazione dei mass media hanno un ruolo importante nel fornire informazioni complete ai cittadini, nonché nell’intraprendere azioni serie contro coloro che diffondono disinformazione.

D’altro canto la responsabilità è anche di noi cittadini che contribuiamo, con l’uso scorretto di Internet a propagare disinformazione e comportamenti dannosi all’intera popolazione; per uscirne è necessario rimanere lucidi e propagare informazioni certe e utili a tutti. 

FONTI

www.amuchina.it

www.wikipedia.org

“COVID-19-Related Web Search Behaviors and Infodemic Attitudes in Italy: Infodemiological Study”- Alessandro Rovetta, Akshaya Srikanth Bhagavathula – Mensana srls, Research and Disclosure Division, Brescia, Italy – Institute of Public Health, College of Medicine and Health Sciences, United Arab Emirates University, Abu Dhabi, United Arab Emirates.

Annalisa Spadafora

Studentessa in CTF, nutre una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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