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MALATTIA VENOSA CRONICA: CARATTERISTICHE E APPROCCI TERAPEUTICI

Pesantezza degli arti inferiori, gonfiore, crampi, formicolii e antiestetiche discromie cutanee, sono solo alcune delle molteplici manifestazioni della malattia venosa cronica (MVC), patologia spesso sottovalutata o relegata ai mesi più caldi dell’anno, vista come un problema puramente estetico, ma le cui ricadute sul piano sanitario, collettivo ed economico, non sono da sottovalutare.

LA MALATTIA VENOSA CRONICA

Parliamo di MVC e non semplicemente di insufficienza venosa cronica, facendo riferimento non solo agli squilibri di natura emodinamica che coinvolgono i vasi degli arti inferiori, ma ad una più ampia gamma di disturbi funzionali, che interessano la popolazione femminile in misura maggiore rispetto a quella maschile: edemi, varici, fino ad arrivare a ulcerazioni profonde, flebiti ed embolia polmonare nei casi più gravi.

EZIOLOGIA

Le pareti delle vene degli arti inferiori sono dotate di un sistema valvolare che garantisce l’afflusso del sangue verso i distretti superiori e il cuore: le valvole si aprono quando il muscolo si contrae e si chiudono quando il muscolo si rilassa, così da permettere al sangue di fluire in un’unica direzione, senza alcun reflusso. Il flusso sanguigno è laminare in condizioni fisiologiche e il rilascio di mediatori ha effetti antiapoptotici e antiproliferativi. Un’alterazione della struttura di queste valvole, unita alla perdita di elasticità dei vasi venosi, fa sì che questo meccanismo di pompaggio del flusso ematico verso l’alto non sia più efficiente: il sangue refluisce aumentando così la pressione nel sistema venoso periferico (ipertensione venosa). Quando la pressione venosa è elevata, il flusso diventa turbolento: si attivano meccanismi di difesa che provocano l’inizio del processo infiammatorio, come evidenziato da studi istologici in cui emerge il coinvolgimento a cascata di una serie di mediatori, da leucociti e fattori di crescita tumorali (TGF-β1) a cellule muscolari, la cui proliferazione contribuisce alla sintesi di regioni ipertrofiche, con aumento del collagene nella tonaca media e riduzione delle cellule muscolari lisce. Se l’ipertensione si protrae nel tempo, la parete del vaso si dilata e i lembi valvolari non si incontrano più impedendo la chiusura della valvola stessa.

EPIDEMIOLOGIA

Indagini epidemiologiche hanno evidenziato un’incidenza della MVC superiore negli individui di sesso femminile (50-55%) rispetto alla popolazione maschile (10-50%) e una correlazione crescente con l’età (20-60% delle donne tra i 35-40 anni, fino ad arrivare al 78% nelle over 60, rispetto al 7-35% degli uomini sotto i 40 anni e 55% negli over 60. Altre condizioni predisponenti sono legate ad alterazioni ormonali, come nella gravidanza, all’obesità e ad un ortostatismo prolungato. Soggetti che presentano fattori ereditari hanno una probabilità di circa il 50% di sviluppare sintomatologie associate alla MVC, rispetto al 40% di chi non presenta alcuna familiarità. Un fattore predisponente è legato alla gravidanza: circa il 35% delle donne che hanno avuto più gravidanze ne soffre, mentre solo il 15% delle donne senza figli lamenta disturbi analoghi. Quasi il 50% delle persone sovrappeso infine, presenta problemi di varici, che invece interessano il 30% dei soggetti normopeso.

CLASSIFICAZIONE CEAP

 

La classificazione CEAP è il sistema con cui si definisce da un punto di vista Clinico, Eziologico, Anatomico e Fisiopatologico il disturbo venoso. Nello specifico avremo i seguenti tipi di classificazione:

C: CLINICA, da C0 a C6, ripercorre i diversi stadi da C0: assenza di segni clinici, C1: teleangectasie, C2: vene varicose, C3: edema, C4: pigmentazione/ eczema C5: ulcere cicatrizzate, C6: ulcere in fase attiva.
E: EZIOLOGICA, fa una distinzione sulla base della natura che può essere Ec: congenita E: primitiva (da cause non identificabili) Es: secondaria (post-trombotiche post-traumatiche).
A: ANATOMICA, precisa la localizzazione del danno venoso che può essere superficiale o profondo As: vene superficiali, Ap: vene perforanti, Ad: vene profonde, An: nessuna localizzazione venosa identificata.

P: Patofisiologia, Pr: reflusso, Po: ostruzione, Pr,o: reflusso e ostruzione Pn: nessuna patofisiologia venosa identificata.

