
La terapia antalgica o terapia del dolore è una disciplina della medicina che ha lo scopo di riconoscere e curare i pazienti affetti da sintomatologia dolorosa acuta e cronica, benigna o neoplastica.
La IASP ( International Association for the Study of Pain) definisce il dolore come “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno. E’ un’esperienza individuale e soggettiva a cui convengono componenti puramente sensoriali- relative al trasferimento dello stimolo doloroso dalla periferia alle strutture centrali- e componenti affettive che modulano in maniera importante quanto percepito”.
Il dolore a livello clinico è un segnale importante per la diagnosi iniziale di malattia; è fra tutti il sintomo che più mina l’integrità psichica e fisica del paziente, e che angoscia i suoi familiari.
Si possono individuare tre tipologie di dolore:
- Dolore acuto: E’la tipologia di dolore che avvisa l’individuo della lesione tissutale in corso, è normalmente localizzato, dura per alcuni giorni e con l’instaurarsi della giusta terapia tende ad estinguersi.
- Dolore cronico: E’ duraturo ecaratterizzato dalla persistenza dello stimolo dannoso; è fortemente debilitante anche dal punto di vista psicologico, sociale ed economico. E’ un dolore difficile da curare che accompagna malattie ad andamento cronico.
- Dolore da procedura: E’ il dolore che accompagna molteplici indagini diagnostiche/ terapeutiche. Consiste in un’esacerbazione di dolore che raggiunge il picco d’intensità in pochi minuti sullo sfondo di un dolore persistente.
Il bersaglio della terapia del dolore è il dolore cronico.
Sono diverse le classi di farmaci che vengono usati nel trattamento del dolore; l’OMS ha stabilito una scala graduata di interventi in base alle caratteristiche e all’entità del dolore.
I principali farmaci utilizzati sono:
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FANS (Farmaci antinfiammatori non steroidei): utilizzati nel caso in cui il dolore sia lieve o moderato. In terapia si utilizzano il ketoprofene, il nimesulide , il naprossene ed il diclofenac. La loro azione principale è analgesica e antiflogistica.
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ANALGESICI OPPIOIDI:
utilizzati nel caso in cui il dolore sia da moderato a grave, rappresentano i farmaci maggiormente impiegatinella terapia antalgica.Esplicano la loro azione antinocicettiva attraverso la stimolazione dei recettori oppioidi, che sono localizzati sulle vie del dolore e mediano e trasmettono gli stimoli dolorosi. Tali farmaci,utilizzati soprattutto nella terapia neoplastica, sono: il tramadolo, la buprenorfina, il metadone, la morfina, il fentanil e l’ossicodone.
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ANTIDEPRESSIVI:
l’indicazione terapeutica principale di questi farmaci è il loro utilizzo nel trattamento della depressione, ma si sono rivelati molto utili nella terapia del dolore di tipo neuropatico; possono essere usati da soli o in associazione agli analgesici oppioidi. Tra gli antidepressivi Triciclici utilizzati in questo campo si ricorda l’Amitriptilina e la Clomipramina, mentre tra gli antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina e noradrenalina (NSRI) il più diffuso è la Duloxetina (particolarmente efficace nel trattamento del dolore neuropatico di tipo diabetico).
Da qualche anno i Cannabinoidi sono entrati a far parte della terapia farmacologica a base naturale per il trattamento del dolore.
L’utilizzo della Cannabis a scopo terapeutico è sempre più diffuso a livello internazionale e i cannabinoidi maggiormente utilizzati sono il THC (delta- 9- tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo).
L’azione antidolorifica (che ne giustifica l’utilizzo nella terapia del dolore) è da attribuirsi al THC, mentre il CBD ha il compito di prolungare l’azione del THC, aumentandone l’attività antidolorifica e diminuendone gli effetti collaterali.
La marijuana usata per il trattamento del dolore in Italia si chiama Cannabis FM-2; ha un contenuto di THC compreso tra il 5% e l’8%, ed un contenuto di CBD compreso tra il 7,5% ed il 12%.
I cannabinoidi agiscono legandosi a specifici recettori endogeni definiti Recettori per i Cannabinoidi dei quali, ad oggi, sono stati identificati due sottogruppi: i CB1 (localizzati nel midollo spinale e nel cervello) e i CB2 (localizzati in aree più peroferiche). Sembrerebbe che l’azione antidolorifica sia dovuta all’interazione con il sottotipo CB1, ma tali interazioni sono ancora oggi soggette a diversi studi.
La marijuana si rivela utile soprattutto per il dolore cronico di tipo neuropatico, ossia quella tipologia di dolore che si sviluppa a seguito di patologie che colpiscono il midollo spinale, o a causa di patologie come la sclerosi multipla e la fibromialgia.
Da un punto di vista legislativo, la regolamentazione della terapia del dolore ha subito negli anni una importante evoluzione normativa
Con la legge 8 febbraio 2001, n.12 (L. 12/01) viene emanato l’ Allegato III Bis, nel quale sono inserite delle facilitazioni prescrittive per i farmaci con forte attività analgesica per pazienti affetti da dolore severo in corso di patologia neoplastica o degenerativa.
Tra i farmaci contenuti nell’Allegato III Bis ricordiamo: Buprenofina, Metadone, Morfina, Fentanyl, Codeina e Idromorfone; tale elenco è comunque in costannte aggiornamento.
FONTI:
- Sito web Ministero della Salute (www. salute.gov.it)