
Rosee e dall’aspetto liscio e convesso, le unghie proteggono la falange e i polpastrelli da traumi, consentono la presa di oggetti, sono fondamentali per le capacità tattili e hanno un ruolo estetico non trascurabile. Dal punto di vista anatomico la parte più estesa e visibile è la lamina ungueale: ricca in cheratina (la stessa proteina solforata che ritroviamo nei capelli), trae nutrimento dalla matrice e si continua anteriormente con il letto ungueale.
Le alterazioni dell’aspetto e della consistenza dell’unghia sono spesso viste come un problema puramente estetico ma non per questo devono essere sottovalutate: l’ispessimento, la variazione cromatica, lo sfaldamento progressivo fino ad arrivare al distacco della lamina dal letto ungueale indicano invece un cattivo stato di salute dell’unghia, riconducibile ad un’infezione batterica o micotica, altri disturbi invece sono temporanei e legati all’assunzione di determinati farmaci (le tetracicline, il ketoconazolo, i sulfamidici, sono responsabili del colore blu o marrone), dipendenti da malattie a carico del fegato (cirrosi) e dei polmoni o su base genetica.
ONICOMICOSI O ONICODISTROFIA?
A carico delle unghie possiamo trovare molteplici alterazioni che possono andare da semplici distrofie a patologie spesso ben più gravi.
L’onicodistrofia è un’alterazione del trofismo dell’unghia, che si presenta con una superficie irregolare e sfaldata e un colore alterato; le cause possono essere endogene (carenza di minerali, come il ferro ad esempio) o traumatiche dovute all’utilizzo di particolari calzature o all’attività sportiva.
Le micosi delle unghie (onicomicosi) invece, sono infezioni fungine ad andamento cronico e risoluzione non spontanea, causate da funghi dermatofiti, lieviti e muffe non dermatofitiche che coinvolgono la lamina ungueale di mani e piedi, in particolare il pollice e l’alluce. Fattori predisponenti sono l’ambiente caldo umido, l’iperidrosi del piede, l’età: interessa infatti il 20% dei soggetti tra i 40 e i 60 anni e supera il 40% nei soggetti anziani. Diabete, fumo, insufficienza venosa, psoriasi, immunodepressione (HIV, farmaci), microtraumi, la frequentazione di piscine e palestre, sono fattori predisponenti allo sviluppo di micosi.
Il fungo responsabile della micosi, trova una via d’accesso attraverso le piccole crepe delle unghie o, in seguito ad eventi traumatici, si fa strada laddove lo scollamento della lamina dal letto offre terreno fertile per la penetrazione. Una volta oltrepassato lo strato cheratinizzato la variazione di pH da acido ad alcalino è l’innesco per le modifiche strutturali e di composizione tipiche della patologia.
TIPI DI MICOSI:
ONICOMICOSI DA DERMATOFITI:
La tinea unguium o onicomicosi da dermatofiti è la forma più diffusa di onicomicosi. L’agente eziologico è Trichophyton rubrum nell’85% circa dei casi e nei rimanenti Trichophyton interdigitale. Può manifestarsi come infezione primaria o comparire a seguito di patologie concomitanti come la tinea pedis.
Le forme cliniche di T. unguium differiscono per il grado di interessamento della lamina:
– Onicomicosi subungueale disto-laterale: striature longitudinali bianche o giallastre sono tipiche di questa condizione in cui la presenza di zone ipercheratosiche (dermatofitomi) è una barriera per la penetrazione di antimicotici per uso topico.
-Onicomicosi bianca superficiale: spesso è diretta conseguenza di tinea pedis. Si manifesta con la comparsa di striature bianche superficiali, che creano chiazze su tutta la lamina e solo raramente interessa gli strati più profondi.
-Onicomicosi subungueale prossimale: si riscontra più di frequente nei soggetti immunodepressi (HIV). Il micete invade la matrice e si propaga fino alla lunula che appare biancastra e irregolare.
-Onicomicosi distrofica totale: l’infezione fungina è estesa all’intera unghia che ha ormai perso la sua integrità. Questa condizione spesso rappresenta l’evoluzione dei tre tipi precedenti.
