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La forfora

Che antipatica, la forfora! Ecco cos è e come possiamo combatterla!

La forfora è uno degli “inestetismi” più sgradevoli che interessano il cuoio capelluto.

Affligge principalmente soggetti di sesso maschile, in età compresa tra i 12 ed i 40 anni, mentre è rara nei bambini ed anziani. 

Le cause specifiche non sono state individuate del tutto, ma certamente sappiamo che l’eziologia della forfora è da attribuire ad un aumento del processo di desquamazione del cuoio capelluto, che in condizioni fisiologiche avviene in maniera impercettibile ed invisibile ad occhio nudo, viceversa, può accadere che la desquamazione sia così massiccia da dare origine a residui che si agglomerano in lamelle, visibili ad occhio nudo: si tratta, appunto, di forfora.

Tali lamelle possono staccarsi dal cuoio capelluto, cadendo sulle spalle come residui di colore bianco e dall’aspetto farinoso: parliamo quindi di forfora secca; 

Possono agglomerarsi e rimanere attaccati alla radice del cuoio capelluto, come squame di colore giallastro e dall’aspetto untuoso: si parla di forfora grassa. 

La desquamazione fa parte del normale ciclo di vita delle cellule ed avviene con una certa frequenza. Può accadere che il ricambio di cellule epiteliali sia eccessivo rispetto a quello fisiologico e la desquamazione avvenga continuamente e in larga scala.

Talvolta, il ricambio è talmente veloce che le cellule, non ancora giunte a completa maturazione, vengono spinte dallo strato inferiore allo strato corneo, ovvero lo strato più superficiale. Questo accade poiché nel cuoio capelluto si originano dei focolai infiammatori, con una maggiore produzione cellulare ed una difettosa maturazione dei cheratinociti, accompagnata da una vasodilatazione dei capillari.

Una delle cause è un’iperproliferazione di due lieviti normalmente presenti nel cuoio capelluto :malassezia furfur e/o globosa. L’aumento della loro concentrazione determina la produzione di nuovi strati cutanei, con successivo distacco della forfora; in particolare, tali agenti microbici sarebbero in grado di produrre enzimi che a loro volta scindono i trigliceridi in acidi grassi liberi, che aumentano ancora di più l’infiammazione.

Anche alterazioni ormonali possono determinare la comparsa di forfora, in particolare un aumento di testosterone può innescare una maggiore produzione di sebo, con innescarsi del processo infiammatorio responsabile della forfora.

Anche lo stress può determinare un aumento della flora microbica commensale presente a livello del cuoio capelluto, con le conseguenze precedentemente descritte.

La comparsa di forfora, può essere dovuta all’impiego di shampoo o altri prodotti per capelli come lacca o gel troppo aggressivi, nonché l’esposizione a fattori stressanti quali salsedine o disinfettanti impiegati nelle piscine.

Peraltro, esiste anche una predisposizione genetica alla forfora, innescata da fattori ambientali. Questo tipo di eziologia si può riscontrare quando più di un componente della famiglia manifesta questo tipo di problematica.

Infine, sebbene non esistano sufficienti evidenze scientifiche per affermare che esista una correlazione fra alimentazione scorretta e produzione di forfora, è parere condiviso dagli esperti che una dieta ricca di grassi saturi possa concorrere alla formazione di forfora.

Purtroppo, i soggetti interessati da forfora vivono questa condizione con malessere sia dal punto di vista psicologico, provocato dal disagio di mostrare capelli apparentemente poco puliti e dall’aspetto untuoso, sia fisico, poiché spesso la forfora è accompagnata da sensazione di prurito e di cuoio capelluto che tira.

Dunque l’approccio cosmetico e/o farmaceutico deve essere ben studiato.

E’ possibile agire su più fronti:

in primis, lenire ed idratare in caso di forfora secca il cuoio capelluto, impiegando uno shampoo poco schiumogeno, magari in crema o in olio, privo di SLS (Sodiun Lauryl Sulfate) e SLES (Sodium laureth Sulfate), che rispetti il pH della pelle.

A questo tipo di prodotto è possibile alternare uno shampoo a base di acido salicilico e/o glicolico, che ha azione antinfiammatoria e cheratolitica, in grado di favorire il distacco delle lamelle dalla cute.

In caso di forfora grassa, è opportuno associare uno shampoo ad azione antiseborroica ed antibatterica.

Riassumendo, le principali sostanze ad azione antiforfora ad uso cosmetico sono:

zinco piritione, ottimo antifungino, ha anche un’azione antiseborroica e riduce la desquamazione. E’ però piuttosto aggressivo ed irritante.

disulfuro di selenio, simile al precedente, è particolarmente efficace in caso di seborrea per ridurre la produzione dei lipidi epidermici.

climbazolo, efficace antimicrobico.

piroctone olamina, derivato piridinico con efficacia antimicrobica ad ampio spettro, ha anche un’azione cheratolitica.

Nei casi più severi, il dermatologo potrà consigliare prodotti farmaceutici veri e propri, a base di antimicotici come econazolo, clotrimazolo e ketoconazolo.

Anche la natura può esserci d’aiuto nel combattere la forfora!

Tra gli estratti vegetali consigliati, si ricordano: l’ortica, la bardana, la spirea ulmaria ed il salice bianco, ricchi di acido salicilico naturale e tra gli oli essenziali quelli di limone, rosmarino, tea tree e cipresso.

La forfora è un problema, ma le soluzioni ci sono! Scegliamo i prodotti più giusti, evitiamo pettinature che indeboliscano i capelli, asciughiamo con il phon a bassa temperatura in modo da non irritare il cuoio capelluto, cerchiamo di condurre uno stile di vita il più possibile sano, prediligendo una dieta ricca di minerali, vitamine ed oligoelementi.

Dott.ssa Veronica Orciuoli

Dott.ssa in Farmacia, nutre una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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