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L’emicrania e il trattamento con triptani

L’emicrania è uno dei più comuni disturbi che colpiscono il cervello. Questa condizione è caratterizzata da un mal di testa che si protrae per quindici giorni al mese. La condizione si presenta, nella maggior parte dei casi, unilateralmente e a volte bilateralmente con vari gradi di severità. I pazienti affetti da questa patologia accusano generalmente vari tipi di disturbi quali foto e fonofobia o dolori pulsanti che si acutizzano durante lo sforzo fisico. Nausea e vomito sono spesso riportati quali altri sintomi di questa condizione.
Normalmente il paziente esprime l’esigenza di rimanere in assoluto riposo e al buio nel tentativo di alleviare i sintomi.

Epidemiologia

L’emicrania, nel mondo, è la dodicesima malattia più diffusa tra le donne e la diciannovesima tra gli uomini secondo i dati riportati dall’ OMS. Vi è un picco di prevalenza dell’emicrania attorno ai 40 anni in entrambi i sessi per poi decrescere. Circa un terzo delle persone , durante la propria vita, sperimenta l’emicrania con aura mentre un quattro-dieci percento della popolazione soffre quotidianamente di mal di testa, di cui un 30-50% soffre di emicrania. Accanto a questi dati bisogna considerare che l’ 1-2% della popolazione mondiale soffre di mal di testa associato ad un abuso di farmaci.

Quali e quanti tipi di emicrania?

Come detto in precedenza, l’emicrania può colpire uni o bilateralmente il nostro sistema nervoso. Il dolore che viene riportato è localizzato generalmente nella zona frontale e laterale ma si estende anche alla zona preorbitale o sul retro del capo. Il dolore può durare anche fino a 72 ore consecutive facendo ricadere il paziente in quello che viene definito stato di emicrania.
E´ possibile definire alcuni tipi di emicrania quali:

  • Emicrania con aura: se pur osservata in concomitanza con questa patologia, l’aura non è un sintomo specifico. Questo stato si accompagna con sensazioni visive quali lampi o oscuramento del campo visivo. Chi ne è affetto, spesso, lamenta addormentamento degli arti e disturbi nella parola.
  • Emicrania cronica: per quindici giorni al mese e per un periodo più lungo di tre mesi siete affetti da mal di testa? In questo caso la vostra è una emicrania cronica o senza aura. Non può essere ricondotta all’abuso di farmaci. Se dopo l’interruzione del trattamento dell’emicrania in fase acuta, per 15 giorni al mese e per due mesi avete mal di testa, anche in questo caso si parlerà di emicrania cronica.
  • Emicrania e cefalea tensiva: gli attacchi possono avere vari gradi di severità e possono manifestarsi con diverse sintomatologie. Se un attacco lieve non viene adeguatamente trattato, questi potrebbe sfociare in uno stato più grave tipico della patologia. Questi lievi mal di testa riportati quali casi di cefalea tensiva, rientrano invece nei casi di emicrania. Individuare e riclassificare la patologia è importante in quanto un approccio terapeutico adeguato può portare al miglioramento delle condizioni di vita e di salute del paziente.

Gestione e terapia dell’emicrania: i triptani

L’eziopatogenesi non è a tutt’oggi nota anche se si riscontra una certa familiarità, spesso associata ad altri squilibri quali depressione o ansia. Varie sono le teorie che tendono a giustificare l’insorgenza dell’emicrania e viene imputata l’insorgenza a fattori genetici, vascolari neurologici. Tuttavia a supporto dei pazienti affetti da emicrania esiste, oltre al riposo, anche una classe di farmaci chiamata triptani.

I triptani agiscono quali agonisti del recettore 5 HT-1 e sono impiegati nella gestione della fase acuta della patologia. Di questa famiglia fanno parte:

  • Sumatriptan
  • Zolmitriptan
  • Frovatriptan
  • Almotriptan
  • Eletriptan
  • Rizatriptan
  • Naratriptan

quest’ ultimo ancora non disponibile in Italia. Questa classe di farmaci agisce favorendo una vasocostrizione a livello cerebrale e al contempo inibendo il rilascio di neurotrasmettitori pro infiammatori che, stimolando il trigemino, danno luogo alla cefalea.
Normalmente il paziente in cura con questa classe di farmaci assume una compressa al giorno. Se non si risponde alla terapia non si dovrebbe procedere all’assunzione di una seconda compressa nel giro di 24 ore.
In caso di risposta positiva alla terapia e al ripresentarsi dei sintomi, può essere somministrata una seconda dose di farmaco entro le successive 24 ore.

Pazienti non responder alla terapia con triptani.

Normalmente, entro le due ore dalla prima somministrazione di questa categoria di farmaci, il 70% dei pazienti in terapia dichiara un miglioramento della sintomatologia. Il restante 30% ottiene scarsi o risultati nulli dall’uso di determinate molecole. Ciò è dovuto ad una serie di fattori quali l’uso del farmaco in un periodo tardivo della patologia, un dosaggio inadeguato e ridotta capacità da parte del corpo di assorbire il farmaco. Cambiare molecola, in pazienti che non rispondono alla terapia è una scelta sensata unito ad un intervento precoce in fase acuta.

Conclusioni

Nonostante si sappia ben poco dell’eziopatogenesi dell’emicrania, intervenire in fase acuta con i farmaci appartenenti alla famiglia dei triptani  rappresenta una scelta elettiva che migliora sensibilmente la condizione di salute del paziente. In caso di mancata risposta alla terapia è utile, oltre ad un intervento precoce, tentare l’utilizzo di altre molecole derivate e dosare al meglio il farmaco. E´ possibile coadiuvare con il riposo e farmaci anti infiammatori non steroidei il trattamento e la gestione dei disturbi.

Fonti:

-Msdmanual

-Fondamenti di patologia e fisiopatologia

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