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Le dipendenze patologiche

Entra in farmacia da un po’ di giorni con fare frettoloso, le mani nelle tasche della felpa e il capo coperto dal cappuccio. Un rapido sguardo alle persone in attesa e, quando arriva il suo turno, con voce bassa chiede una siringa da 2,5ml. 

Tu, il dottore al banco, gli porgi la siringa, ma avresti voluto dispensare altro e leggere, in quegli occhi persi, una luce di speranza…

Questi e tanti altri sono i quadri di disperazione a cui io e i miei colleghi assistiamo quotidianamente. Sono storie di persone, di successi e di fallimenti che si susseguono in poco tempo; storie di fughe alla ricerca dell’indipendenza e della libertà; sono storie che raccontano scontri generazionali, drammi familiari, violenze, delinquenza; storie di quartieri “difficili” e di zone altolocate; storie di chi ha smarrito la strada, storie di vita…

Pochi istanti al banco che ci fanno scontrare con una realtà che ci chiede di fermare la nostra corsa frenetica quotidiana e di imparare ad ascoltare il grido silenzioso di aiuto delle persone vittime delle dipendenze patologiche.

Un tema delicato, non semplice e dalle innumerevoli sfaccettature, che cercherò di riassumere in questo articolo, che vuole essere scevro da giudizi e finti moralismi, ma di aiuto e informazione.

Cosa sono le dipendenze patologiche?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive la dipendenza patologica come unacondizione psichica, talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo e una sostanza, caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”.

La dipendenza può essere fisica, quando il soggetto che abusa di una determinata sostanza aumenta la soglia di tolleranza nei confronti della stessa, richiedendone dosi sempre più massicce per ottenere lo stesso effetto; psichica, quando c’è una voglia assoluta di utilizzare quella sostanza, di cui non si riesce a fare a meno.

Le dipendenze patologiche si dividono in due famiglie:

  • Dipendenze da sostanze (droghe ed alcool);
  • Dipendenze comportamentali o senza sostanza: gioco d’azzardo, shopping compulsivo, la “new technologies addiction” (dipendenza da TV, internet, social network, videogiochi…), la dipendenza dal lavoro (workaholism), dal sesso (sex-addiction) e dalle relazioni affettive, e alcune dipendenze alimentari o dall’allenamento sportivo come la sindrome da overtraining.

Sebbene esistano diversi tipi di dipendenza patologica, alcune caratteristiche e alcuni sintomi sono comuni a tutte. Inizialmente la sostanza (o il comportamento), viene ricercata per il piacere che ne deriva. Questa fase, in cui si nega l’esistenza di un problema e ci si focalizza sul piacere, è definita “luna di miele”. Mano a mano, l’abitudine si trasforma in dipendenza e sfocia nel craving, ossia il desiderio crescente e intenso, che anticipa l’assunzione della sostanza o la messa in atto del comportamento. Seguono la tolleranza, cioè la progressiva necessità di incrementare la quantità di sostanza (o il tempo dedicato al comportamento) per ottenere l’effetto piacevole, il quale tende altrimenti ad esaurirsi, l’instabilità dell’umore, l’alterazione dello stato psico-fisico della persona, il ritiro dalla vita sociale con conseguenze sulla vita lavorativa, affettiva, personale e la possibilità di ricadute dopo un periodo di interruzione.

Cause

Le cause di una dipendenza patologica sono da ricercare in diversi campi.

  • fattori biologici (si ipotizza l’esistenza di un disequilibrio tra il sistema della serotonina, della dopamina e degli oppioidi endogeni, mediatori fondamentali per il corretto funzionamento dei processi di gratificazione);
  • fattori sociali, legati alla familiarità per la dipendenza patologica, alla situazione socio-economica, a fattori stressanti; 
  • processi di apprendimento.

Tipologie di dipendenza

Tossicodipendenza

L’OMS definisce la dipendenza da sostanze stupefacenti o psicotrope una malattia ad andamento cronico e recidivante che spinge l’individuo ad assumerne dosi crescenti o costanti per avere temporanei effetti benefici soggettivi, la cui persistenza è legata indissolubilmente alla continua assunzione della sostanza. In generale ciò che spinge le persone ad usare e abusare di queste sostanze è il piacere e lo stato di euforia iniziale che ne consegue.

Alcolismo

Consiste nel consumo compulsivo di bevande alcoliche, caratterizzato da un rapido sviluppo di tolleranza e assuefazione. La dipendenza da alcol causa nel tempo diversi sintomi neuropsichiatrici e fisici anche molto gravi: i più comuni sono cirrosi epatica, malattie cardiache, neuropatie, demenza, ansia e depressione. In pratica è una malattia cronica, recidivante e potenzialmente mortale. 

Gioco d’azzardo patologico

È un disturbo caratterizzato dal desiderio compulsivo e incontrollato di giocare somme di denaro sempre maggiori fino a compromettere la vita lavorativa, personale e sociale. La ludopatia è in aumento anche per la presenza in rete di numerosissimi siti in cui scommettere somme di denaro in svariati ambiti.

Shopping compulsivo

Il soggetto che ne è affetto acquista spesso oggetti inutili o di cui non ha bisogno e ben al di sopra delle proprie possibilità economiche. L’acquisto è percepito come irresistibile e come forma necessaria a colmare stati di depressione o ansia. Oltre a creare dei seri problemi finanziari, lo shopping compulsivo comporta stress e alterazione della vita lavorativa e sociale. Inoltre, la maggior parte degli oggetti acquistati finiscono per essere messi da parte o regalati.