TRATTAMENTI

 

Una diagnosi accurata consente di adottare l’approccio terapeutico più indicato per la risoluzione o il miglioramento della patologia, mediante trattamenti farmacologici, chirurgici o compressivi con calze elastiche:
– Trattamento chirurgico: si avvale della rimozione totale o parziale di segmenti venosi con tecniche che abbracciano la chirurgia tradizionale fino a procedure endovascolari mediante scleroterapia e laser.
-Terapia compressiva con calze elastiche: calze preventive e terapeutiche o bende elastiche, costituiscono un approccio fondamentale, riducendo gli effetti dell’ipertensione venosa sulla microcircolazione e rallentando la progressione della malattia
-Terapia farmacologica: agiscono migliorando l’omeostasi microcircolatoria, il tono venoso, favorendo il drenaggio linfatico e contrastando la liberazione delle sostanze nocive rilasciate durante il processo.

UNO SGUARDO ALLA TERAPIA FARMACOLOGICA

Nel trattamento di questa patologia si ricorre a farmaci flebotropi di origine naturale, semisintetica o sintetica alcuni dei quali si trovano sotto forma di fitocomplessi (più sostanze attive, tra di loro associate per migliorare l’efficacia). I più utilizzati appartengono alle seguenti categorie:

FLAVONOIDI

Diosmina, Esperidina, Troxerutina, Oxoerutina
Agiscono sul tono venoso prolungando l’azione della noradrenalina, che ha un effetto vasocostrittore sulle pareti vasali, aumentano la resistenza capillare e migliorano il flusso linfatico e il numero di vasi linfatici. Sotto forma di FFPM (frazione flavonoica purificata micronizzata, 450mg di diosmina, 50 mg di flavonoidi espressi in esperidina, isoroifolina, linarina, diosmetina), mostrano anche attività antiinfiammatoria, per l’inibizione della migrazione e dell’adesione dei leucociti a livello dei capillari, dove diminuisce il rilascio dei mediatori dell’infiammazione. La FFPM riesce a contrastare in maniera elettiva, la maggior parte dei sintomi associati all’insufficienza venosa come dolore, crampi, pesantezza, gonfiore e lesioni trofiche

ALTRE SOSTANZE CAPILLAROPROTETTRICI

Escina: è un composto vegetale che si ricava dalla miscela delle saponine contenute nei semi, nella corteccia e nelle foglie dell’Ippocastano. Ha un’azione antinfiammatoria e antiedemigena a livello dei capillari, caratteristica che la rende utile in caso di edemi, pesantezza degli arti e dolorabilità.
Centella Asiatica: pianta officinale appartenente alla famiglia delle Ombrellifere. Contiene una miscela di triterpeni, saponine e acidi grassi con proprietà eudermiche che si traducono nella sintesi di lipidi e collagene a livello dei vasi.
Estratti del Rusco: il mix di saponine steroidee, estratte dalle radici del Ruscus Aculeatus, conferisce proprietà flebotoniche e vasoprotettrici ai preparati che lo contengono e che trovano applicazione nel caso di flebiti e infiammazioni a carico del plesso emorroidario. Come l’escina, il rusco aiuta a risolvere sintomi di gonfiore e dolore.
Pro antocianidine: presenti nel vino rosso e nella corteccia del Pino Marittimo, rafforzano collagene e i tessuti connettivi, ostacolando la formazione dei radicali liberi.
Cumarina: ricavata dalle sommità del Meliloto, da sola o in associazione a rutina, migliora il flusso linfatico e la resistenza dei capillari.

CONCLUSIONE

La MVC, per la sua complessità e per la varietà dei sintomi associati, richiede un approccio medico integrato che tenga conto della cronicità della patologia. Per questo è necessario non sottovalutare alcun aspetto e condurre uno stile di vita consono. Ecco alcuni degli accorgimenti da adottare se si soffre di disturbi venosi:
-Evitare di trascorrere lunghi periodi in piedi
– Evitare di indossare scarpe con tacchi alti per tempi prolungati
– Indossare calze preventive
-Nei momenti di riposo, porre le gambe in posizione di scarico, più alte rispetto al cuore
-Evitare il sovrappeso e dedicare almeno mezz’ora al giorno a passeggiate o attività fisica
-Porre attenzione alle escursioni termiche e prepararsi all’arrivo della stagione calda, utilizzando l’integrazione prevista dal medico o dallo specialista

BIBLIOGRAFIA

Antignani- “La terapia medica della malattia venosa cronica”
Società Italiana di Flebolinfologia, Congresso Nazionale del trentennale Ferrara, “L’infiammazione al cuore della MVC: aspetti clinici e ruolo della strategia terapeutica”
Agus, Allegra, Antignani “Guidelines for the diagnosis and therapy of the vein and lymphatic disorders”
Agus, Allegra, Arpaia, De franciscis, Gasbarro “Linee Guida Collegio Italiano di Flebologia”

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