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TRATTAMENTO TERAPEUTICO DEL DIABETE

 Il trattamento terapeutico del diabete mellito è diverso a seconda che si parli di diabete di tipo 1 o diabete di tipo 2.

TERAPIA DEL DIABETE MELLITO DI TIPO 1

Dal momento che il diabete mellito di tipo 1 è una patologia autoimmune caratterizzata da una carenza assoluta di insulina causata da una distruzione totale delle cellule beta-pancreatiche, l’unico trattamento terapeutico è quello con insulina, da portare avanti per tutta la vita.

Di quali tipi di insulina disponiamo?

Le insuline possono essere rapide, intermedie e protratte:

  • Insuline rapide: una volta somministrate, la loro attività ipoglicemizzante si manifesta dopo 30 minuti.
  • Insuline intermedie: iniziano ad agire dopo circa 1-2 ore, hanno una durata maggiore, con un picco che va dalle 2 alle 8 ore.
  • Insuline protratte: l’inizio dell’efficacia è ancora più ritardata, hanno una durata molto più lunga.

Generalmente le insuline rapide vengono somministrate prima dei pasti principali, mentre quelle protratte o intermedie invece un’unica somministrazione al giorno. Questa modalità di assunzione consente di coprire l’intera giornata, compreso le ore notturne.

La modalità di somministrazione è quella sottocutanea: se l’insulina fosse somministrata per via orale verrebbe degradata a livello gastrico, dove il pH è molto acido, a causa della sua natura proteica. Le sedi di iniezione da preferire sono le cosce, le braccia e la pancia: è necessario variare e ruotare i punti in cui si esegue l’iniezione per evitare la formazione di aggregati e quindi alterazioni a livello cutaneo che influiscono negativamente sull’assorbimento dell’insulina.

Attualmente disponiamo di insulina di tipo Glargine ad azione protratta, e le insuline di tipo Aspart e Lispro ad azione rapida che presentano modifiche strutturali di alcuni amminoacidi a livello della catena α e β che ne impediscono l’aggregazione e ne favoriscono l’assorbimento.

TERAPIA DEL DIABETE MELLITO DI TIPO 2

Completamente differente è, invece, l’approccio al paziente con diabete di tipo 2, perché cambia la fisiopatologia.

Il primo passo è intervenire con una modifica dello stile di vita che ha un ruolo fondamentale e determinante.

Da dove cominciare

E’ bene cominciare la cosiddetta terapia dietetica, seguendo il modello della dieta mediterranea: sebbene vi sia un apporto di carboidrati non indifferente, basta prediligere quelli integrali che hanno un lento assorbimento. Si sottolinea che, nel paziente diabetico, bisogna ridurre al massimo, o meglio ancora evitare, l’assunzione di zuccheri semplici.

Le norme generali che vengono seguite in corso di una terapia dietetica nel paziente diabetico sono:

  • Ridurre l’apporto energetico in presenza di sovrappeso quindi una dieta ipocalorica;
  • Limitare il consumo di colesterolo e di grassi, in particolare quelli di origine animale;
  • Tra i grassi preferire quelli di origine vegetale, ricchi in acidi grassi mono- e poli-insaturi;
  • Incrementare il consumo di alimenti ricchi in fibre vegetali perché rallentano l’assorbimento a livello intestinale, specie frutta, verdura oltre ad aumentare il senso di sazietà;
  • Tra gli alimenti ricchi in amido, preferire quelli a basso indice glicemico come pasta integrale;
  • Limitare il consumo di saccarosio;
  • Limitale gli zuccheri semplici;
  • Moderare il consumo di alcol.

Inoltre, un ruolo cruciale è svolto dall’attività fisica:

  • Migliora la risposta cardio-respiratoria allo sforzo;
  • Aumenta la massa magra e, di conseguenza, la forza muscolare;
  • Migliora la flessibilità articolare;
  • Aumenta la sensibilità all’insulina, quindi riduce l’insulino resistenza e la tolleranza ai carboidrati, favorendo la traslocazione dei GLUT4;
  • Migliora il profilo lipidico;
  • Aumenta il senso di benessere psico-fisico;
  • Migliora l’adattamento allo stress.

Trattamento farmacologico

I farmaci che attualmente disponiamo per il trattamento del diabete di tipo 2 si suddividono in varie categorie:

Farmaci insulino-sensibilizzanti

Agiscono a livello periferico aumentando la normale azione dell’insulina e riducendo l’insulino-resistenza.

Abbiamo 2 classi di farmaci:

  • Le Biguanidi, classe a cui appartiene la Metformina;
  •  I Tiazolidinedioni come il Pioglitazone. Sono ligandi del recettore nucleare PPARγ e funzionao come fattore trascrizionale regolando l’espressione di diversi geni coinvolti soprattutto nel metabolismo del glucosio e nel metabolismo lipidico. In particolare per quanto riguarda il metabolismo del glucosio favorisce il trasporto del GLUT-4 dal citoplasma alla membrana citoplasmatica.

 

Farmaci insulino-secretagoghi

Agiscono a livello delle cellule β-pancreatiche e favoriscono l’aumento della secrezione secrezione di insulina. A questa classe appartengono le Sulfaniluree. Questi farmaci, vanno somministrati a pazienti in cui è presente una riserva funzionale di insulina: è importante, quindi, dosare il peptide C e l’insulinemia.

 

Inibitori selettivi del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2)

Recentemente introdotti nella terapia del diabete, hanno la funzione di aumentare l’escrezione renale di glucosio: a questa classe appartengono dapagliflozin, canagliflozin, empagliflozin.

 

Inibitori dell’α-glicosidasi

A questa categoria appartiene, per esempio, l’Acarbosio che agisce a livello intestinale riducendo l’assorbimento di glucosio a livello intestinale.

 

Nel momento in cui il paziente non dovesse più rispondere alla terapia dietetica e agli ipoglicemizzanti orali, si  considera l’introduzione della terapia insulinica. In quel caso si seguono le stesse indicazioni che sono state date per il diabete di tipo 1.

 

FONTI

http://www.siditalia.it/divulgazione/insulina

http://www.informazionisuifarmaci.it/diabete-di-tipo-2

 

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