fbpx

D-mannosio: cosa è e a cosa serve

Il D-mannosio è un epimero del D-glucosio, nonché un monosaccaride esoso destrogiro. Nella sua composizione si figurano 6 atomi di carbonio, e rientra nella composizione di polimeri vegetali.

Dopo l’assunzione per via orale, l’eliminazione avviene tramite feci ed urine.

È scarsamente assorbito dall’organismo, ma studi recenti hanno dimostrato la sua efficacia nel trattamento della cistite, come rimedio naturale, anche in sostituzione agli antibiotici.

D-mannosio e cistite

La cistite è un’infiammazione che interessa l’area della mucosa vescicale di origine batterica.

Molto spesso l’infezione deriva direttamente dalla flora intestinale, in particolare da Escherichia Coli, che si stima sia responsabile dell’80% delle infezioni ambulatoriali e del 50% di quelle ospedaliere.

A causa della morfologia di E. Coli, caratterizzata da fimbrie che riescono ad aderire ai tessuti, la colonizzazione delle pareti vescicali risulta facilitata.

Il D-mannosio riesce però ad interferire tale meccanismo, agendo sulle fimbrie mannosio-sensibili, ovvero quelle di tipo I, e dunque attaccandosi esso stesso alle mucose vescicali ed impedire l’attacco di E. Coli.

Ma non è solo utile nella prevenzione, infatti il D-mannosio ha anche la capacità di “staccare” i batteri già presenti sulle pareti, e sostituirsi esso stesso a questi estinguendo l’infezione.

Purtroppo i batteri come E. Coli hanno subito mutazioni che lo hanno reso più resistente a tali meccanismi, ma in ogni caso il mannosio, avendo escrezione urinaria, riesce ad impedire la proliferazione di questi ultimi, dimostrandosi un valido alleato contro la cistite e comunque contro le infezioni urinarie.

 

 

Le altre funzioni del D-mannosio

Il D-mannosio, essendo parte dei MOS (mannano oligosaccaridi), si dimostra anche un valido prebiotico.

Questi infatti, riuscendo ad attraversare l’intestino tenue, arrivano in distretti dell’intestino dove vengono idrolizzati ed utilizzati dalla flora batterica già presente e da lì riescono a migliorare la qualità del substrato utilizzato da enterobatteri utili per la digestione ed il benessere intestinale.

Inoltre, sempre per il meccanismo con il quale riesce ad impedire l’attacco di E. Coli a livello vescicale, riesce anche a proteggere la salute dell’intestino impedendo l’adesione alle pareti intestinali di batteri potenzialmente patogeni.

 

Sempre a livello intestinale, riuscendo a richiamare acqua, agisce da lassativo ad azione osmotica.

 

Il D-mannosio può anche agire da ricostituente delle cartilagini all’interno delle articolazioni, ed ha dimostrato nei soggetti sottoposti agli studi un miglioramento delle funzionalità ossea anche in seguito a traumi o interventi. Questo grazie alla sua capacità di ridurre l’azione dei macrofagi a livello articolare.

 

Inoltre, negli uomini, riesce anche a prevenire casi di prostatite in quanto molto spesso i casi di cistite si evolvono in prostatite.

 

 

Modalità di assunzione

Il mannosio, essendo un composto totalmente naturale, si ritrova nella dieta comune seppur in piccole quantità, soprattutto in frutta zuccherina come mele, pere ed arance.

 

A causa dell’uso quanto meno recente, non si è ancora trovato una formulazione ed un dosaggio standard. Attualmente lo si trova in forma di polvere, con dosaggio di massimo 2,5 g al giorno da assumere con abbondante acqua per il trattamento della cistite. La dose invece si riduce a 2 g al giorno, suddivise in due somministrazioni da 1 grammo l’una, sempre da assumere con abbondante acqua, in caso si ricerchi l’effetto lassativo.

 

 

FONTI

Alton G, Hasilik M, Niehues R, Panneerselvam K, Etchison JR, Fana F and Freeze HH. Di-

rect utilization of mannose for mammalian glycoprotein biosynthesis. Glycobiol 1998; 8 (3):

285–295.

Foxman B, Brown P. Epidemiology of urinary tract infections: transmission and risk factors,

incidence, and costs. Infect Dis Clin North Am 2003; 17:227–241.

Foxman B. Urinary Tract Infection Syndromes: Occurrence, Recurrence, Bacteriology, Risk

Factors, and Disease Burden. Infectious Disease Clinics of North America 2014; 28 (1):1–13

Graziottin A, Zanello PP, D’Errico G. Cistiti e vaginiti recidivanti: ruolo dei biofilm e delle

persister cells. Dalla fisiopatologia a nuove strategie terapeutiche. Minerva Ginecologica

Federica Martin

Laureanda in Farmacia. La sua passione è la ricerca.

Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments