Il calo ormonale fisiologico che si verifica durante la menopausa si riflette anche su alcune trasformazioni a livello cutaneo,
infatti i tessuti si assottigliano, lo spessore dermoepidermico diminuisce, l’idratazione si riduce, il tessuto adiposo perde consistenza.
Il turnover epidermico si riduce e rallenta il ricambio delle cellule cornee superficiali, che si accumulano, divenendo i responsabili di un incarnato opaco e spento.
Il microcircolo rallenta e di conseguenza, i nutrienti e l’ossigeno arrivano in minore quantità ai tessuti cutanei e, le scorie metaboliche vengono drenate con più difficoltà.
I fitoestrogeni sono usati in cosmesi per combattere le conseguenze del calo ormonale tipico della menopausa.
Si tratta di sostanze vegetali con una forte affinità strutturale chimica agli estrogeni femminili, tanto che sono in grado di occupare fisicamente i medesimi recettori cutanei degli ormoni endogeni, mimandone la funzionalità, senza però mantenere l’attività ormonale.
Le piante di interesse cosmetico ricche di fitoestrogeni sono la soia, la salvia e la kigelia africana.
In particolare, la soia contiene un isoflavone largamente usato in cosmesi: la GENISTEINA.
La sua efficacia dipende da una struttura chimica simile all’estradiolo, estrogeno prodotto dall’ovaio nella fase fertile della vita della donna, che conferisce alla molecola un’azione simile agli estrogeni per la capacità di legarsi allo stesso recettore.
In particolare, la genisteina si lega con elevata affinità ai recettori per gli estrogeni di tipo beta (ERb), abbondantemente presenti sulla pelle ed in particolare nei fibroblasti.
Numerosi studi sono stati condotti nel valutare l’efficacia della genisteina come molecola anti-invecchiamento.
Una prima conferma di quanto detto emerge da un’osservazione fatta alla fine degli anni ottanta, relativamente al tipo d’invecchiamento cutaneo della popolazione caucasica rispetto a quella asiatica: la ricerca rivelò come i danni dell’invecchiamento fossero diversi e più lievi in quest’ultima popolazione.
Quest’evidenza, valutate le differenze nello stile di vita tra le due popolazioni, consentì di ipotizzare che il beneficio dipendesse dal consumo con la dieta di abbondanti quantità di isoflavoni, cioè di genisteina.
Tale osservazione è stata successivamente confermata da uno studio clinico, in cui una popolazione di donne in menopausa è stata suddivisa in due gruppi: un gruppo ha ricevuto una supplementazione per bocca di isoflavoni della soia per 6 mesi, mentre l’altro gruppo ha ricevuto un placebo.
Si è osservato al termine dei 6 mesi che le donne che avevano assunto giornalmente isoflavoni di soia presentavano una riduzione sia delle rughe perioculari e periorali, sia della lassità cutanea, rispetto al gruppo placebo.
Altri studi sono stati condotti sulla somministrazione topica di genisteina, uno dei quali si basa sull’applicazione di un gel al 4% di genisteina. I benefici fisici osservati si evidenziato in termini di aumento della concentrazione di acido ialuronico e della sintesi di collagene, grazie al meccanismo di controllo della genisteina sulle metalloproteinasi (MMP), enzimi deputati alla degradazione delle fibre collagene.
Tuttavia, l’uso di isoflavoni in creme e applicazioni topiche può essere influenzato da un basso tasso di permeabilità, come riportato da alcuni autori.
Risulta quindi fondamentale l’uso di sistemi di somministrazione efficaci, come quelli basati su nanoparticelle lipidiche, microemulsioni e fitosomi.
Un’altra azione biologica della genisteina contro l’invecchiamento cutaneo è legata alla potente azione come antiossidante e di protezione nei confronti dei danni da radiazione solare.
L’azione antiossidante verso i radicali liberi dell’ossigeno (ROS) e dell’azoto (NO) prodotti dalla pelle durante l’esposizione alla radiazione ultravioletta conferisce alla genisteina un’importante funzione anti-infiammatoria (foto protezione) oltre che di protezione verso tumori cutanei foto-indotti.
Ancora una volta è la natura ad offrire un alleato validissimo per la cura della nostra pelle.
