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Garcinia cambogia: possibile alleato contro l’obesità?

Che cos’è la Garcinia cambogia?

La Garcinia Cambogia è una pianta diffusa in alcune regioni subtropicali dell’estremo Oriente, Indonesia, India centromeridionale, Cambogia e Vietnam. Il frutto si presenta esternamente simile a una zucca, con dimensioni e struttura interna paragonabili a quelle di un pompelmo. E’ noto da secoli nella medicina tradizionale orientale per alcune sue proprietà benefiche sul metabolismo dei grassi e dei carboidrati.

Da alcune recenti evidenze scientifiche, pare che le proprietà attribuite al frutto derivino da una sostanza presente prevalentemente nella buccia, l’acido idrossicitrico, conosciuto anche con la sigla inglese HCA. Questo, estratto dalla scorza essiccata del frutto, si presenta come una polvere bianca e fine.

Dal punto d vista chimico, HCA è un acido carbossilico a sei atomi di Carbonio che, posto a contatto con l’aria, va incontro a rapida ossidazione perdendo di efficacia. Per tale motivo, la sostanza impiegata per l’allestimento degli integratori alimentari viene stabilizzata con sali di calcio e di potassio (idrossicitrato di calcio o di potassio).

Proprietà e meccanismi d’azione

L’Acido idrossicitrico ha la capacità di ridurre la sintesi e l’accumulo degli acidi grassi nel tessuto adiposo.
Gli zuccheri, i grassi e le proteine assunti con l’alimentazione vengono degradati a livello dei mitocondri tramite il ciclo di Krebs, un meccanismo al termine del quale si ha un ingente produzione di energia.

In una condizione di surplus energetico, nei tessuti lipogenici (fegato, intestino e tessuto adiposo) parte del citrato, prodotto nel ciclo, viene scisso in acido ossalacetico e acetil-CoA ad opera dell’enzima ATP-citratoliasi. L’acido ossalacetico costituisce il prodotto di partenza per la sintesi dei grassi i quali vengono successivamente immagazzinati a livello del tessuto adiposo sottocutaneo. L’acido idrossicitrico, inibendo dunque l’azione dell’enzima ATP-citratoliasi, determina una riduzione del flusso di atomi di carbonio durante la biosintesi di colesterolo.

Tutto qui?….

Un’altra proprietà spesso associata alla Garcinia è l’inibizione del riflesso della fame: la buccia essiccata e grattugiata del frutto è infatti usata da secoli per rendere le pietanze più sazianti. Pare che l’HCA sia in grado di inibire la ricaptazione della serotonina, anche conosciuta come “l’ormone della felicità”, capace di determinare un abbassamento dei livelli di stress e di regolare il senso della fame. L’acido idrossicitrico, quindi, aumentando i livelli di serotonina in circolo, potrebbe provocare una riduzione nell’assunzione di cibo e in particolare di carboidrati. Tuttavia, gli studi condotti al riguardo non sono ad oggi sufficienti per poter giungere ad una reale conclusione.

L’HCA inibisce inoltre l’alfa-amilasi pancreatica, riducendo così il metabolismo dei carboidrati. I carboidrati complessi, una volta ingeriti devono essere idrolizzati a unità monosaccaridiche. Gli enzimi coinvolti nel processo sono i seguenti: l’alfa-amilasi, presente nella saliva e nel succo pancreatico, converte i carboidrati complessi in oligosaccaridi, la maltasi e la lattasi, localizzati nel piccolo intestino, convertono invece gli oligosaccaridi in monosaccaridi. I monosaccaridi che non vengono immediatamente utilizzati dall’organismo vengono immagazzinati come riserva energetica sotto forma di glucosio nel fegato e come grassi a livello del tessuto adiposo.

Pertanto, si suppone che il possibile effetto antiobesità attribuito all’acido idrossicitrico, sia dovuto alla soppressione della sintesi di acidi grassi e alla riduzione del metabolismo dei carboidrati.

Studi e conclusioni

L’HCA fu già studiato da Roche Pharmaceuticals negli animali nel lontano 1970. Tali studi, impiegando il sale di sodio dell’acido idrossicitrico, evidenziarono negli animali in esame calo ponderale, riduzione del tessuto adiposo senza decremento però del contenuto proteico. Nel 1998 fu pubblicato uno studio condotto in 135 soggetti obesi contro placebo con un sale di idrossicitrato (1500 mg/die) somministrato per 12 settimane, ma tra i due gruppi non fu evidenziata nessuna differenza nella perdita di peso. Una review del 2011 sull’impiego di questo fitoterapico conclude che la Garcinia Cambogia sia capace di determinare calo ponderale nel breve periodo, ma sono necessari studi rigorosi e di maggiore durata per valutarne l’utilità.

L’assunzione di Garcinia non presenta nessun effetto collaterale particolarmente rilevante. Si consiglia comunque di rivolgersi al proprio medico prima di iniziare un trattamento. In caso di gravidanza e allattamento, la somministrazione della pianta, andrebbe evitata.

Dott.ssa Petra Favero

Farmacista specializzata in nutrizione con tanta passione per la divulgazione scientifica.

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