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UNGHIA INCARNITA: TRATTAMENTI E PREVENZIONE

Le unghie incarnite rappresentano una comune forma di malattia dell’unghia quando questa penetra nella cute vicina causando dolore.

È molto frequente negli adolescenti e nei giovani adulti, il sintomo principale è il dolore all’unghia colpita che, se non trattato, compromette notevolmente la qualità della vita causando difficoltà alla deambulazione, infezioni e secrezioni.

Esistono diversi approcci terapeutici, che vanno da quello conservativo a quello chirurgico applicati in base alla gravità e dallo stadio dell’unghia incarnita.

UNGHIA INCARNITA

L’unghia incarnita (scientificamente: onicocriptosi) colpisce generalmente l’unghia dell’alluce e si nota quando il bordo dell’unghia si trasforma in carne sul lato dell’unghia, causando una lesione dolorosa che può infiammarsi e infettarsi.

Tra i sintomi principali: dolore e arrossamento, seguiti da gonfiore e formazione di pus. 

CAUSE E FATTORI DI RISCHIO

Diverse teorie sono state proposte per spiegare l’eziologia dell’onicocriptosi e possono essere ampiamente classificate a seconda che il difetto primario sia l’unghia stessa o i tessuti molli a lato dell’unghia. 

Una teoria è che l’unghia non è la causa principale, ma lo è la pelle in eccesso che circonda l’unghia: infatti le persone che sviluppano questa condizione hanno un’area insolitamente ampia di tessuto accanto all’unghia che sotto pressione tende a gonfiarsi e ad essere dolorante. 

Sebbene si creda ancora che la causa risieda nell’unghia, esiste tra gli studiosi la controversia sull’esistenza di un’anomalia della lamina ungueale o di pieghe ungueali troppo cresciute che provocano onicocriptosi.

Sono i fattori anatomici e comportamentali a contribuire la formazione di unghie incarnite: 

uso di scarpe strette che non si adattano correttamente;

taglio improprio delle unghie (troppo corte, storte o strappate);

traumi ripetitivi o involontari;

predisposizione genetica;

sudorazione eccessiva;

scarsa igiene del piede.

Tra i fattori di rischio più comuni ci sono l’artrite, diabete, obesità, deformità congenite dei piedi (come dita molto lunghe), infezioni alle unghie (come onicomicosi), postura scorretta.

TRATTAMENTI

Le unghie incarnite possono essere trattate chirurgicamente o non chirurgicamente e sono disponibili diversi interventi, anche se non c’è consenso su un trattamento standard di prima scelta nella comunità scientifica.

La scelta della tecnica dipende dallo stadio e dalla gravità della condizione, dall’esperienza del chirurgo e dal trattamento precedente del paziente, in caso di recidiva.

I trattamenti non chirurgici vengono utilizzati per le unghie incarnite da lievi a moderate e servono a preservare l’unghia (tecniche conservative).

Queste comprendono: 

l’ammollo dell’unghia interessata in acqua calda e sapone seguita dalla pulizia con disinfettanti cutanei (anche l’acqua ossigenata è utile) e dall’applicazione di steroidi e antibiotici topici e/o orali.

l’uso di calzature adeguate;

la gestione dell’ipersudorazione e dell’onicomicosi.

Gli approcci chirurgici sono utilizzati nei casi moderati e gravi per rimuovere l’interazione tra la lamina ungueale e la piega ungueale, eliminare il trauma locale e minimizzare il rischio di gangrena. 

L’approccio chirurgico è superiore a quello non chirurgico per prevenire le recidive e prevede diverse tecniche (che il medico chirurgo sceglie in base al caso specifico) tra cui: 

matricectomia totale o parziale (anche chimica);

resezione a cuneo dell’unghia del piede e della piega ungueale; 

laser ad anidride carbonica. 

COMPLICAZIONI

Quando non vengono trattate adeguatamente, le unghie incarnite possono causare infezioni locali anche importanti come quelle da stafilococco, psuedomonas, candida e dermatofiti superficiali.

Se l’infezione avanza può diffondersi ai tessuti vicini all’unghia fino a causare ascessi od osteomielite (infezione dell’osso).

PREVENZIONE

L’unghia incarnita continua ad essere fonte di morbilità in tutto il mondo ed ha un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone che ne sono affette. 

La corretta gestione dell’onicocriptosi richiede, da parte di un medico, l’identificazione dello stadio e la valutazione dei tessuti interessati. 

La chirurgia viene presa in considerazione in caso di fallimento del trattamento conservativo, dolore, onicocriptosi ricorrente e recidiva chirurgica. 

La scelta della tecnica chirurgica più adatta alla particolare situazione clinica del paziente è fondamentale: 

gli studi a riguardo suggeriscono che la semplice rimozione delle unghie incarnite combinata con l’uso di fenolo è più efficace nel prevenirne la ricorrenza, sebbene con un aumentato rischio di infezione. 

Nonostante le innumerevoli opzioni di trattamento, deve ancora essere individuata la tecnica ideale con un basso tasso di recidiva, tempi di inattività ridotti e un’elevata accettabilità cosmetica.

Per prevenire l’onicocriptosi e prendersi cura dei piedi in generale è consigliabile:

adottare calzature adeguate, comode e non troppo strette;

gestire e prevenire i fattori patogeni sottostanti quali ipersudorazione e onicomicosi mantenendo una corretta igiene personale lavando i piedi tutti i giorni, asciugandoli con cura e cambiando i calzini frequentemente;

tagliare dritte le unghie evitando di fare i margini laterali in modo curvo, facendo si che il bordo dell’unghia si estenda oltre il tessuto della piega ungueale laterale, quindi non tagliarle troppo corte;

usare calzini in cotone o tessuti naturali e traspiranti;

dormire senza calzini durante la notte per favorire il mantenimento del piede asciutto;

se si pratica sport è consigliabile proteggere le dita dei piedi avvolgendole in bende sterili-elastiche specifiche.

FONTI

“Ingrown Toenail Management” – E. J. Mayeaux Jr., Charles Carter, Tenley E. Murphy – University of South Carolina, Columbia, SC, USA.

“Management of the ingrown toenail” – Joel J. Heidelbaugh, Hobart Lee – Department of Family Medicine, University of Michigan, Ann Arbor, Michigan, USA.

“Management of ingrown toenails” – T. J. Zuber, J. L. Pfenninger – Michigan State University College of Human Medicine, East Lansing, USA.

“Interventions for ingrowing toenails” –  Just A. H. Eekhof, Bart Van Wijk, Arie Knuistingh Neven, Johannes C. van der Wouden – Department of Public Health and Primary Care, Leiden University Medical Center, Leiden, Netherlands

“Ingrown toenails” – Niti Khunger, Rajat Kandhari – Department of Dermatology and STD, VM Medical College and Safdarjang Hospital, New Delhi, India.

Annalisa Spadafora

Studentessa in CTF, nutre una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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