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La correlazione tra microbioma e Parkinson

 Il microbioma intestinale ed il morbo di Parkinson.

Tutti noi sappiamo quanto è importante prendersi cura del nostro benessere intestinale seguendo una sana ed equilibrata dieta cercando di eliminare il più possibile cibi eccessivamente grassi e il cosiddetto “cibo spazzatura”.

La correlazione tra Sistema nervoso centrale e sistema nervoso enterico è oramai un argomento centrale per la comunità scientifica internazionale. In questo contesto pare abbia un ruolo centrale il nostro microbioma.

In recentissimi studi, pubblicati su riviste internazionali con elevato impact factor, è stato dimostrato dagli scienziati quanto effettivamente la flora batterica intestinale (microbioma) possa influire sul decorso, o addirittura sull’incidenza di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson.

Tra gli studi più importanti annoveriamo quelli svolti in Danimarca, negli Stati Uniti e presso il Centro Parkinson G. Pinicto di Milano. In questi studi, i ricercatori  hanno messo a confronto, sia quantitativamente che qualitativamente, il microbioma intestinale di individui sani e il microbioma intestinale di pazienti affetti dal Morbo di Parkinson.

Quali sono i risultati ?

I primi risultati sono stati di forte impatto, infatti tramite l’estrazione del DNA fecale di tali individui (in particolare dallo studio del gene 16s dell’rRNA) è stato possibile evidenziare una differenza dell’84% tra la flora batterica degli individui sani e la flora intestinale dei pazienti affetti da Parkinson. 

In particolare è stato riscontrato alterato il numero di Bifidobacteriaceae e di Lactobacillaceae, batteri responsabili del degrado di xenobiotici; così come è stata trovata in grandi quantità una specie batterica (Akkermania muciniphila) responsabile della degradazione della mucina andando a  degradare la mucosa intestinale.

È stato così evidenziato l’importante effetto negativo degli xenobiotici (erbicidi, pesticidi) e del loro metabolismo sull’incidenza della malattia, nonché l’aumento della velocità di diffusione di questa a causa dell’elevata permeabilità intestinale.

Inoltre, altri risultati significativi emersi da tali studi riguardano la sintomatologia: infatti è stato evidenziato che eventi gastrointestinali come costipazione cronica ed infiammazione intestinale possano essere dei precursori della malattia. 

Anche fattori come età, sesso, area geografica ed abitudini alimentari influiscono sullo stato del microbioma intestinale. Infatti è stato visto che individui residenti vicino aree fortemente trattate con pesticidi ed erbicidi avevano il microbioma significativamente alterato, questo perché si trovano costretti a bere e mangiare acqua e cibo contaminati.

Questi studi osservazionali hanno mostrato importantissime novità tra la correlazione di Xenobiotici, microbioma e sviluppo del Parkinson.

Tali studi si sono dimostrati utili sopratutto per lo sviluppo di nuovi approcci sulla terapia farmacologica per il morbo di Parkinson. 

Che ruolo gioca il microbioma?

Il microbioma gioca un ruolo fondamentale per il nostro organismo e nell’insorgenza di patologie neurodegenerative. Infatti è emerso che nei pazienti affetti da Parkinson vi è un alterato microbioma, ciò scatena una serie di conseguenze come i disturbi dell’assorbimento intestinale. E’ proprio qui che la ricerca sta puntando, ossia nel trovare un filo conduttore tra microbioma, Parkinson e nuove terapie farmacologiche.

Conclusione

Considerato che i dati ci dicono che i pazienti affetti da Parkinson presentano nella maggior parte dei casi una disbiosi, ossia un’alterata flora intestinale, è da tenere in considerazione che tale alterazione potrebbe modificare l’assorbimento e la tossicità dei farmaci attualmente in uso. Pare a questo punto che stia prendendo campo un nuovo approccio terapeutico nella terapia del Parkinson. Infatti cosi come è necessario l’utilizzo di terapie standard come la Levodopa e più in generale i farmaci anti-Parkinson non è di minore importanza, in virtù di quanto emerso dai più recenti studi, l’utilizzo di una serie di prodotti che mirano al ripristino di una flora batterica sana come come gli acidi grassi polinsaturi (noti per la loro attività antinfiammatoria) o i probiotici (soprattutto quelli della specie Lactobacillus)

 

Bibliografia:

https://www.parkinson.it/flora-intestinale-microbioma.html

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5469442/

http://scholar.google.it/scholar_url?url=https://www.mdpi.com/1422-0067/19/6/1689/pdf&hl=it&sa=X&scisig=AAGBfm2fosxddbqqFuvz4BQ4jEBaghs1IQ&nossl=1&oi=scholarr

 

02/11/2020

Federica Martin

Laureanda in Farmacia. La sua passione è la ricerca.

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