Nuove dipendenze tecnologiche

Racchiudono le dipendenze da internet, dai cellulari, dalla TV, dai social network o dai videogiochi. Coinvolgono persone che sono ossessionate dal voler condividere la propria vita sui social media creandosi un mondo virtuale parallelo a quello reale in cui si percepisce una proiezione di ciò che si vorrebbe essere. Si instaurano anche rapporti d’amicizia o amorosi con persone conosciute online, in cui gioca un ruolo fondamentale l’anonimato e la percezione creata dal mondo virtuale. 

Il lungo tempo trascorso in rete o con i videogiochi comporta alterazioni del ritmo sonno-veglia, disturbi visivi, problemi ortopedici, alterazioni del sistema immunitario oltre che la crescita esponenziale di livelli di ansia e stress. Il distacco dai dispositivi diviene mano a mano sempre più difficile e comporta un allontanamento effettivo dalla realtà e dalla vita sociale, costringendo spesso il soggetto all’isolamento.

Ortoressia

È un comportamento estremo, che non ha nulla a che fare con il benessere e che consiste in un’ossessione per il cibo sano. Si ricercano cibi naturali, biologici e con scarso apporto calorico per il raggiungimento di un perfetto stato di salute. Il soggetto colpito da questo disturbo ossessivo si chiude verso chi non condivide le sue idee. È in uno stato di ansia continua.

Dipendenza dal lavoro

La persona che presenta questa dipendenza pone il lavoro al centro della sua esistenza con conseguenti ed evidenti disagi nella vita relazionale-affettiva e nel raggiungimento della propria felicità. È un soggetto che presenta incapacità al rilassamento e stati di tensione continua; è sicuro di sé, anaffettivo, arido e non coltiva hobbies se non connessi con la vita lavorativa, trovando futili le attività da svolgere nel tempo libero.

Dipendenza dalle relazioni affettive

Il dipendente si dedica esclusivamente al partner per il raggiungimento del suo benessere e non del proprio. Il partner diviene lo scopo della propria esistenza. Questo amore malato causa nel dipendente ansia, sensi di colpa, irritabilità, tensione continua.

Dipendenza dallo sport

Consiste nel voler dare sempre il massimo nella performance sportiva, nel voler dimagrire a tutti i costi o nel voler definire la massa muscolare ad ogni costo. Ciò porta a problemi fisici e psichici come affaticamento protratto, bradicardia, alterazione del sonno, perdita eccessiva di peso, disturbi gastrointestinali, alterazione dell’umore etc.

Come uscire da una dipendenza patologica

Il primo passo per uscirne? Chiedere aiuto, comprendendo i propri limiti e acquisendo consapevolezza di ciò che ci circonda. Chiedere aiuto non è facile, non è un segno di debolezza, bensì un atto di coraggio per ritrovare la vita. L’aiuto può essere chiesto anche da chi conosce persone che si trovano in questa situazione e non riescono a venirne fuori da sole. 

Il trattamento di una dipendenza prevede un approccio medico, farmacologico e psicoterapeutico. Si tratta di un cammino lungo in cui i professionisti accompagnano la persona a riappropriarsi della propria vita, a riabilitarsi e ad evitare le ricadute.

Il trattamento delle dipendenze da uso di droghe o da comportamenti può essere svolto dai SER.D. (Servizi per le Dipendenze Patologiche), dai centri semiresidenziali (Centri diurni) e dalle strutture residenziali (Comunità terapeutiche). In particolare, i SER.D. sono servizi pubblici del Sistema Sanitario nazionale, attivati presso le ASL, che si occupano della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del paziente. L’accesso è gratuito e diretto e attuano un programma terapeutico adatto al paziente da svolgere o presso strutture ambulatoriali oppure, nei casi più gravi, in strutture semiresidenziali o residenziali. Le comunità terapeutiche accolgono persone che condividono questi disagi, sono comunità di vita per chi si trova ai confini dell’emarginazione e permettono la ricostruzione di una propria identità. Consentono di completare studi interrotti, ottenere una formazione professionale, conoscere e mettere in pratica le arti e l’artigianato.

Molto importante nell’ambito preventivo è l’informazione in ambito scolastico ed extrascolastico affinché si aumenti negli adolescenti e negli adulti la percezione del rischio e si agisca sull’autostima, sulla fiducia nelle proprie capacità e sulla gestione delle proprie emozioni.

Le dipendenze, un mostro contro cui combattere per riappropriarsi della propria identità e di una serenità a cui tutti abbiamo diritto, rappresentano una lotta impari ma dalla quale si può venir fuori vincitori e lasciare sul campo di battaglia i momenti di sconforto, di sofferenza, i giorni più oscuri, le ombre del nostro cuore, gli scheletri del nostro passato. In fondo al tunnel, c’è sempre una luce…

 

Bibliografia

  • www.sanpatrignano.org;
  • www.portaletrasparenzaservizisanitari.it/approfondimenti/dipendenze-patologiche;
  • www.jpsychopathol.it/issues/2015/vol21-1/10Marazziti.pdf;
  • www.politicheantidroga.gov.it/it/servizi-e-contatti-utili/serd/i-serd/;
  • www.unicusano.it/blog/didattica/corsi/dipendenze-patologiche/;
  • www.studimedicidonofrio.it/le-dipendenze-patologiche-quali-sono-e-come-affrontarle/
Dott.ssa Morgana Pisano

Laureata in Farmacia, appassionata di divulgazione scientifica e scrittura di storia della scienza.

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