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L’aglio orsino: storia e proprietà

Aprile e maggio sono i mesi in cui, eretto ed elegante, l’aglio orsino veste boschi, prati, terreni umidi e calcarei. Con il bianco fiore a forma di stella ed il suo profumo inconfondibile, si presenta nella sua forma più smagliante ai nostri occhi e al nostro naso nelle tiepide giornate di primavera.

Variante selvatica dell’aglio più propriamente noto, l’Allium Ursinum è una pianta erbacea perenne, bulbosa, di circa 35 cm di altezza con lunghe e larghe foglie, conosciuto già dai Celti, dai Greci e dai Romani, che furono i primi a tramandarne anche gli usi.

Perché orsino?

L’appellativo orsino deriva dal fatto che il suo bulbo risulta essere molto apprezzato dagli orsi che, uscendo dal lungo letargo invernale, se ne cibano per riacquistare le forze e rimuovere le tossine dal loro corpo, nonostante il suo odore acre risulti sgradevole ad altri predatori. Un’altra ipotesi etimologica si riferisce alla costellazione “Ursa Major” tipica dell’emisfero settentrionale, forse perché gli antichi Greci ritenevano che l’Allium Ursinum fosse una delle specie di Allium che cresceva più a Nord.

Usi in campo medico

Per scopi medici si utilizzano le foglie e i fiori raccolti in aprile e maggio, e i bulbi raccolti in settembre e ottobre. I principi attivi responsabili delle molteplici proprietà dell’aglio orsino sono vari: i composti solforati come l’alliisina che, per mezzo dell’enzima alliinasi si trasforma in allicina; i composti fenolici, polifenoli, flavonoidi e fitosteroli; vitamina C e vitamina B1.

Nella medicina tradizionale l’aglio orsino è raccomandato in più occasioni:

  • come antimicrobico e antibatterico, per la presenza dell’allicina efficace contro microrganismi spesso resistenti ad alcuni antibiotici; 
  • come aiuto per ridurre i livelli di colesterolo e proteggere le arterie dalla formazione di aterosclerosi;
  • per l’abbassamento della pressione arteriosa;
  • come antiossidante;
  • in ultima analisi, alcuni studi hanno mostrano che il disolfuro di diallile (un componente dell’olio volatile di aglio orsino) ha inibito la proliferazione di varie linee cellulari tumorali umane nei tumori della mammella, del polmone, del colon e in casi di linfomi e neuroblastoma, attraverso un meccanismo d’azione che prevede l’arresto del ciclo cellulare o l’apoptosi.

Utilizzi in cucina

Tutte le parti della pianta sono edibili. Non a caso l’aglio orsino è molto adoperato anche in cucina per il suo sapore delicato e per la sua maggiore digeribilità rispetto all’aglio tradizionale. Le foglie fresche si usano per insaporire patate lesse, insalate miste e per rendere più appetitosi formaggi freschi ed esaltare i piatti di pesce. Con le foglie si può ottenere anche un ottimo pesto. I fiori sono utili per guarnire i piatti e per preparare gustose salse, mentre i bulbi sono usati come l’aglio comune.

L’aglio orsino può essere consumato fresco, e in alternativa se ne possono preparare dei decotti oppure assumere integratori per sfruttare le sue proprietà benefiche. Per uso esterno è utile per favorire la guarigione di ferite superficiali e per curare i disturbi della pelle come l’acne. Infine, la moderna industria chimica lo adopera per la preparazione di sostanze repellenti e disinfettanti.

Sicurezza 

È considerata una pianta generalmente sicura anche se sono stati descritti dei casi di reazione allergica ad alcuni suoi componenti. Va assunto con cautela dagli individui che presentano eritrociti vulnerabili al danno ossidativo, anche se reazioni di emolisi sono state osservate finora solo in animali domestici o da fattoria che se ne cibavano. Massima attenzione va posta nella raccolta, in quanto non va confuso con il croco autunnale (zafferano dei prati, Colchicum autumnale), con il mughetto (Convallaria majalis) e con l’elleboro bianco (Veratrum album). Queste specie  infatti presentano foglie simili che, se ingerite, possono portare ad avvelenamento mortale in quanto tossiche.

L’aglio orsino rappresenta dunque una pianta dalle elevate potenzialità terapeutiche sulla quale si potrebbe puntare per lo sviluppo di un futuro medicinale. Ancora una volta la natura si presenta a noi come uno scrigno in cui trovare preziosi tesori.

 

 

Bibliografia

  • Danuta Sobolewska , Irma Podolak , Justyna Makowska-Wąs Allium ursinum: botanical, phytochemical and pharmacological overview, Phytochem Rev 2015
  • Nuova Enciclopedia delle erbe, Edizioni del Baldo, III ristampa marzo 2019
Dott.ssa Morgana Pisano

Laureata in Farmacia, appassionata di divulgazione scientifica e scrittura di storia della scienza.

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