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Fibromialgia: una malattia poco considerata

Il 12 Maggio ricorre la giornata mondiale della Fibromialgia. In questa data si ricorda l’infermiera dell’esercito inglese Florence Nightingale, che si ammalò di sintomi simili durante la Guerra di Crimea.

In questa giornata si cerca di accendere i riflettori su una malattia poco considerata dalle istituzioni per l’incertezza della terapia e la debole ricerca scientifica.

 

Fibromialgia: cos’è?

La fibromialgia è una malattia cronica, ed è caratterizzata da rigidità muscolare, dolori diffusi e stanchezza cronica, che molto spesso portano a riduzione del tono dell’umore.

La battaglia di chi è affetto da tale patologia è lunga e aspra, non solo per la difficoltà nella diagnosi, ma anche perché ad oggi non esiste una terapia farmacologica curativa.

La fibromialgia è una malattia reumatica che colpisce circa 1.5-2 milioni di italiani.

Per fortuna, dopo il riconoscimento della malattia da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1992, si è provato ad alleviare gli invalidanti sintomi tramite fisioterapia, terapia cognitivo-comportamentale e somministrazione di antinfiammatori.

Le cause

L’eziologia è ancora incerta, ma, nonostante si stimi che un caso su tre abbia natura ereditaria, non sono da sottovalutare lo stress e l’ansia: si è infatti visto che nei pazienti affetti da fibromialgia vi sono alterazioni a livello di neurotrasmettitori quali dopamina, serotonina, noradrenalina e glutammato.

Anche in questo caso, dunque, si vede come lo stile di vita possa influire negativamente sulla salute non solo mentale ma anche fisica.

Nei pazienti già affetti da fibromialgia non sono da sottovalutare cambiamenti ormonali (ad esempio disfunzioni tiroidee) che possono peggiorare il quadro clinico.

 

Quali sono i sintomi?

La fibromialgia viene spesso confusa con altre condizioni cliniche, in quanto presenta sintomi comuni a diverse patologie e non presenta delle caratteristiche alterazioni nelle analisi di laboratorio: questi sono alcuni dei motivi che rendono la diagnosi particolarmente complessa.

Negli ultimi dieci anni si è, però, rivolta maggiore attenzione alla malattia: ciò ha portato al riconoscimento di alcuni sintomi caratteristici non presenti nelle persone sane o affette da altre patologie. Tra questi si riscontrano dolore muscoloscheletrico diffuso e presenza di aree algogene alla digitopressione (ovvero punti specifici che provocano dolore se stimolati da una pressione con un dito).

Oltre che al dolore cronico invalidante, un altro sintomo caratterizzante della fibromialgia è il disturbo del sonno: chi è affetto dalla malattia presenta episodi di insonnia, spesso dati appunto dai forti dolori, che si associano a stanchezza cronica durante il giorno.

Di conseguenza è anche comune riscontrare nei pazienti disturbi quali ansia, depressione, sindrome del colon irritabile, difficoltà di concentrazione o addirittura perdita della memoria.

 

La cura

Nel caso in cui la causa accertata sia di natura ereditaria, sono disponibili delle terapie che agiscono sull’alterazione dei neurotrasmettitori.

Se la causa, invece, non è ereditaria, i farmaci approvati in Europa sono due: Pregabalin e Duloxetina, che sono rispettivamente un antinconvulsivante ed un antidepressivo appartenente alla classe degli inibitori della ricaptazione della serotonina e noradrenalina.

A proposito di antidepressivi, questi sono spesso usati come trattamento iniziale della fibromialgia, soprattutto i triciclici (associati o meno alle benzodiazepine).

Un’altra categoria di farmaci molto spesso utilizzata nel trattamento della fibromialgia nel caso in cui la rigidità muscolare sia predominante, sono i miorilassanti, che agiscono riducendo la contrattura muscolare e dunque il dolore. Tra questi, la ciclobenzaprina e la tizanidina si sono rivelati gli alleati più validi.

Tra le terapie non farmacologiche spicca la TENS (stimolazione elettrica transcutanea dei nervi), che ha dato ottimi risultati sia da sola, che in associazione ai farmaci già citati.

In ogni caso, quella che viene sempre consigliata è la terapia cognitivo-comportamentale, il quale effetto viene sicuramente amplificato dall’associazione con attività fisica moderata.

 

Nuovi sviluppi

Un recentissimo studio pubblicato su Pain Medicine ad Aprile 2020 ha evidenziato come le condizioni delle persone affette da fibromialgia sono influenzate dai cambiamenti climatici.

Lo studio parte da un sondaggio sul Web, che ha coinvolto 1500 persone di età superiore ai 16 anni ed i risultati sono stati da subito chiari: chi soffre di fibromialgia avverte un brusco peggioramento dei sintomi in concomitanza di forti aumenti o diminuzioni della temperatura.

La causa si ipotizza essere il cambio di pressione atmosferica che caratterizza questi eventi, ma data la freschezza dello studio, è ancora troppo presto per poterne trarre nuovi spunti per eventuali terapie.

 

FONTI

http://www.nbst.it/577-fibromialgia-sintomi-cure-prevalenza-italia-toscana-percorso-assistenziale.html#

https://sindromefibromialgica.it/fibromialgia/

Federica Martin

Laureanda in Farmacia. La sua passione è la ricerca.

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