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Olio di ricino: usi e proprietà

Sono svariate le sostanze in natura scoperte ed utilizzate per uno scopo originario e poi successivamente utilizzate per tutt’altro fine.

È successo anche con alcuni farmaci: basti pensare ad un esempio clamoroso come la famosissima pillola blu. Nata inizialmente come farmaco in studio contro l’angina pectoris, dava come effetto collaterale l’allargamento dei corpi cavernosi. La scoperta casuale diventò così l’effettiva destinazione d’uso del farmaco, ossia un farmaco utile a curare la disfunzione erettile.

Qualcosa di simile, nell’ambito fitoterapico, è accaduto all’olio di ricino, utilizzato per secoli come lassativo. Oggi il suo utilizzo originario è quasi del tutto caduto in disuso, cedendo il passo ad un uso prevalente in ambito cosmetico.

Questo accade grazie alla sperimentazione e alla continua ricerca che fa sì che ogni sostanza naturale o di sintesi venga studiata appieno nella propria completa applicazione in più ambiti.

Ci soffermiamo sull’olio di ricino, approfondendo nell’articolo la sua natura, il suo uso primario ed il suo uso attuale.

Cos’è l’olio di ricino? Da dove deriva? Qual è la sua struttura chimica?

L’olio di ricino è utilizzato da secoli e si annovera tra gli oli vegetali di più alto pregio in commercio. Non viene utilizzato a fini alimentari, diversamente assume ruoli fitoterapici e cosmetici. Si presenta come un olio liquido ma abbastanza denso, di colore variabile, dal trasparente al giallo, in base alla sua purezza e possiede anche un odore caratteristico.

Viene ottenuto dalla spremitura dei semi della pianta di Ricinus communis, una pianta appartenente alle Euphorbiaceae. Questa pianta ed in particolare i suoi semi (contenenti ricina) sono altamente tossici per l’uomo: in seguito alla perdita di elettroliti, causano irritazione a carico della mucosa intestinale portando addirittura a rischio di decesso.

L’olio di ricino è un acido grasso insaturo composto in gran parte (quasi al 90%) da acido rinoleico, presente come trigliceride e non reperibile in altri substrati lipidici.

Questo acido grasso conferisce all’olio di ricino le sue proprietà peculiari che lo rendono molto utilizzato sia nell’industria farmaceutica per la produzione di medicinali, sia nell’industria chimica per la preparazione di vernici e lubrificanti. Contiene anche altri componenti come l’acido oleico (3-6%), l’acido linoleico (3-5%), l’acido palmitico (1-2%), l’acido stearico (1-2%) l’acido α-linolenico (0.5%) e acido arachico (0.3%).

Qual era e qual è l’uso comune consolidato dell’olio di ricino?

L’olio di ricino viene impiegato da secoli come lassativo data l’azione irritante che esercita sulla mucosa intestinale e viene spesso impiegato come purga dall’odore e dal sapore piuttosto sgradevoli.

Attualmente questo impiego è stato ridotto proprio a causa dell’azione drastica che questo esercita nella perdita di liquidi e della possibilità di disidratare il soggetto che lo assume.

Data l’immediatezza nella risposta, l’olio di ricino si utilizza per liberare l’intestino in occasioni specifiche come interventi chirurgici, procedure radiologiche e endoscopie intestinali. In particolare il suo campo di applicazione più noto come lassativo è relativo all’evacuazione totale del colon prima del parto nella donna incinta.

Qual è l’attuale utilizzo dell’olio di ricino?

Attualmente l’olio di ricino è utilizzato nella dermocosmesi: in particolare viene impiegato nella cura di ciglia, capelli ed unghie.

L’olio di ricino possiede naturali proprietà antibatteriche ed antifungine e, inoltre, presenta una buona quota di antiossidanti. Presenta una notevole affinità con la cheratina, principale costituente di pelle, capelli, peli e unghie.

Nell’azienda cosmetica è utilizzato come agente idratante per eccellenza: grazie alla presenza degli acidi grassi, se distribuito sulla pelle crea un film lipidico tale da impedire quasi del tutto l’evaporazione dell’acqua che gran parte delle volte viene persa dalla pelle sotto forma di sudore.

L’olio di ricino si adatta benissimo anche all’utilizzo per i capelli poichè è in grado di ammorbidirli e anche di esercitare un’azione rinforzante e ristrutturante, soprattutto su un capello danneggiato e sfibrato.

Negli ultimi tempi, è noto per il suo uso nella cura delle ciglia: viene applicato puro la sera, prima di andare a dormire, in modo tale da avere una completa asciugatura ed assorbimento durante la notte. Questo utilizzo si pensa che possa aiutare le ciglia a rimanere più folte e ad allungarsi; tuttavia non vi è nulla di acclarato in questa ipotesi di utilizzo. Trattandosi di un olio naturale non arreca danno, quindi rimaniamo dell’idea che possa essere utilizzato anche per l’applicazione sulle ciglia.

BIBLIOGRAFIA

https://www.ema.europa.eu/en/documents/herbal-monograph/draft-european-union-herbal-monograph-ricinus-communis-l-oleum_en.pdf

Dott.ssa Dalila Solimeni

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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