
Argento colloidale: fa davvero così bene?
Limitare l’uso degli antibiotici è un mantra nella comunità scientifica. Spesso si usano in maniera poco consona, senza rispettare la posologia indicata dal medico e assumendoli in automedicazione. La conseguenza la paghiamo cara e tecnicamente si chiama “antibiotico resistenza”. Infatti una delle affermazioni più tipiche dei pazienti è la seguente : “Dottore, è già il terzo antibiotico che prendo, ma l’infezione non mi passa”, e capita sempre più spesso.
Perché è importante fare un uso corretto di antibiotici?
Un abuso di farmaci antibiotici permette infatti ai ceppi batterici più reattivi di sviluppare dei meccanismi di difesa contro le cellule del sistema immunitario, inattivandole o rendendosi invisibili ad esse, per procedere indisturbati nel processo infettivo.
Mai come ora, perciò, siamo alla ricerca di metodi alternativi per ritardare o scongiurare l’utilizzo del farmaco antibiotico, a meno che non sia strettamente necessario. A farsi strada nella cultura popolare, in questi ultimi mesi, è stato l’argento colloidale, un composto a cui si attribuiscono attività contro batteri, virus e funghi. Si usava nell’Ottocento, prima dell’avvento della Penicillina, sia per uso orale che per uso topico, e, ancora prima, era pratica comune collocare sul fondo delle fontane di acqua potabile alcuni pezzi di argento grezzo per scongiurare la presenza di batteri e funghi.
Che cos’è l’argento colloidale?
L’argento colloidale è un composto liquido costituito da acqua demineralizzata nella quale sono sparse piccole particelle di argento, le cui dimensioni possono variare, da 1 nanometro fino a 0,5 nanometri. Si tratta perciò di nanoparticelle, oggetto di studi sul loro accumulo dannoso all’interno dei tessuti già da una decina di anni, come è stato per il biossido di titanio, presente nei cosmetici e che ha mostrato tossicità data dal suo accumulo nei tessuti.
Date le sue presunte attività antimicrobiche, antimicotiche e antivirali, i potenziali impieghi possono essere molteplici: da patologie stagionali come riniti e faringiti, otiti, gengiviti, fino ad arrivare a disturbi dell’occhio. In commercio lo si trova sia sotto forma di gocce, ad uso orale o otologico, che come spray ad uso orale per il trattamento di faringiti, laringiti e gengiviti.
Tuttavia, come abbiamo spesso ripetuto, naturale non vuol dire privo di effetti collaterali e controindicazioni. L’argento colloidale non si deve confondere con i composti come la sulfadiazina argentica (farmaco sulfamidico). In chimica, le piccole dimensioni non sono sempre vantaggiose. Infatti, particelle così piccole sono in grado di raggiungere e attraversare facilmente le barriere protettive. Questo fenomeno può essere particolarmente dannoso per organi e tessuti.
La più curiosa è sicuramente l’argiria: un fenomeno irreversibile che comporta una colorazione grigio-blu dell’epidermide, determinata dall’accumulo di particelle di argento all’interno di organi e tessuti a cui si aggiungono conseguentemente danni epatici, renali e neurologici.
In gravidanza? NO
In gravidanza e allattamento è altamente sconsigliato: date le sue piccole dimensioni, è in grado sia di oltrepassare la placenta sia di veicolarsi nel latte materno, provocando anomalie nello sviluppo del feto e del neonato.
Tossicità
La tossicità dell’argento colloidale è da diverso tempo oggetto di studi: nel 2014 uno studio condotto su animali con somministrazione dose-dipendente ha mostrato un livello alterato di neurotrasmettori, enzimi epatici e cellule del sistema immunitario, risultati confermati anche da analisi più recenti.
Attualmente l’argento è stato approvato soltanto come veicolato a livello molecolare con la sulfadiazina argentica per il trattamento topico di ferite e ustioni superficiali.
Importante
Sotto forma di nanoparticelle NON è approvato dalla Food and Drug Administration (FDA).
Alcuni studi attestano un’efficacia contro batteri Gram positivi e negativi, ma sono solamente studi in vitro. Di contro, ci sono molti studi che dimostrano che l’efficacia non supera le controindicazioni riportate dalla FDA. Perciò, consigliamo di diffidare l’acquisto di preparati per uso orale, soprattutto dai siti internet che ne esaltano le proprietà terapeutiche che però non sono state dimostrate scientificamente.
Chiedete sempre un consiglio al vostro medico e/o al vostro farmacista di fiducia.
Fonti:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25853658 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30286067 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31963769