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La pediculosi: un fastidioso grattacapo

La pediculosi: un fastidioso grattacapo

A circa due mesi dall’inizio della scuola molte famiglie si ritrovano a dover risolvere un fastidioso “grattacapo”: la pediculosi.

Definizione: la pediculosi è un’infestazione molto comune causata dai pidocchi, piccoli insetti di colore bianco-grigiastro (1-3 mm di dimensione), senza ali, con il corpo appiattito e con le zampe fornite di piccoli uncini, che permettono loro di aderire fortemente ai capelli e ai peli dell’ospite. I pidocchi possiedono un apparato buccale tale da perforare la cute dell’ospite e succhiarne il sangue. 

Sono tre le specie di pidocchi che parassitano l’uomo:

  • il pidocchio del capo o pediculus humanus capiti, che causa la maggior parte delle infestazioni e sul quale ci concentreremo;
  • il pidocchio del corpo o pediculus humanus corporis, che si distingue dal primo per la localizzazione;
  • il pidocchio del pube o phtirus pubis, detto anche piattola per la sua forma più schiacciata, che si attacca a peli più robusti dei capelli e si trasmette tra gli adulti per contatto intimo.

Il pidocchio del capo

Questo parassita vive e si riproduce solo sulla testa dell’uomo. La femmina depone le uova chiamate lendini, di colore chiaro, alla radice dei capelli, dove aderiscono grazie ad una sostanza adesiva resistentissima. Le uova sono infatti difficili da asportare e sono per questo motivo distinguibili dalla forfora, che si toglie facilmente.

Le prime punture di pidocchio non sono avvertite dall’ospite a causa di una sostanza presente nella saliva del parassita che inibisce la sensibilità. Solo dopo qualche settimana le femmine depongono centinaia di lendini (soprattutto all’altezza della nuca e dietro alle orecchie); a questo punto la persona avverte un fastidioso prurito provocato da una reazione allergica alla saliva. Il prurito innesca grattamento del capo da parte dell’ospite con possibili lesioni escoriative.

Le lendini si schiudono dopo 7-8 giorni proprio alla radice dei capelli. In questa zona le condizioni di umidità e temperatura favoriscono questa fase e danno alla luce le ninfe che, nel giro di circa 2 settimane, diventano pidocchi adulti.

 

  • Diffusione: è necessario ricordare che i pidocchi non volano né saltano da una testa all’altra, ma si diffondono per contatto diretto tra due o più persone, oppure condividendo oggetti (come pettini) o vestiti (sciarpe, cappelli). I soggetti maggiormente colpiti sono i bambini all’interno di ambienti comunitari come gli asili, le scuole o le palestre, luoghi dove il contatto è facilitato. La trasmissione dei pidocchi può avvenire anche nei locali pubblici o sui mezzi di trasporto molto affollati. La diffusione della pediculosi attraverso materassi, cuscini o coperte è, invece, meno frequente in quanto i pidocchi vivono poco tempo al di fuori del loro habitat.

 

  • Diagnosi: è molto facile perché i pidocchi e le lendini sono osservabili anche ad occhio nudo. Talvolta ci si può aiutare con una lente d’ingrandimento. È sufficiente ispezionare il cuoio capelluto della persona partendo dalla nuca, dalla zona dietro le orecchie e proseguire per tutto il capo.

 

  • Terapia: accertata l’infestazione in seguito al ritrovamento di un pidocchio adulto o delle lendini, si procede al trattamento del cuoio capelluto dell’ospite con prodotti che possono trovarsi in commercio sotto forma di shampoo, gel, polvere o spray, che contengono principi attivi specifici.
    • La permetrina, efficace nell’uccisione dei pidocchi e delle lendini, è usata come emulsione all’1% ed è controindicata nei bambini di età inferiore ai 6 mesi. In genere è sufficiente una sola applicazione della durata di 15 minuti. In caso di resistenza, si ripete il trattamento dopo circa 8 giorni per consentire la schiusa delle lendini.
    • il malathion, antiparassitario organofosforico, in forma di gel allo 0,5%, è attivo contro pidocchi e lendini. Va applicato sui capelli asciutti e lasciato in posa per 15 minuti prima del lavaggio con lo shampoo. Non si utilizza sotto i due anni di età e il trattamento si può ripetere dopo una settimana;
    • il dimeticone, sotto forma di crema o spray, si può applicare sul cuoio capelluto dei bambini anche molto piccoli e va lasciato in sede a lungo;
    • piretrine naturali, shampoo o mousse, controindicate nei soggetti allergici al crisantemo, non uccidono tutte le uova e, per tale ragione, la loro applicazione si ripete dopo 7-10 giorni.

Successivamente a questi trattamenti si adopera sui capelli un pettine a denti fitti dalla radice alla punta per asportare le lendini e i pidocchi morti. Per ulteriore sicurezza è opportuno anche lavare ad una temperatura di 60 gradi lenzuola ed abiti (in particolare sciarpe e berretti); lasciare all’aria aperta per 48 ore o in un sacchetto di plastica ben chiuso gli oggetti e i giocattoli venuti a contatto con la persona infestata; lavare in acqua molto calda spazzole, pettini e fermagli.

  • Prevenzione: partendo dal presupposto che i pidocchi non volano, non saltano, non sono indice di scarsa igiene e che in caso di infestazione non è necessario tagliare i capelli, come è possibile prevenire la pediculosi del capo?

Innanzitutto non utilizzare gli antiparassitari a scopo preventivo, perché inutili e dannosi. Fondamentale è invece informare ed educare i soggetti che potrebbero essere più a rischio di pediculosi, insegnando ai bambini nelle scuole o nei luoghi di comunità a non ammucchiare i loro capi di vestiario e indurli  a non scambiare oggetti personali come pettini, sciarpe o berretti. In questi ambienti è importante effettuare ispezioni regolari del cuoio capelluto, arieggiare gli spazi chiusi e mantenere sempre condizioni igieniche favorevoli.

 

Fonti

  • www.ospedalebambinogesu.it/pidocchi-e-pediculosi-del-capo-80294/;
  • www.salute.gov.it
  • www.epicentro.iss.it/pediculosi/

 

Dott.ssa Morgana Pisano

Laureata in Farmacia, appassionata di divulgazione scientifica e scrittura di storia della scienza.

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