ONICOMICOSI DA LIEVITI:
Le onicomicosi da lieviti (Candida albicans) interessano soprattutto quelle categorie di lavoratori che tengono molto a lungo le dita immerse nell’acqua e sono comuni nei soggetti diabetici e dal sistema immunitario compromesso (terapie antibiotiche e utilizzo di corticosteroidi sono fattori predisponenti). Il quadro clinico comprende il distacco della cuticola, rigonfiamento doloroso della plica ungueale accompagnato in alcuni casi dalla fuoriuscita di pus nei casi più gravi.
ONICOMICOSI DA MUFFE NON DERMATOFITICHE:
Questa forma di onicomicosi (Scopulariopsis, Acremonium, Aspergillus, Fusarium tra i principali agenti eziologici), costituisce il 10% dei casi e riguarda in particolar modo i soggetti impegnati in lavori agricoli o in attività a contatto con il suolo, dove il contagio avviene più facilmente. La manifestazione clinica è molto simile alle forme dermatofitiche, accompagnata da infiammazione periungueale e secrezioni purulente. La risposta ai trattamenti antifungini è scarsa e per questo risulta difficile da eradicare.
DIAGNOSI E TRATTAMENTI FARMACOLOGICI:
Alterazioni cromatiche e strutturali dell’unghia non sono sempre da imputare a un’infezione micotica, ma possono essere legate ad altre onicopatie o rappresentare un quadro più complesso con la compresenza di onicodistrofie accompagnate da sovrainfezioni micotiche. La diagnosi micologica si raggiunge quindi attraverso valutazioni cliniche e diversi esami di laboratorio. Tra questi ricordiamo:
- Esame microscopico diretto: ife irregolari, spore e teste aspergillari sono ben visibili grazie a questo tipo di indagine.
- Esame istologico: maggiore accuratezza, utile nella differenziazione tra dermatofiti e muffe.
- Esame colturale: l’esame colturale consiste nell’inseminazione di parte del campione prelevato in terreni specifici e consente di individuare con precisione la specie micotica in causa.
In terapia sono impiegati farmaci per uso topico e per uso sistemico, spesso utilizzati in combinazione a seconda della gravità del problema.
I farmaci per uso topico vengono applicati sotto forma di smalti e lacche ungueali, costituite da un veicolo che consente al principio attivo di superare lo spesso strato di cheratina e di permanere quanto più a lungo nel sito dell’infezione. Tra i prodotti attualmente in uso citiamo l’amorolfina (attiva su dermatofiti e muffe) applicata 1-2 volte alla settimana e il ciclopirox (attivo su dermatofiti, lieviti e muffe) che richiede una singola applicazione giornaliera per almeno sei mesi.
Tra i farmaci per uso sistemico, la terbinafina è il farmaco di prima scelta seguito dall’itraconazolo, come terza scelta si impiega il fluconazolo. Schemi posologici e cicli di trattamento per raggiungere i migliori risultati ed evitare il rischio di recidive, fanno seguito alla valutazione medica e diagnostica.
CONSIGLI UTILI PER PREVENIRE LE ONICOMICOSI:
– Trattare le infezioni da tinea pedis o altre condizioni patologiche come l’iperidrosi.
– Cambiare le calzature in uso prima dell’inizio della terapia e utilizzare polveri antimicotiche all’interno.
– Asciugare accuratamente i piedi specie negli spazi tra le dita.
-Evitare di camminare scalzi in ambienti promiscui come piscine e palestre.
– Tagliare spesso le unghie e mantenerle sempre corte e pulite.
-Evitare di strappare le cuticole.
-Sterilizzare correttamente gli strumenti per la pedicure/manicure.
-Utilizzare calzature e calze traspiranti.
BIBLIOGRAFIA:
Papini, Difonzo, Calabrò,Gianni, Calcaterra. “Micosi superficiali. Linee guida e raccomandazioni Sidemast”
Papini. “Epidemiology of onychomycosis in Italy: prevalence data and risk factor identification”
Articolo interessante mio marito ha micosi la sta trattando con ONILAQ però la cura è lunga e i risultati tardano a vedersi