fbpx

Disbiosi: un viaggio nel mondo della pancia gonfia

Chi di questi tempi non ha mai provato la sensazione di sentirsi gonfio tanto da scoppiare? Chi non ha sperimentato un alvo tanto irregolare da passare repentinamente da diarrea a stitichezza ostinata per settimane?

Molte persone sostengono di avere moltissime intolleranze e di trovarsi nella situazione di non poter più mangiare una fettina di mela senza accusare i tipici sintomi di una digestione irregolare: eruttazione, bruciore di stomaco e soprattutto diarrea.

In questo articolo, vorrei tralasciare un attimo tutto il discorso fondamentale ed importantissimo sulla qualità dei cibi che mangiamo, sicuro di potervi indirizzare verso altri articoli su questa piattaforma in cui trovare questo tipo di informazioni. Mi focalizzerei su come lavorare con piante officinali e probiotici per permettere all’organismo di riequilibrare la microflora batterica intestinale.

Molto spesso i cosiddetti fermenti lattici (sarebbe meglio chiamarli probiotici, poichè non tutti i microrganismi fermentano il latte) non sono la soluzione ad ogni problema di gonfiore e stitichezza e, soprattutto, non sono una scelta saggia in caso di una pancia gonfia un po’ “aspecifica”. Sottolineerei il fatto che il problema ha sicuramente due punti di partenza: il primo è radicato nello stile di vita e nelle abitudini alimentari (come intolleranze e sovraccarichi alimentari personali), il secondo è di natura psicosomatica e quindi uno stress che viene “digerito” dalla pancia con estrema fatica.

Che cos’è la disbiosi?

La disbiosi consiste in uno squilibrio della microflora batterica intestinale: nell’intestino convivono 109 batteri, anche patogeni! Il segreto del benessere è cercare di mantenerli in equilibrio: se uno di questi, per quanto buono sia, tende a prevalere sugli altri, allora ci troveremo in una situazione di disbiosi. Diciamo che la normalità del nostro intestino (che ricordo essere lungo circa 7 metri, quindi davvero difficile da trattare con risultati nel breve periodo) prevede che batteri buoni e batteri tossici siano in perfetto equilibrio. Tuttavia non c’è una regola valida per tutti: il mio microbiota è diverso da quello del mio panettiere ed è ancora più diverso da una persona che abita a 1000 km da qui; insomma anche l’ambiente che viviamo tutti i giorni è fonte di modificazioni, così come lo stress eccessivo (che letteralmente “ammazza” i nostri microbi amici) e l’utilizzo di farmaci (antibiotici ma anche molti altri, come gli inibitori di pompa).

Quali sono i problemi tipici di una disbiosi?

Ecco alcuni esempi:
– pancia gonfia con diarrea o stitichezza ostinata;
– nausea;
– bruciore di stomaco (soprattutto se ho fermentazione, l’intestino gonfio tende a spingere meccanicamente sullo stomaco e a causare ritorno acido);
– problemi di pelle (arrossamenti, pruriti, desquamazioni…);
– problemi di capelli (prurito, caduta, forfora…);
insonnia e sonnolenza durante il giorno.

Chiaramente “il sintomo non fa diagnosi”: è sempre bene rivolgersi al professionista giusto che possa fornire le indicazioni del caso e permettere all’intestino di tornare a funzionare regolarmente; soprattutto, è necessario constatare che si tratti proprio di disbiosi e non di altri problemi più o meno seri. Quindi il primo passo è quello di ottenere la diagnosi dal proprio medico di fiducia il quale, supportato da figure come quella di un farmacista esperto in nutrizione e nutraceutica e/o un biologo nutrizionista, potrà condurvi sulla strada del benessere.

In linea di massima, l’intestino potrebbe giovare dall’utilizzo di alcune piante e probiotici specifici in caso di disordini:

  • la depurazione del fegato con piante amare tipo tarassaco, cardo mariano o boldo potrebbe essere d’aiuto in caso di pancia eccessivamente gonfia. In questo caso si sconsigliano i probiotici in prima battuta, se non alcuni prodotti specifici a base di
    Saccharomyces boulardii che sappiamo avere attività di pulizia sul tratto gastro intestinale;
  • fibre prebiotiche come quelle dello Psillio biondo potrebbero regolarizzare un tratto
    intestinale particolarmente reattivo ed avere un fondamentale “effetto scopa” nei confronti di tossine e prodotti di fermentazione batterica pro-infiammatori. Ottima anche l’attività enzimatica e prebiotica della Papaia non fermentata, la cui papaina è in grado di digerire per noi proteine e molecole segnale proteiche;
  • la Curcuma ha una grossa attività antiflogistica sulla parete dell’intestino e risulta d’aiuto nelle forme che provocano irritazione delle mucose, mentre la Boswellia è sempre utile in caso di infiammazione ma con un meccanismo d’azione leggermente diverso;
  • l’olio essenziale di Origano e/o di Aglio hanno attività disinfettante e antimicrobica, utili in caso di sovracrescite batteriche non patologiche;
  • Lattobacilli e Bifidobatteri sono assolutamente risolutivi in caso di un disequilibrio della microflora o comunque dopo una prima fase di depurazione.

Insomma, abbiamo un grosso ventaglio di possibilità per riequilibrare un intestino irregolare e, in base alla situazione specifica, sarà necessario agire in un senso piuttosto che nell’altro. Per questo motivo è sempre bene evitare il “fai da te” e rivolgersi ad uno o più professionisti per meglio comprendere il percorso alimentare e fitoterapico utile a risolvere la situazione.

Per ottenere consigli o protocolli nutraceutici personalizzati relativamente a questo argomento, mi puoi contattare all’indirizzo mail info@davideforlani.it o attraverso i miei canali social Facebook o Instagram @dott.davideforlani.

 

Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments