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FARMACI PER LE PATOLOGIE TIROIDEE

La tiroide è una ghiandola endocrina localizzata nella regione cervicale, alla base del collo, davanti la la trachea e la laringe. E’ costituita da 2 lobi (dx e sx) collegati da un regione detta istmo, assumendo una caratteristica forma a farfalla.  Dal punto di vista microscopico, la tiroide è formata da numerosi follicoli delimitati da cellule epiteliali (o tireociti) che circondano una cavità centrale ricca di una sostanza gelatinosa chiamata colloide contenete la tireoglobulina ossia una glicoproteina prodotta dalle cellule follicolari che serve come sintesi e deposito degli ormoni tiroidei. Tra i tireociti e il connettivo di rivestimento dei follicoli, sono localizzate le cellule C ossia cellule secernenti calcitonina, un ormone che interviene nel metabolismo calcio-fosforo quando i livelli di calcemie sono elevati cioè inibisce gli osteoclasti e stimola gli osteoblasti a produrre nuovo tessuto osseo utilizzando il calcio proveniente dal sangue con conseguente riduzione dei livelli ematici di caldio. Nel controllo della calcemia interviene anche l’ormone paratiroideo prodotto dalle paratiroidi, quattro piccole formazioni ghiandolari addossate simmetricamente alla superficie dorsale della tiroide. Esso viene secreto quando i livelli di calcemia sono bassi: induce gli osteoclasti a riassorbire tessuto osseo e determina un aumento del calcio ematico, inoltre stimola l’assorbimento di calcio dal tratto gastrointestinale diminuendo la sua escrezione renale, stimolando anche l’attività degli osteoclasti.

Gli ormoni prodotti dalla tiroide sono la T3 o triiodotironina e la T4 o tiroxina contenenti iodio, un elemento presente in natura. La maggior quantità dello iodio è assunta con gli alimenti. I prodotti alimentari ad elevato contenuto di iodio sono soprattutto i prodotti ittici. La quantità necessaria che bisogna assumere è almeno di 100/150 microgrammi al giorno per l’ottimale sintesi di ormoni tiroidei.

T4 TIROXINA                                                     T3 TRIIODOTIRONINA

Sintesi degli ormoni tiroidei

La prima tappa nella sintesi degli ormoni tiroidei è il trasporto dello iodio all’interno delle cellule follicolari in corrispondenza del polo basale della cellula follicolare attraverso un trasporto attivo ATP-dipendente. Nell’interfaccia tra tireocita e la colloide avviene la seconda fase della sintesi degli ormoni tiroidee cioè lo ioduro viene ossidato in presenza dell’enzima perossidasi e H2O2 e vs a sostituire gli atomi di H sui residui tirosinici della TG formando mono e diiodotironina (MIT e DIT).  Infine si ha la reazione di accoppiamento tra una MIT e una DIT formando la T3 o triiodotironina, mentre dall’unione di due DIT si formerà la T4 o tetraioditironina o tiroxina.

Una volta sintetizzati gli ormoni devono poi essere secreti in base a quelle che sono le esigenze fisiologiche del nostro organismo. La secrezione avviene attraverso un processo proteolitico della tireoglobulina da parte di enzimi lisosomiali. La tiroide secerne T4 in misura maggiore rispetto alla T3, ma la maggior parte della T3 che troviamo in circolo deriva dal metabolismo periferico a livello epatico ad opera dell’enzima deiodasi, infatti la T3 rappresenta l’ormone metabolicamente più attivo rispetto alla T4 quindi è quello che esercita prevalentemente le azioni biologiche della tiroide, in seguito al legame ad uno specifico recettore di tipo nucleare. Il controllo della funzionalità della ghiandola tiroidea è sotto l’asse ipotalamo ipofisario (la funzione tiroidea è controllata dall’ipofisi attraverso il rilascio del TSH).

Le funzioni svolte dagli ormoni tiroidei sono: regolano il metabolismo basale agendo nei meccanismi energetici. Sulle proteine hanno azione anabolica in presenza di dosi fisiologiche e catabolica in presenza di alte dosi. Promuovono decomposizione del glicogeno e del deposito lipidico. Gli effetti fondamentali di un’eccessiva attività tiroidea (ipertiroidismo) e dell’ipotiroidismo sono di seguito elencanti:

 

IPERTIROIDISMO

  • Formazione gozzo
  • Dimagrimento
  • Aumento temperatura corporea
  • Tachicardia e Nervosismo

IPOTIROIDISMO

  • Formazione gozzo
  • Aumento peso corporeo
  • Bradicardia e Debolezza
  • Cretinismo (dalla nascita), Mixedema (da adulti)

 

Farmaci per il trattamento delle disfunzioni tiroidee

IPOTIROIDISMO

La levotiroxina è il farmaco di scelta per la terapia tiroidea sostitutiva, va assunta da sola, a stomaco vuoto, circa 30 minuti prima dei pasti. Recentemente sono state messe in commercio formulazioni liquide, che facilitano l’assunzione e migliorano l’aderenza terapeutica.

IPERTIROIDISMO

TIONAMIDI: il propiltiouracile, il metimazolo sono molecole contenenti zolfo che inibiscono la sintesi di ormone tiroideo bloccando le reazioni catalizzate dalla perossidasi, iodazione dei residui tirosinici della tireoglobulina e accoppiamento della DIT e della MIT. Inibiscono inoltre la conversione periferica della T4 in T3. Possono essere utilizzati per via orale e sono efficaci nei pazienti giovani, con tiroide piccola e ipertiroidismo lieve. In gravidanza si preferisce il propriltiouracile perché attraversa meno facilmente la placenta. Possono causare eritemi cutanei e raramente reazioni gravi come vasculite, agranulocitosi, ipoprotrombinemia e disfunzione epatica.

Sali di ioduro e iodio (in Italia disponibile solo come prodotto galenico), inibiscono la iodazione della tirosina e il rilascio di ormone tiroideo, inoltre riducono le dimensioni e la vascolarizzazione della tiroide iperplastica. Poiché inibiscono sia il rilascio sia la sintesi ormonale, il loro inizio d’azione è rapido (2-7 giorni), ma gli effetti sono transitori. I Sali di ioduro sono usati nel trattamento della tempesta tiroidea e in preparazione alla resezione chirurgica di una ghiandola iperfunzionale. Gli effetti avversi comprendonO eritema cutaneo, febbre da farmaco, sapore metallico, disturbi emorragici e reazioni anafilattiche.

Un’altra importante classi di farmaci impiegati nel trattamento della tireotossicosi sono i bloccanti beta-adrenergici, particolarmente utili per controllare la tachicardia e altre alterazioni cardiache della tireotossicosi grave. Il propranololo inibisce anche la conversione periferica di T4 in T3.

 

FONTI

Le basi della farmacologia Michelle A. Clark, Richard Finkel, Jose A. Rey, Karen Whalen

Principi di chimica farmaceutica Foye, Lenke, Williams

Le Basi Farmacologiche Della Terapia – Goodman & Gilman

 

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