
L’eritema pernio, o più comunemente gelone, è un fenomeno tipico invernale, proprio perché la sua comparsa è legata ai bruschi sbalzi di temperatura che spesso si verificano in questa stagione. È sufficiente infatti tornare a casa dopo una passeggiata in montagna e mettere le mani sotto l’acqua calda per provare la sensazione di bruciore. Il principale fattore di rischio di questo fenomeno sembra essere il clima freddo e umido: per questo la comparsa dei sintomi è prettamente stagionale, con possibili ricadute a inizio primavera quando le temperature iniziano a scaldarsi.
Con il termine gelone si indica una condizione di infiammazione, solitamente acuta, che si manifesta nelle estremità del corpo (mani, piedi, naso, orecchie) in seguito a rapide variazioni di temperatura. In condizioni normali, infatti, i nostri vasi sanguigni vanno incontro a vasocostrizione con il freddo e vasodilatazione con il caldo; i capillari, al contrario dei vasi più grandi, spesso non sono in grado di sopportare questo repentino cambiamento, dilatandosi molto più rapidamente e dando così origine ad uno stato infiammatorio che coinvolge sia i vasi stessi che il tessuto connettivo. L’eziologia è incerta ma il vasospasmo, indotto da freddo persistente, sembra rivestire un ruolo centrale in questa reazione anormale al freddo.
CAUSE
Il principale fattore di rischio, come già anticipato, è sicuramente il freddo intenso e umido, specialmente se accompagnato ad un abbigliamento non idoneo alle basse temperature; inoltre il fenomeno sembra interessare maggiormente la popolazione femminile, soggetti sottopeso, malnutriti e i fumatori. La nicotina, infatti, è un potente vasocostrittore ed andrebbe evita quando si è esposti a lungo a questo tipo di temperature. La familiarità gioca un ruolo fondamentale così come la presenza di patologie vascolari periferiche o di malattie del tessuto connettivo autoimmuni (lupus eritematoso sistemico e fenomeno di Raynaud). In quest’ultimo caso il gelone è di tipo secondario. Anche l’assunzione di alcuni tipi di farmaci rende più sensibili i piccoli vasi a questi sbalzi di temperatura, nello specifico alcuni beta-bloccanti, chemioterapici, farmaci per il controllo della pressione arteriosa e la pillola anticoncezionale. In questo caso si tratta di possibili effetti collaterali dei farmaci.
SINTOMI
L’esordio del gelone si manifesta con arrossamento della zona interessata, gonfiore, bruciore e pizzicore. La pelle circostante inizia a gonfiarsi per la presenza di edema e fuoriuscita di sostanze ematiche dai capillari.
Successivamente, se trascurato, possono comparire vesciche che rimangono circoscritte o tendono ad unirsi dando origine a una lesione più grande. Se il gelone recidiva può anche comparire ulcera cutanea e/o infezione. Si tratta di un’infiammazione che normalmente tende a risolversi nell’arco di 1-3 settimane e raramente cronicizza ma, se diventa ricorrente, è opportuno effettuare indagini più approfondite per verificare che sia di origine idiopatica e non associata ad altre patologie. Queste lesioni sono generalmente simmetriche e compaiono entro 24 ore dall’esposizione al freddo.
RIMEDI
Il principale rimedio è la prevenzione. L’utilizzo di guanti e calze pesanti prima dell’esposizione sembra essere il migliore intervento. Se il fenomeno è già in corso innanzitutto va rimosso l’insulto da freddo a cui è sottoposto il soggetto (esponendo la zona a caldo graduale) e successivamente è opportuno intervenire con una terapia farmacologica. Questa comprende sia un approccio locale con l’utilizzo di corticosteroidi in crema che sistemico con assunzione di nifedipina, un bloccante dei canali del calcio che si è rivelato utile per i suoi effetti vasodilatatori. Come per tutte le terapie con corticosteroidi topici, è sconsigliato un uso eccessivo ed esteso che può dare origine ad atrofia tissutale. Una potenziale complicanza preoccupante è lo sviluppo di un’infezione secondaria. Se compaiono vesciche è necessario trattare il paziente con antibiotici per favorire una più rapida risoluzione.
La guarigione del gelone è quasi sempre completa poiché le lesioni sono raramente gravi, tranne quando è associata a condizioni sistemiche croniche che richiedono un controllo adeguato della malattia insieme al trattamento sintomatico. Le rare complicanze includono, oltre che le infezioni, la necrosi dei tessuti se il vasospasmo è prolungato.
POSSIBILI ACCORGIMENTI
– I soggetti a rischio dovrebbero essere istruiti all’utilizzo di protezioni come indumenti, guanti e calze isolanti.
– La sospensione del fumo di sigaretta risulta vantaggiosa nella prevenzione e cura della patologia.
– Evitare di sottoporre la zona raffreddata a caldo troppo veloce e intenso. Per esempio, non mettere le mani o i piedi sotto l’acqua bollente o a contatto con il termosifone. È consigliato massaggiare dolcemente la zona interessata per riattivare la circolazione e riportare il corpo ad una naturale temperatura.
– Può essere utile assumere integratori che migliorino il microcircolo e rinforzino i capillari, quindi a base di flavonoidi, Ginkgo biloba, ippocastano e mirtillo.
– Utilizzare in prevenzione creme riscaldanti per esempio contenenti canfora e boswellia per un’azione antinfiammatoria naturale.
– Oli vegetali quali Iperico, Lavanda, Arnica o Calendula sono degli ottimi alleati contro i geloni.
– Mantenere il corpo in movimento per favorire una migliore circolazione.
FONTI:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK549842/
https://econtent.hogrefe.com/doi/10.1024/0301-1526/a000838?url_ver=Z39.88-
2003&rfr_id=ori%3Arid%3Acrossref.org&rfr_dat=cr_pub++0pubmed&