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IL SINGHIOZZO

Cos’è il singhiozzo?

Il singhiozzo è una contrazione inaspettata, involontaria e spasmodica del diaframma (muscolo che divide l’addome dal torace, e che – contraendosi – controlla la respirazione).

Oltre al diaframma, sono coinvolti nel singhiozzo l’ipotalamo (una strutturale frontale posta tra i due emisferi del cervello) ed i centri di controllo della respirazione.

Gli impulsi responsabili del singhiozzo hanno origine gastrointestinale od emozionale; si accompagnano ad esempio ad un lauto pasto, all’abitudine di ingerire aria attraverso gli alimenti, a disturbi digestivi o ad un forte spavento. Il singhiozzo è caratteristico anche di alcune malattie che irritano il nervo frenico (cioè il nervo motore del diaframma), come ad esempio l’ernia iatale o l’affezione del tratto finale dell’esofago, od infine le occlusioni intestinali.

Il singhiozzo ha un caratteristico suono paragonabile ad un “hic”, che si ripete in modo ritmico e continuato, ed è dovuto al fatto che ogni contrazione del diaframma porta ad una rapida chiusura della glottide (valvola che divide l’apparato respiratorio da quello digerente impedendo che il cibo passi nella trachea e nei bronchi). Per risolvere il problema del singhiozzo di breve durata, che insorge in assenza di alterazioni organiche, esistono diversi rimedi appartenenti alla tradizione popolare, che mirano ad azionare volontariamente il diaframma per far sparire il singhiozzo. Tra questi rimedi, i più conosciuti sono: bere un bicchiere d’acqua, trattenere il respiro per una ventina di secondi, ingerire un cucchiaino di zucchero, aceto o limone, ripetere velocemente una filastrocca. L’efficacia di questi rimedi, tuttavia, non è provata dal punto di vista scientifico, anche se talvolta sembrano funzionare. Quando il singhiozzo permane per un periodo di tempo prolungato, si consiglia di recarsi dal medico per verificare la presenza o meno di malattie che ne siano la causa.

Si ricorda il caso del Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, che è stato ricoverato in ospedale per accertamenti a causa di un persistente singhiozzo prolungatosi per oltre 10 giorni. Gli accertamenti hanno evidenziato come il singhiozzo fosse dovuto ad una occlusione intestinale. Famoso è anche il caso di un contadino dell’Iowa, Charles Osborne, che ha sofferto di singhiozzo ininterrotto per 68 anni.

Nel caso sia necessaria una cura farmacologica, la fitoterapia propone rimedi basati sull’attività spasmolitica e calmante di alcune erbe, come la camomilla, la valeriana, la lavanda e la passiflora. Nei casi più gravi, si può intervenire somministrando al paziente farmaci sedativi (benzodiazepine)o spasmolitici addominali (come l’atropina). Nel caso in cui la terapia farmacologica non dovesse funzionare, si può optare per il blocco dei nervi frenici, iniettandovi piccola quantità di procaina (un anestetico locale). Se il blocco nervoso funziona, ma il singhiozzo ricompare, si può optare per la recisione chirurgica (frenicotomia) dei nervi frenici; questa procedura, tuttavia, non è risolutiva in tutti i casi. Non è facile individuare quali siano le cause che determinano il singhiozzo; tuttavia, è emerso che particolari situazioni possano favorirlo. Per esempio, forti emozioni o stress causano l’introduzione di un quantitativo eccessivo di aria, che provoca l’irritazione del nervo frenico. Oppure, l’eccessiva ingestione di cibo od alcool può portare all’irritazione della mucosa dello stomaco, irritando così indirettamente il diaframma.

Fonti: www.issalute.it

Dott.ssa Ornella Annicchiarico

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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