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NP vetroliquido: novità per un packaging antivirale e sostenibile

2020. Il Sars-Cov-19 si trasmette attraverso le superfici? In tanti, nel corso degli ultimi mesi, ci siamo posti questo quesito: la disinfezione degli oggetti con i quali veniamo quotidianamente a contatto è, infatti, diventata cruciale in questo momento storico. Si tratta di una problematica estesa ad ogni settore e riguarda, quindi, anche il packaging cosmetico. Il dubbio è legittimo: le confezioni passano continuamente di mano in mano da quando sono prodotte a quando le troviamo esposte in vetrina e sugli scaffali di farmacie, profumerie, supermercati e negozi monomarca. Diventeranno veicolo di trasmissione di batteri e virus?

Procediamo con ordine.

Generalmente, i materiali inerti che compongono la maggior parte degli oggetti con i quali entriamo a contatto non permettono la proliferazione virale o batterica. Entrambe queste tipologie di microrganismi, tuttavia, possono resistere diverse ore su superfici di plastica e carta che, di conseguenza, una volta toccate, potrebbero trasmettere virus e batteri ancora vitali.

Ci sono degli studi?

Numerose pubblicazioni accademiche prendono in esame la trasmissione di virus e batteri causata dal contatto con le superfici.

L’International Journal of Environmental Research and Public Health, ad esempio, ha approfondito l’argomento, soprattutto in relazione all’attuale pandemia Sars-Covid-19, ed ha pubblicato lo studio COVID-19 Surface Persistance (30 Aprile 2020). Proprio in questa pubblicazione scientifica, infatti, i ricercatori hanno valutato la persistenza del Covid-19 su diverse tipologie di superfici.

Cosa è emerso?

È stato evidenziato che il Sars-Covid-19 è in grado di persistere nello stato infettivo fino ad alcuni giorni su certi materiali quali plastica, acciaio inossidabile e cartone.

Cosa non mi dice questo studio?

Non è stato verificato:

  • Quanto sia poi effettivamente aggressivo il virus;
  • Quanto sia la carica virale complessiva dopo i giorni di permanenza.

In altre parole? La potenzialità di causare la malattia è ancora da accertare.

Come è buona norma comportarsi?

Allo stato attuale delle pubblicazioni scientifiche, i dati suggeriscono che, a scopo precauzionale, sarebbe opportuno disinfettare le superfici con cui si viene a contatto.

E per quanto riguarda il packaging?

Rispetto ad altre tipologie di superfici, la questione è un po’ più complicata.

Non ne siete davvero convinti? Vi propongo queste 2 domande:

  • È facile igienizzare una scrivania? Chiunque darebbe una risposta affermativa, senza la benché minima esitazione.
  • E disinfettare migliaia di confezioni di shampoo che passano di mano in mano durante i processi di lavorazione e distribuzione? Neanche a dirlo: richiede tanto tempo e costi notevoli.
Qual è la soluzione più semplice?

Evitare che le superfici degli imballaggi si contaminino, al fine di renderle inadatte al deposito e alla permanenza di microrganismi vitali potenzialmente dannosi.

Qualche idea?

La società tedesca Nanopool ha recentemente brevettato il rivestimento “NP vetroliquido”, in grado di proteggere le superfici del packaging dalla contaminazione dei microrganismi, virus compresi. I ricercatori hanno dapprima verificato l’efficacia di tale materiale nei confronti dei microrganismi in generale, per poi condurre dei test mirati su Sars-Cov-19.

Ma nello specifico, in che cosa consiste questo rivestimento?

NP vetroliquido è un sottile strato trasparente polimerico a base di nanoparticelle di biossido di silicio (SiO2), un ossido inorganico completamente innocuo presente in natura nella sabbia di quarzo. In parole semplici? Si tratta di particelle di dimensioni piccolissime (dell’ordine dei nanometri) di SiO2, inserite in una matrice polimerica a formare un film estremamente sottile, che può essere posto sulla superficie di diverse tipologie di oggetti. 

Su che cosa si basa la tecnologia antivirale di NP vetroliquido?

Molti virus, Sars-Covid-2019 compreso, presentano una capsula protettiva esterna, che li rende poco sensibili a diversi principi attivi antibatterici e disinfettanti. Il sapone ha una struttura chimica molto simile a quella della capsula virale; tale composizione gli consente non solo di rimuovere il virus, ma anche di distruggerlo completamente: per questo è buona norma lavare bene le superfici. È evidente quanto igienizzare i packaging durante le varie fasi di produzione sia una soluzione dispendiosa, sia in termini di tempi che di costi. Qual è la conseguenza? La continua ricerca e lo studio di nuove molecole che possano essere attive contro la capsula virale. Tra le molecole che hanno mostrato un’azione proprio contro questa struttura protettiva esterna troviamo gli ossidi inorganici: SiO2 ne è proprio un esempio. È questa, quindi, la tecnologia alla base di NP vetroliquido: le piccolissime particelle dell’ossido inorganico SiO2 presenti nella matrice polimerica attaccano le biomolecole che costituiscono la capsula esterna del virus, proteggendo gli imballaggi.

Perché utilizzarla?

I vantaggi che NP vetroliquido offre sono molteplici.

In primo luogo, è in grado di rivestire diverse tipologie di superfici: dalla plastica, ai tessuti, al pellame. C’è dell’altro? Risposta affermativa. C’è anche una novità: la Nanopool ha recentemente sviluppato una tipologia di vetroliquido esclusiva per la carta. Questo che cosa comporta? Che NP vetroliquido potrà essere efficacemente impiegato anche per confezioni nell’ambito del packaging secondario cellulosico.

Questo rivestimento, inoltre, riduce l’adesione sulle superfici di acqua, olio, sporco e, come sopra accennato, dei microrganismi, compresi i virus; tale adesione diminuisce in misura così significativa in un modo completamente naturale, che la pulizia e l’igiene del packaging migliorano per tempi piuttosto lunghi. È proprio questa particolarità che va ad incrementare la sicurezza dei materiali da imballaggio.

NP vetroliquido presenta qualche altra peculiarità?

Anche in questo caso, la risposta è affermativa. Le molecole antivirali sono strutturate proprio per aggredire e distruggere molecole organiche; di conseguenza, non presentano delle caratteristiche che le rendano biocompatibili.

NP vetroliquido, al contrario, è un materiale antivirale, ma è addirittura sostenibile. È proprio questo quel tratto distintivo che lo differenzia dalle altre tecnologie sperimentali per la protezione del packaging. La sua composizione, inoltre, offre un ulteriore vantaggio. Qual è la sostanza alla base di NP vetroliquido? Repetita iuvant: SiO2, un ossido inorganico presente in natura nella sabbia di quarzo. Che cosa significa questo? Che qualsiasi imballaggio biodegradabile di per sé può essere facilmente riciclato anche dopo il rivestimento

Per concludere

La crescente attenzione dei consumatori verso la sostenibilità del prodotto e le normative sempre più stringenti nella lotta alla plastica, rendono il rivestimento NP vetroliquido vantaggioso per ogni produttore, sia esso nel settore cosmetico, alimentare, nella logistica o in altri ambiti di applicazione.

Se dovessi descrivere al meglio questa nuova tecnologia con una frase? “NP vetroliquido: un rivestimento versatile e decisamente al passo coi tempi.”

FONTI

www.kosmeticanews.it

Dott.ssa Elena Pascucci

Laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche. Master di II livello in Scienza e tecnologia cosmetiche. Si occupa della stesura di articoli di dermocosmesi.

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