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Emicrania, un nuovo alleato per la profilassi: l’Eptinezumab

L’emicrania colpisce oltre 1 miliardo di persone in tutto il mondo. È una delle forme più comuni di mal di testa, descritta come un dolore di tipo pulsante, unilaterale o bilaterale, accompagnato da sintomi quali nausea ed ipersensibilità a luce, odori o suoni. Si manifesta con attacchi ricorrenti, che si presentano con una frequenza variabile: da pochi episodi in un anno a 2-3 crisi alla settimana. L’emicrania può essere definita episodica o cronica in base al numero di giorni di mal di testa al mese: l’attacco emicranico può durare alcune ore o, nei casi più gravi, qualche giorno.

In circa il 25% dei pazienti l’attacco emicranico è preceduto da un’aura. Le aure sono disturbi neurologici transitori che possono influenzare la coordinazione muscolare, l’equilibrio, la visione o la parola; durano da pochi minuti a più ore. L’aura può persistere dopo l’inizio del mal di testa ed è caratterizzata da sintomi visivi (spettri di fortificazione come archi di luci scintillanti, strie luminose). Alcuni pazienti presentano un’aura con sintomatologia dolorosa lieve o assente.

In Italia l’emicrania colpisce circa il 50% della popolazione: il 15-18% delle donne ed il 6% degli uomini, con un picco di prevalenza tra i 25 ed i 55 anni di età. Numerosi studi epidemiologici dimostrano che il disturbo colpisce soprattutto le donne, gli studenti ed i residenti nelle zone urbane, per cause quasi sicuramente legate a fattori biologici ed agli stili di vita.

Cause e fattori di rischio

L’emicrania è una patologia clinicamente eterogenea, nella quale i fattori genetici ed ereditari possono interagire con dei fattori ambientali scatenanti:

  • alterazione del ritmo sonno-veglia
  • assunzione di farmaci (antiipertensivi, contraccettivi orali, ecc.)
  • eccessivi stimoli afferenti (luci intermittenti, odori forti)
  • cambiamenti climatici (esposizione a luce intensa, variazioni climatiche, altitudine)
  • stress
  • ansia emotiva e depressione
  • fattori ormonali, in particolare il ciclo mestruale
  • irregolarità nei pasti
  • consumo di alcol
  • eccessivo consumo di caffeina

Come si cura oggi l’emicrania

Il primo passo da attuare per prevenire e curare l’emicrania consiste nel ridurre ed eliminare l’esposizione ai fattori di rischio. In caso di elevata frequenza ed intensità degli attacchi emicranici, è importante sostenere una terapia farmacologica: analgesici ed antiinfiammatori, antiemetici per ridurre la sintomatologia neurovegetativa (sudorazione, tachicardia, nausea, tremore), triptani che agiscono non solo sul dolore, ma anche sui sintomi associati (foto-fonofobia). Quando lo stress è il fattore scatenante principale, è utile intraprendere un trattamento comportamentale per ridurre l’intervento degli eventi stressanti, poiché la sola terapia farmacologica non è in grado di controllare completamente gli attacchi. In queste situazioni è raccomandabile l’esercizio fisico, così come lo yoga ed il pilates.

Una nuova terapia

La Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio di Vyepti® (eptinezumab) nell’Unione Europea per il trattamento preventivo dell’emicrania negli adulti. L’approvazione segue il parere positivo dell’11 novembre 2021 del Comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA).

Eptinezumab è un anticorpo monoclonale peptidico sviluppato per prevenire l’emicrania mediante il blocco del recettore del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP, Calcitonin Gene-Related Peptide), che svolge un ruolo critico nell’instaurarsi della patologia. Approvato dall’FDA, negli Stati Uniti, nel febbraio 2020, sarà disponibile in Italia dal mese di aprile con il marchio Vyepti  di Lundbeck. L’eptinezumab va ad aggiungersi ad altri tre farmaci anti CGRP presenti sul mercato: Amgen (erenumab), Eli Lilly (galcanezumab) e Teva (fremanezumab), che presentano però una via di somministrazione sottocutanea. Vyepti è il primo ed unico trattamento per infusione endovenosa approvato per la prevenzione dell’emicrania nell’Unione Europea.

Gli studi dell’eptinezumab

L’efficacia e la sicurezza dell’eptinezumab sono stati dimostrati in due studi di fase III: PROMISE-1  (pazienti con emicrania episodica) e PROMISE-2 (pazienti con emicrania cronica). Il programma di studi ha dimostrato una riduzione dei giorni mensili di emicrania rispetto al placebo, che è stata confermata per l’intervallo di dosaggio di 12 settimane e per tutta la durata del trattamento (12 mesi in PROMISE-1  e 6 mesi in PROMISE-2). Una riduzione di circa il 50% della prevalenza di emicrania è stata osservata già al primo giorno dopo la somministrazione, rispetto al gruppo trattato con placebo.

Per quanto riguarda la sicurezza del trattamento, gli eventi avversi si sono verificati nel 10,9% del gruppo eptinezumab e nel 10,3% del gruppo placebo. Il più comune tra questi è l’ipersensibilità al farmaco, ma non si sono verificati eventi avversi gravi.

Eptinezumab ha ridotto significativamente la frequenza dell’emicrania e questo avrà un forte impatto sulla famiglia, sulla vita sociale e lavorativa di questi pazienti.

Lo sviluppo di farmaci ben tollerati per l’emicrania e con un target specifico rappresenta uno dei più importanti passi avanti nel trattamento dell’emicrania delle ultime decadi.

FONTI

Vyepti[®] (eptinezumab) approved by the EU Commission for the preventive treatment of migraine in adults, PipelineReview
Eptinezumab for the treatment of migraine, Spuntarelli V., et Al.
Eptinezumab in episodic migraine: A randomized, double-blind, placebo-controlled study (PROMISE-1), Ashina M., et Al.
Efficacy and safety of eptinezumab in patients with chronic migraine: PROMISE-2, Lipton B. R., et Al.

Dott.ssa Jessica Miele

Farmacista ospedaliera con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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