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Tiroide: la montagna russa ormonale


La tiroide, una piccola ghiandola endocrina dal peso di circa 25 grammi posizionata alla base del collo al di sotto della laringe, produce importanti ormoni. In condizioni fisiologiche essa regola diversi processi biologici. Talvolta, però, la funzionalità della tiroide può essere compromessa dando luogo ad alterazioni nella produzione di determinati ormoni. Ciò che avviene nel nostro corpo è paragonabile ad un giro da brividi sulle montagne russe!

Tiroide e funzione tiroidea

Attualmente circa 6 milioni di italiani sono affetti da problemi tiroidei. La patologia colpisce indistintamente uomini, donne e bambini con maggiore incidenza nelle donne. La ghiandola tiroidea secerne due ormoni noti con i nomi di tiroxina o tetra-iodotironina (T4) e tri-iodiotironina (T3). La tirosina, amminoacido polare con proprietà chirali (speculare) è la base della molecola di entrambi gli ormoni; ciascuno di essi porta con se quattro o tre atomi di iodio. L’asse ipofisi – ipotalamo – tiroide regola la secrezione degli ormoni tiroidei in modo pulsatile durante il giorno: l’ipotalamo, in risposta a stimoli biologici, produce un tripeptide dal nome di TRH (fattore di rilascio della tireotropina). Il tripeptide va a stimolare l’adenoipofisi inducendo la produzione di TSH (ormone tireotropo). Il rilascio di TSH induce la tiroide a produrre il T3 e il T4.
Accanto agli ormoni citati, la tiroide rilascia anche la calcitonina, ormone coinvolto nell’assorbimento del calcio da parte del tessuto osseo.
La produzione di T3 e T4 nel nostro corpo coinvolge vari metabolismi oltre ad avere un effetto termogenico. Uno squilibrio nella produzione implica l’insorgere di alcuni sintomi: brividi, stanchezza, difficoltà di concentrazione, problemi dermatologici, tricologici e costipazione. In aggiunta si possono manifestare anche aggressività, nervosismo, perdita del sonno, diarrea, tachicardia. Non meno importante è l’impatto sul metabolismo basale, i pazienti spesso riscontrano aumento o calo del peso corporeo. (leggi il nostro articolo sulla tiroide ed esercizio fisico).
Gli stati patologici (principali) che rispondono ad una aumentata o ridotta produzione di ormoni tiroidei prendono il nome di ipertiroidismo e ipotiroidismo.
Dobbiamo immaginare questo sistema come una montagna russa o un pedale dell’acceleratore: a incrementi o decrementi ormonali incontrollati corrispondono effetti tangibili nell’organismo del paziente.

Analisi e valori di riferimento 

Durante le visite di routine il medico curante guida il paziente affetto da probabile patologia alla tiroide verso una serie di esami che mirano ad accertare lo stato di salute della ghiandola e i livelli ormonali secreti dalla stessa durante la giornata.
Accanto ad un esame visivo e palpatorio, all’ecografia, alla scintigrafia e all’agobiopsia, abbiamo esami che mirano a individuare i livelli di TSH, TH3 e di TH4 ed eventualmente a ricercare patologie autoimmuni tramite la titolazione di autoanticorpi diretti contro la tiroide. Nella tabella seguente sono riportati i valori di riferimento degli ormoni e delle loro forme libere.

T 3 80-180 ng/dl
FTH3 3-8,5 pmol/l
T4 5-12,5 ng/ml
FTH4 9-26 pm/l
TSH 0,15-3.5 mU/l

I valori e le unità di misura riportati possono variare da laboratorio a laboratorio.

Una volta accertati i valori ormonali saranno tre i possibili scenari di fronte al quale il paziente si troverà:

  • Fisiologico, la tiroide è funzionante e i livelli di ormoni corrispondono a quelli di riferimento.
  • Ipotiroidismo.  Le concentrazioni di TSH sono alte mentre il T3 e il T4 si registrano in valori inferiori rispetto allo standard. In questa situazione la tiroide lavora di meno.
  • Ipertiroidismo. In questa situazione patologica le quantità registrate di TSH sono basse a fronte di un’alta concentrazione di T3 e T4. In questo stato patologico la tiroide, sotto stress, è molto attiva.

Mediante monitoraggio della concentrazione degli ormoni è possibile stabilire e modulare una terapia adatta al paziente e quindi alla ghiandola tiroidea.
In conclusione l’esame della tiroide viene prescritto dal medico curante sia per monitorare lo stato di salute della ghiandola sia, in caso di terapia, per avere cognizione della direzione in cui la patologia sta evolvendo.

Il Gozzo

Sotto stimolo di TSH la tiroide viene spinta a produrre T3 e T4. Quando la ghiandola viene stressata da continui stimoli questa tende verso una condizione di iperplasia, questo stato patologico prende il nome di Gozzo. La funzionalità della ghiandola non necessariamente viene compromessa in quanto può rimanere normale ma anche aumentata o ridotta. 

Gozzo Endemico

Fattori ambientali quali carenza di iodio nella dieta contribuiscono all’insorgere del gozzo endemico. Normalmente un adulto dovrebbe assumere giornalmente 150 microgrammi di iodio tramite alimenti quali sale iodato o farine arricchite di iodio e cercando di evitare i cosiddetti alimenti gozzigeni quali cavolfiore, broccoli, tapioca e cavolo, anche alcuni farmaci come amiodarone e litio contribuiscono all’insorgere della patologia. Secondo dati epidemiologici il 10% della popolazione italiana è affetta da gozzo endemico mentre nelle regioni come Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta si arrivano a registrare picchi del 75%.

Gozzo familiare

La presenza del gozzo può avere cause congenite quali squilibri ormonali o passaggio di anticorpi materni/fattori gozzigeni attraverso la placenta del feto. Questi fattori inficiano la regolare crescita della ghiandola.

Gozzo sporadico 

Quando la causa del gozzo non ha origini endemiche o familiari ma legata a difetti nella sintesi ormonale che inducono malformazioni nella ghiandola allora la patologia prende il nome di gozzo sporadico.

Gozzo semplice non tossico

Non sempre un ingrossamento della ghiandola tiroidea è legato ad una modificata capacità di secernere gli ormoni, infatti a volte siamo in presenza di gozzo con regolare funzione e la ghiandola si presenta ingrossata in modo uniforme. In questo caso si parla di gozzo semplice non tossico. 

Gozzo tossico o diffuso (Malattia di Graves)

Caratteristico segno del morbo di Graves-Basedow sono, oltre ad una tiroide ingrossata, anche occhi sporgenti (oftalmopatia). Ad analisi ecografica, la ghiandola appare ipervascolarizzata e si inquadra nelle manifestazioni tipiche del cosiddetto inferno tiroideo.  La causa esatta di questa patologia non è ancora nota ma si pensa che un concorso di fattori genetici e ambientali. Le terapie per questa patologia sono iodio radioattivo, beta bloccanti per il controllo dei sintomi e metamizolo.

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