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Punto N6: pulisci le superfici con disinfettanti a basa di Cloro e alcol

Dagli studi effettuati sulla famiglia dei Coronavirus è emerso che questi patogeni possono sopravvivere sulle superfici per diversi giorni (si parla addirittura di un tempo massimo di 9 giorni).

Tra i comportamenti da adottare per ridurre il rischio di infezione vi è infatti quello di pulire le superfici con disinfettanti a base di alcol o cloro. 

L’alcol etilico (o etanolo) è un liquido incolore, volatile e altamente infiammabile, dal caratteristico odore pungente, solubile in acqua e in molti solventi organici. Per scopi alimentari è prodotto dalla fermentazione degli zuccheri (fermentazione alcolica), mentre per usi diversi da quello alimentare può essere ottenuto in laboratorio o a livello industriale tramite diverse reazioni di sintesi a partire da altri composti organici.

Le proprietà disinfettanti dell’alcol etilico sono legate alla sua capacità di denaturare le proteine e i lipidi di membrana dei microrganismi. Nei virus le proteine vanno a formare il “capside”, ovvero quell’involucro che circonda il materiale genetico virale (DNA o RNA) proteggendolo dall’ambiente esterno. Se viene alterata la struttura chimica delle proteine capsidiche il virus non può sopravvivere.

L’alcol etilico è in grado di uccidere la maggior parte dei virus, batteri e funghi; sono invece resistenti le spore batteriche. Per avere un’efficace azione disinfettante occorre impiegare soluzioni con una concentrazione di etanolo superiore al 60%. 

Per la pulizia e la disinfezione si impiega alcol denaturato, ottenuto per aggiunta di altri agenti chimici che servono ad identificarlo come imbevibile, in modo tale che l’industria produttrice sia esente dal pagamento della tassa cui è soggetto l’alcol per uso alimentare.

Il disinfettante a base di cloro più comunemente utilizzato per la pulizia delle superfici è l’ipoclorito di sodio. Si tratta del sale sodico dell’acido ipocloroso, la cui formula chimica è NaClO. Puro è molto pericoloso perché caustico e irritante, per questo è commercializzato in soluzione acquosa, a concentrazione in genere non superiore al 25%. E’ usato come sbiancante e disinfettante con vari nomi: candeggina, varichina e amuchina sono i più noti. Soluzioni molto diluite (0,5%) sono anche usate per la disinfezione della cute, sia lesa che integra.

Il sodio ipoclorito è dotato di attività battericida, sporicida, fungicida e virucida ad ampio spettro. In acqua si dissocia in sodio idrossido e acido ipocloroso: quest’ultimo è un forte ossidante, in grado di alterare la struttura delle proteine microbiche, uccidendo i patogeni. 

ATTENZIONE. Quando maneggiate soluzioni di sodio ipoclorito  non usatelo in concomitanza con altre sostante antisettiche e detergenti, in quanto si possono sviluppare sostanze altamente tossiche. 

L’ipoclorito di sodio non va assolutamente miscelato con:

  • Ammoniaca, con la quale reagisce sviluppando clorammine
  • Acido muriatico (o acido cloridrico), in quanto si libera cloro gassoso
  • Etanolo, con cui sviluppa cloroformio.
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