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Che cos’è la Mononucleosi?

MALATTIA DEL BACIO

Chi non ha mai sentito parlare della “malattia del bacio”, ovvero la Mononucleosi?

Oggi una breve panoramica su questa patologia dalla cattiva fama di cui il solo pronunciare il suo nome fa tremare le persone dalla paura.

È importante conoscerla bene sia perché è una delle malattie virali più frequenti in infanzia e adolescenza, inoltre perché si può confondere con altre malattie in quanto ha un lungo periodo di incubazione.

MONONUCLEOSI

La mononucleosi è molto infettiva, si trasmette attraverso la saliva, da qui ‘malattia del bacio’ e si passa attraverso la condivisione di bicchieri e per effetto di goccioline di saliva disperse con starnuti o colpi di tosse. 

La mononucleosi è quindi un’infezione virale molto comune causata dal virus di Epstein-Barr, un herpesvirus di tipo 4.

SINTOMI

La mononucleosi infettiva ha un tempo di incubazione che varia tra 30 e 50 giorni e si riscontra soprattutto tra bambini, adolescenti e giovani adulti.

Nella maggior parte dei bambini di età inferiore a 5 anni, l’infezione da Epstein-Barr è asintomatica, mentre in adolescenti e adulti può causare alcuni malesseri.

I sintomi sono spesso moderati e nella fase iniziale della malattia consistono in senso di malessere generale, astenia e stanchezza, seguiti da febbre, mal di gola e linfonodi gonfi (edema linfonodale). 

Non tutti i soggetti presentano tali sintomi, ognuno caratteristico:

l’affaticamento è piuttosto grave, soprattutto durante le prime 2-3 settimane e può permanere per mesi;

il mal di gola è forte e sul fondo della gola può formarsi del pus;

il rigonfiamento dei linfonodi, soprattutto quelli del collo, è soggettivo anche se frequentemente le persone presentano solo tale sintomo.

Circa il 50% delle persone affette da mononucleosi, presenta ingrossamento della milza, un sintomo modesto da tenere sotto controllo per evitare lesioni o rottura dell’organo che possono essere fatali. 

I sintomi scompaiono dopo circa due settimane e la maggior parte delle persone può riprendere le normali attività. 

Un recente studio ha confermato che il virus Epstein-Barr non causa la sindrome da stanchezza cronica, come si credeva in passato.

Tra i sintomi rari sono stati riscontrati: leggero ingrossamento del fegato, occhi gonfi, ostruzione delle vie aeree, rottura di milza, sindromi neurologiche, miocardite, epatite, anemia emolitica, trombocitopenia ed eruzioni cutanee. 

In rari casi la mononucleosi contribuisce allo sviluppo di tumori come quello nasofaringeo e il linfoma di Burkitt , in quanto alcuni studi ritengono che specifici geni virali alterino il ciclo di crescita delle cellule infette e le rendano tumorali. 

DIAGNOSI 

La diagnosi di mononucleosi può essere esclusivamente clinica, attraverso il riconoscimento dei segni e sintomi caratteristici della malattia.

A conferma della diagnosi clinica, il medico prescrive anche un esame del sangue chiamato test per anticorpi eterofili o monotest. 

Nelle fasi iniziali della malattia ed ai bambini piccoli, il monotest viene ripetuto quando il sospetto di infezione è forte e il risultato è negativo; 

quando i risultati destano dubbi, per confermare la diagnosi vengono eseguiti altri test sierologici  specifici per ricercare nel sangue gli anticorpi contro il virus Epstein-Barr (anticorpi prodotti dal sistema immunitario per difendere l’organismo dall’attacco del virus).

Spesso tra le analisi del sangue si esegue anche un emocromo completo in quanto l’aumento dei globuli bianchi mononucleati caratteristici (linfociti atipici) può rappresentare il primo indizio della diagnosi di mononucleosi infettiva.

TRATTAMENTI 

Il trattamento contro la mononucleosi è solo di supporto con antipiretici e antinfiammatori, in quanto non esistono cure specifiche.

Durante i primi quindici giorni si consiglia riposo e un limite gli sforzi fisici quando c’è un interessamento della milza, per evitare il rischio di rottura.

Dopo circa 2 settimane si può ritornare gradualmente alle attività quotidiane sempre evitando per almeno un mese il sollevamento pesi e gli sport di contatto, fino a quando l’esame obiettivo del medico o un’ecografia confermano che la milza è tornata alle dimensioni normali.

Alcune complicanze quali grave gonfiore delle vie aeree, possono essere trattate con i corticosteroidi. 

I farmaci antivirali attualmente disponibili generalmente non vengono somministrati, in quanto hanno uno scarso effetto nella cura della mononucleosi infettiva.

PREVENZIONE

Dopo l’infezione iniziale, come per gli altri herpesvirus, l’Epstein Barr rimane nell’organismo per tutta la vita (nel sangue, precisamente nelle cellule mononucleate dei globuli bianchi) ed i soggetti infetti espellono periodicamente il virus con la saliva quando si abbassano le difese immunitarie: è durante questi episodi, asintomatici, che si può trasmettere l’infezione ad altri.

Per limitare il rischio di contagio bisognerebbe evitare il contatto con le secrezioni dei soggetti infetti in quanto il virus viene eliminato attraverso la saliva anche molti mesi dopo l’infezione.

Per prevenire la “riattivazione” del virus è fondamentale rendere e mantenere il sistema immunitario efficiente conducendo uno stile di vita sano, attivo, privo di eccessivi stress e basato su un’alimentazione salutare.

FONTI

 “Epstein-Barr Virus [EBV] Infection; Mono” – Kenneth M. Kaye, MD, Brigham and Women’s Hospital – Harvard Medical School

www.humanitas.it

Annalisa Spadafora

Studentessa in CTF, nutre una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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